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Come e perché il Pil è frizzantino

Pier Carlo Padoan

Il PIL italiano è cresciuto di 0,4% t/t nel 2° trimestre, in linea con i tre mesi precedenti e con la previsione media di consenso. La tendenza annua è salita più del previsto a 1,5%, un record da sei anni. Non sorprendentemente, l’espansione è venuta sia dall’industria che dai servizi, e dalla domanda domestica (mentre il commercio estero ha frenato il PIL per il quarto trimestre consecutivo). Ci aspettiamo soprattutto un recupero degli investimenti dopo il calo a sorpresa d’inizio anno. A nostro avviso, la crescita dell’attività economica proseguirà nella seconda metà dell’anno, ad un ritmo almeno pari a 0,3% t/t. Di conseguenza, rivediamo al rialzo a 1,4% (da 1,1% precedente) la nostra stima di crescita del PIL italiano nel 2017.

Il PIL italiano è cresciuto di 0,4% t/t nel 2° trimestre 2017, come nei tre mesi precedenti. Il dato è risultato in linea con le aspettative di consenso e lievemente superiore alla nostra previsione. Era dal 2010 che l’attività economica non cresceva di almeno 0,4% t/t per due trimestri consecutivi, anche se il livello del PIL resta di ben 6,4% inferiore al picco pre-crisi. La crescita annua è salita a 1,5% da 1,2% precedente: è un record da sei anni.

Il dettaglio per componenti di domanda non è ancora noto (verrà diffuso in occasione della seconda lettura il prossimo 1° settembre). Tuttavia, quanto comunicato dall’Istat è in linea con le nostre attese:

a) a differenza che a inizio anno, l’espansione è il risultato di una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi (a fronte di un calo nell’agricoltura); stimiamo che circa metà della crescita (due decimi) sia venuta dall’industria (che nei mesi invernali aveva frenato l’attività economica) e metà dai servizi, il cui contributo dovrebbe essere pari a poco più della metà dello 0,4% visto a inizio anno;
b) per il quarto trimestre di fila, ancora una volta la crescita è venuta dalla domanda domestica (al lordo delle scorte), in presenza di un contributo (limitatamente) negativo dal commercio con l’estero (in ogni caso, dovrebbe essere stato il quarto trimestre consecutivo di espansione per entrambi i flussi, sia pure in rallentamento rispetto ai due trimestri precedenti). Dal lato della domanda domestica, ci aspettiamo un significativo recupero per gli investimenti (dopo il crollo di -0,8% t/t visto a inizio anno), a fronte di una decelerazione dei consumi (dopo il vigoroso +0,5% t/t visto nel primo trimestre). Il contributo delle scorte potrebbe essere ancora una volta speculare a quello del commercio estero e perciò risultare positivo, sia pure inferiore allo 0,4% visto nei primi tre mesi.

In sintesi, il dato sul PIL del 2° trimestre appare piuttosto confortante, anche perché va riducendosi il ritardo di crescita nei confronti della media eurozona (ai minimi da sei anni per quanto riguarda la variazione tendenziale: 1,5% contro 2,2%).

Dopo questo dato, la crescita acquisita per il 2017 (in caso di stagnazione nella seconda metà dell’anno) è pari a 1,2%, che coincide con la media delle attuali previsioni di consenso sul PIL italiano. Ciò significa che il processo di generalizzata revisione al rialzo delle stime di crescita, già iniziato da qualche mese (le attese di consenso sul PIL erano pari a 0,9% tre mesi fa e a 0,7% a inizio anno), è destinato a continuare nelle prossime settimane.

Nel caso invece in cui la crescita nella seconda metà dell’anno fosse in linea con quella vista nella prima parte (0,4% t/t a trimestre), ne risulterebbe un incremento del PIL nel 2017 pari a ben 1,5%.
In ogni caso, gli indici anticipatori segnalano che la crescita dell’attività economica può continuare nel resto dell’anno. Ipotizzando (cautamente) un incremento di 0,3% t/t sia nel trimestre estivo che in quello autunnale, ne deriverebbe una media annua a 1,4%. Di conseguenza rivediamo al rialzo la nostra previsione sull’economia italiana, a 1,4% da un precedente 1,1%.


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