Skip to main content

Ecco le ultime vessazioni fiscali su imprese e professionisti

Pier Carlo Padoan

La legislazione tributaria degli ultimi mesi ha dato l’impressione di una nave guidata da un timoniere ubriaco, tanti sono stati gli errori, i ritardi, i veri e propri abusi che i contribuenti e i professionisti hanno dovuto sopportare. Qualche esempio?

Nella legge di Bilancio 2017 il legislatore allarga i soggetti obbligati al reverse charge, inserendo anche i professionisti. In pratica, quando questi emetteranno fattura nei confronti di una società quotata o una pubblica amministrazione, non incasseranno più l’Iva, che sarà versata direttamente dal committente. Il professionista andrà in credito d’imposta (che recupererà dopo due o tre anni) e l’erario avrà un vantaggio in termini di liquidità (e uno svantaggio in termini di credibilità). La giustificazione è la lotta all’evasione Iva, ma non sta in piedi, perché il pagamento della fattura al professionista è già decurtato della ritenuta a titolo di acconto, quindi non è possibile l’evasione dell’Iva. È solo un atto di prepotenza del soggetto più forte nei confronti del più debole.

La stessa logica del decreto legge 50 (manovra correttiva) che obbliga le imprese al ricalcolo della base Ace 2016 con le aliquote in vigore dal 1° gennaio 2017. Anche le semplificazioni si trasformano molto spesso in veri e propri gineprai: per consentire ai contribuenti di minori dimensioni un regime contabile semplificato, dal 2007 sono state approvate tre diverse formulazioni normative (minimi, regime di vantaggio, forfetari) e cinque maxicircolari per un totale di 195 pagine. Per il regime di cassa, introdotto da inizio anno, ancora non si sa come evitare che il valore del magazzino si dissolva dal 2018.

E che dire dello split payment che, nel giro di un mese, ha visto cambiare per quattro volte l’elenco delle imprese obbligate e sul quale il ministero dell’economia è riuscito ad accumulare 61 giorni di ritardo nella emanazione delle disposizioni attuative, lasciando alle imprese tre giorni lavorativi utili per emettere le fatture alla scadenza del 31 luglio?

Veri e propri abusi nei confronti dei contribuenti, giustificati sempre in nome della lotta all’evasione, un mantra col quale si cerca di coprire ogni nefandezza. Fino a quando?

(Articolo pubblicato su ItaliaOggi)


×

Iscriviti alla newsletter