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Fincantieri, Stx e Naval, ecco come Italia e Francia studiano un gruppo navale militare

bono, fincantieri

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

E’ la domanda che addetti ai lavori e osservatori si stanno ponendo dopo il vertice fra il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, e i ministri Piercarlo Padoan (Economia) e Carlo Calenda (Sviluppo).

La risposta all’interrogativo? Il bicchiere è mezzo pieno. L’intesa in fieri ora riguarda anche il settore militare navale, oltre a quello civile perno dell’accordo iniziale. Resta il nodo della composizione azionaria: il primo assetto (con Fincantieri prevalente al 66,6%) sarà cambiato. Anche perché ai primi due attori (Fincantieri e Stx) si affiancherà un terzo, Naval Group (la nuova denominazione dei cantieri francesi Dcns), società controllata dall’ente di Stato francese Ape con il 63% e partecipata con il 35% da Thales. Ma quello cui tiene l’Italia, e Fincantieri, è il comando aziendale del futuro gruppo: la guida italiana può essere garantita a livello di governance societaria anche con una diversa configurazione di quote rispetto al progetto originario. Si vocifera, inoltre, di un piano con due società: una civile per la croceristica a maggioranza Fincantieri e una miliare a maggioranza francese. Si vedrà.

LE PAROLE DI COSTAMAGNA

L’azionista forte di Fincantieri, ossia Cassa depositi e prestiti attraverso Fintecna, è ottimista sull’esito delle trattative fra Stati e società: “Alternative non ce ne sono – ha detto al Corriere della Sera il presidente di Cdp, Claudio Costamagna – Il gruppo tedesco Meyer Werft ha comprato in Finlandia e non può intervenire per ragioni Antitrust. Alla fine credo che un accordo si troverà. Saranno i francesi a dover trovare una via d’uscita”.

L’ANALISI DI BONO

Cosa pensa il numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono? Ecco cosa Bono ha scritto sul tema per la rivista Airpress: “Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, oggi la potenza industriale più importante è diventata la Francia. Ha investito bene anche nel comparto della difesa, ha tutte le piattaforme, ed è l’unica in grado di realizzare aerei e navi da combattimento. Gli altri produttori, Italia compresa, sono costretti a vendere “parti del tutto”, in questo modo esportando valore aggiunto a vantaggio di chi assembla”. Bono ha poi approfondito la questione delle alleanze e del controllo azionario: “Sarà necessario fare alleanze: in alcune saremo in maggioranza, in altre in parità, ma ne va del futuro del Paese, altrimenti saremo costretti a pagare lo stesso scotto dei tedeschi che, di fatto, non hanno già più un’industria della difesa vera e propria, ad eccezione di poche realtà. Oggi la nostra industria ha un orizzonte molto ampio, e per questo è chiamata a prendere degli impegni di lungo periodo, fino a 30 anni. In questo scenario, i programmi più importanti al mondo sono quelli navali”.

LA RICOSTRUZIONE DEL SOLE 24 ORE

E’ un tentativo non nuovo quello in atto fra italiani e francesi, ha ricordato il Sole 24 Ore: “Di un progetto di integrazione fra Fincantieri e Naval Group, l’ex Dcns, il colosso francese della difesa a controllo statale (il 65% è in mano allo Stato e il restante 35% è detenuto da Thales) per esplorare ulteriormente le collaborazioni già esistenti si parla ormai da qualche anno”. I cantieri Stx, oltretutto, sono gli unici a poter costruire le grandi unità navali per la marina francese e per l’export, “anche in virtù – aggiunge il Sole –  di un accordo industriale sottoscritto dalla stessa Stx France e dall’ex Dcns nel 2008″. Si tratta, ha aggiunto Celestina Dominelli del Sole, del progetto Magellano, “di cui si parla dal 2015”, che a questo punto potrebbe includere anche i cantieri di Stx.

GLI OBIETTIVI

La collaborazione punterebbe principalmente all’export, con la vendita a Marine straniere di navi costruite da ambedue le nazioni attraverso la società di futura costituzione. Si tratterebbe dunque di un’operazione ulteriore rispetto a quanto accade già oggi, con Fincantieri che, attraverso la società Orizzonte sistemi navali (joint venture con Leonardo-Finmeccanica), realizza le fregate multimissione Fremm per la Marina italiana e Naval Group per quella francese e di quanto avvenuto nel recente passato per le cacciatorpediniere del programma “Orizzonte”.

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