Equita in un report ha analizzato la performance di Banca Monte dei Paschi di Siena nel secondo trimestre di quest’anno e aggiornato le stime in previsione del ritorno del titolo alle contrattazioni a ottobre. Quattro i punti principali su cui si è soffermata la sim:
– Funding. L’accelerazione nel processo di normalizzazione del funding mix è per gli esperti di Equita l’elemento più positivo del secondo trimestre 2017, che ha beneficiato del miglioramento della percezione di rischio legata all’avvicinamento della nazionalizzazione con il Mef al 70% del capitale di Mps . I conti correnti sono cresciuti di altri 4 miliardi trimestre su trimestre (+7%, +9 miliardi da inizio anno, +18%), mentre i repo sono calati di 6 miliardi (-28%) e ora rappresentano il 12% delle fonti di funding (6% per i competitor).
La completa normalizzazione, il cui costo è in gran parte scontato nel run rate del margine di interesse nel secondo trimestre, è quindi vicina e le stime di Equita di margine di interesse sono del 10% circa sopra il target della banca al 2019.
– Asset quality. Anche la qualità dell’attivo ha mostrato segni di miglioramento. Il tasso di default (1,9%) è in linea col target di fine piano, mentre il “cure rate” è in progressivo avvicinamento (5,4% rispetto al 7% atteso nel 2019).
– Redditività. Nonostante i miglioramenti a livello operativo nel secondo trimestre, secondo gli esperti della sim, Mps è in grado, nell’attuale contesto, di esprimere un utile normalizzato al 2019 di circa 300 milioni di euro, che implica un rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) del 3%.
– Valutazione. I prezzi sul mercato Over the counter (bid/ask 4,15-4,35) implicano una capitalizzazione di Mps di 4,7-5 miliardi di euro, ovvero un multiplo prezzo/capitale tangibile al 2018 di 0,47-0,49 volte e un un multiplo prezzo/utile rettificato 2019 di 15-16 volte, “valori che ci sembrano corretti tenendo conto del Rote al 2019 e del valore attuale delle imposte anticipate (Dta).
“A questi livelli di prezzo il mark-to market della quota del Mef registra una perdita di 2,1 miliardi. Ad oggi, quindi, il conto aggiornato del salvataggio delle banche in Italia è di circa 23 miliardi di euro di cui circa 10 miliardi a carico del settore privato e 13 miliardi per lo Stato”, hanno calcolato gli analisti di Equita.