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Ecco perché la Cina di Xi coccola la Corea del Nord di Kim

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La Corea del Nord ha appena effettuato un test nucleare, scatenando un’onda sismica di 5,7 gradi avvertita in tutti i paesi vicini. È l’ennesima provocazione di Kim Jong-un, che non bada né alle sanzioni internazionali, né alle minacce di Trump, né al suo popolo affamato e prostrato.

Il suo è accanimento allo stato puro, con propositi poco chiari. Vuole dimostrare al mondo che il suo Paese, piccolo e povero, è una grande Potenza in grado di interloquire, con la forza delle armi, con gli Stati Uniti? Vuole sviluppare un deterrente tale da metterlo al sicuro da possibili tentativi di regime change da parte dei suoi avversari? Alza la posta, con continui test missilistici e nucleari, di un potenziale negoziato con Usa e Corea del Sud? È semplicemente un dittatore folle e fuori controllo?

Mentre si interroga su queste e altre ipotesi, il mondo è costretto a subire un ricatto sistematico da parte di un regime fuori dalla legalità internazionale e dedito all’intimidazione. Una soluzione ci sarebbe e risiede poco più a nordovest, in quella Cina che è il principale partner commerciale del Nord. Se tagliasse i rifornimenti petroliferi, porterebbe Kim l’atomico a più miti consigli.

Ma la Cina non lo fa, e gioca la carta nordcoreana nella sua partita geopolitica con Washington. Sarebbe il caso che Xi Jinping,che ama presentarsi come leader mondiale, cominciasse a comportarsi come tale e usasse tutta la sua influenza sull’irrequieto vicino. L’odierno, odioso e illegale test nucleare fornisce alla Cina l’opportunità di dimostrare al mondo di essere una Potenza affidabile che opera sulla base del bene comune, più che su calcoli spregiudicati e interessi indicibili.

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