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Tutti i dettagli sulla visita di Papa Francesco in Colombia

papa Francesco

L’aveva preannunciato rientrando in aereo dal viaggio in Georgia, ma aveva specificato che sarebbe andato solo quando il processo di pace fosse stato definitivamente sicuro. Oggi l’imminente visita del Papa in Colombia si preavvisa come un evento straordinariamente sentito, l’arrivo di un pontefice – Francesco – e contemporaneamente quella di un leader – Jorge Mario Bergoglio – in un Paese la cui popolazione è composta per ben il 94% da cattolici, ma che è anche dilaniato da oltre 50 anni di un conflitto senza fine, in cui si contano almeno 260 mila morti, più di 60 mila dispersi e 7 milioni di sfollati e profughi.

L’ARRIVO DEL PAPA A BOGOTÀ ATTESO DA 700 MILA PERSONE

Il Papa sbarcherà il 6 settembre a Bogotá, per recarsi in seguito a Villavicencio, Medellín e Cartagena, in quello che è il suo ventesimo viaggio apostolico, che si prolungherà fino al 10 settembre. Ogni giornata sarà dedicata a un tema diverso, come ha illustrato il direttore della Sala stampa vaticana Greg Burke, e ad aspettarlo presso il parco Bolivar sono attese “circa settecentomila persone”, tra cui alcuni giovani down e persone con disabilità mentale. È la terza volta che un capo della Chiesa cattolica si reca in Colombia, dopo il viaggio di Paolo VI nel ’68, che visitò solo la capitale, e di San Giovanni Paolo II nell’86, che si recò invece in ben 13 località diverse. L’obiettivo di Bergoglio, sostenere il processo di riconciliazione del governo cubano con le Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia), è già tutto inscritto nel motto del viaggio: “Facciamo il primo passo”.

IL VIDEO-MESSAGGIO DI FRANCESCO E L’ATTESA FERVENTE NEL PAESE

Nel video-messaggio inviato alla vigilia della partenza ha affermato: “Il mondo ha bisogno di dialogo e anche la Chiesa è chiamata a questo compito”. Rivolgendosi in spagnolo a “ognuno di voi che mi accogliete nella vostra terra e nel suo cuore”, Francesco ha invitato a ricordare che Gesù “ci spinge anche ad essere i primi ad amare, a costruire ponti, a creare la fratellanza”, e che “fare il primo passo ci incoraggia ad uscire per andare incontro all’altro, a tendere la mano e a scambiarci il segno della pace”. Nel Paese sono oramai mesi che si procede con i preparativi: celebrazioni, incontri, dibattiti, concerti, pellegrinaggi massicci, collette nazionali. Nel grattacielo più alto di Bogotà si staglia una maxi-proiezione raffigurante il Papa, affiancata da un luminoso conto alla rovescia. Le strade delle città sono invase da immagini di Francesco, “banditore di pace”, mescolate da dipinti e murales che ne accolgono l’arrivo.

LA SITUAZIONE SOCIALE IN COLOMBIA E L’ACCORDO CHE NON UNISCE

La situazione sociale resta però molto meno irenica. I tragici numeri del conflitto sono sotto gli occhi di tutti, ma si tratta di stime, perché la realtà non rilevata dai documenti ufficiali potrebbe essere ben peggiore. L’accordo di pace raggiunto, una sorta di compromesso politico e diplomatico, sembra poi non riuscire ancora a conciliare le parti. Specialmente all’interno della popolazione, visto l’altissimo numero di vittime che ha prodotto, negli anni, un clima di forti ostilità. “Da un lato vi sono coloro che pensano che il presidente Juan Santos abbia negoziato una pace giusta”, ha spiegato il neo vescovo colombiano di Raleigh (North Carolina) Luis Rafael Zarama Pasqualetto al National Catholic Register, “dall’altra vi sono coloro che pensano che Santos abbia svenduto la possibilità di giustizia allo scopo di porre fine alle lotte. Sarà una bella sfida per il Papa riuscire a far pace con entrambe le parti del Paese”.

COME SI È SVILUPPATO NEI DECENNI IL CONFLITTO COLOMBIANO

L’altro gruppo armato del Paese invece, l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), ha da poco avviato un negoziato col governo e dichiarato il cessate il fuoco proprio in vista della visita di Francesco, riporta Radio Vaticana. Come successo anche in altri dei suoi viaggi nelle “periferie del mondo”, tra cui l’apertura della Porta Santa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove per dare il via alle celebrazioni dell’anno della misericordia le fazioni in guerra diedero luogo ad una pace temporanea. “La guerra tra governo e guerriglia – ha scritto Lucia Capuzzi su Avvenire raccontando del contesto colombiano che attende il Papa – è espressione paradigmatica di un fenomeno drammaticamente più complesso”, dove “la violenza è stata, fin dall’indipendenza, lo strumento cardine per la risoluzione delle controversie”. E dove la globalizzazione, finita la Guerra fredda, ha portato “l’irruzione del narcotraffico e il suo effetto moltiplicatore del conflitto”. È qui che si inserisce la speranza nel dialogo. In un Paese cioè che, come affermato dall’arcivescovo di Bogotá Rubén Salazar Gómez, “vive un momento di cambiamento”, e “ha il desiderio di iniziare a costruire una società più giusta e fraterna”.

LA MEDIAZIONE INDIRETTA DEL PAPA E LA VISITA CENTRATA SULLA PREGHIERA

Dal 2012 sono iniziati gli incontri tra il governo di Bogotà e i gruppi armati, e nell’accordo dello scorso 24 novembre il ruolo di Francesco “è stato determinante”, ha spiegato lo storico Gianni La Bella ad Avvenire: “Il Papa ha fatto una sorta di mediazione indiretta, un’azione di rassicurazione nei confronti delle parti”, e “per le Farc ciò era imprescindibile”. La Bella ha seguito l’evolversi del contesto colombiano per la Comunità di Sant’Egidio: “La guerriglia si è rivolta più volte a Francesco: ho consegnato io stesso tre sue lettere” da cui “emergeva come essa riconoscesse nel Pontefice l’unica autorità morale in grado di dare slancio al negoziato”. Ed è “importante sottolineare” che questo sarà “un incontro di preghiera per la riconciliazione”, come ha spiegato Greg Burke presentando l’evento in Sala stampa vaticana: “È un incontro di preghiera che il Papa ha voluto che sia in un contesto liturgico. C’è la lettura della Parola di Dio. Ci sono le testimonianze. Ci sono le parole del Papa, ma tutto a sottolineare questa idea della preghiera e della liturgia”



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