Il risultato delle elezioni tedesche apre una fase d’incertezza sulla nuova coalizione di governo, che potrebbe rivelarsi più complessa e richiedere più tempo rispetto al 2013. Se ieri l’impatto sui mercati finanziari è stato limitato, con le borse europee in lieve flessione (Ftse Mib -0,67%, Dax 30 -0,08%, Cac 40 -0,37%, Ftse 100 -0,22%) e l’euro in calo a 1,186 dollari, anche a causa delle nuove tensioni Washington-Pyongyang, l’aspetto che preoccupa di più è la terza posizione conquistata del partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland) che porrebbe indebolire l’asse Merkel-Macron per il rafforzamento del progetto europeo.
Quale strategia seguire in questa fase? Gli analisti di Société Générale continuano a favorire le borse dei mercati core, cioè Francia e Germania, rispetto a Italia e Spagna. Il loro consiglio è sfruttare i momenti di debolezza a breve termine delle azioni tedesche come un’opportunità per incrementare l’esposizione verso il listino di Francoforte. L’indice Dax beneficerà infatti, a loro parere, del solido scenario macroeconomico e tratta a multipli attraenti, 13 volte gli utili, con uno sconto del 12% circa rispetto allo Stoxx 600 (p/e di 14,9).
Dopo avere toccato un minimo nel settembre 2015 in occasione del diselgate, dal gennaio successivo ha messo a segno una performance migliore sia dello Stoxx 600 (del 5%) sia dell’Eurostoxx 50 (del 4%).
Sul listino di Francoforte i titoli con le maggiori potenzialità di crescita sono quelli più esposti all’aumento dei consumi interni, che beneficiano della crescita dei salari, mentre il tasso di disoccupazione è ai minimi dalla riunificazione (5,7%). Fra le società selezionate ci sono United Internet, Fraport, ProSiebenSat1, Axel Springer, Zalando, Wirecard, TUI, Rheinmetall, Lufthansa e, un po’ a sorpresa due titoli auto, Daimler e Bmw, che potrebbero subire le conseguenze di un ingresso dei verdi nella compagine di governo.
Oltre alla domanda interna, un altro tema da considerare è quello valutario, perché un euro più debole fornisce un importante sostegno agli esportatori. E da questo punto di vista il Dax è, fra i principali indici europei, quello con la maggiore esposizione ai ricavi in altre valute (il 61% in base ai fatturati 2016 contro il 53% dell’Eurostoxx). Non c’è quindi da stupirsi se il listino tedesco registra una performance peggiore della media quando l’euro si apprezza. Tenendo conto di questo aspetto, meglio valutare di volta in volta, in funzione del cambio, l’investimento nelle società che dipendono molto dalle vendite in Paesi esterni all’Eurozona, come Software, Brenntaf, Hochtief, Merck, Siemens, Fresenius Med Care, HeidelbergCement, Mtu Aero Engines, Linde , Sap , Dialog Semiconductor e Lanxess.
(Estratto di un articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)