Sembra si stia sbloccando il salvaggio delle tre Casse di Cesena, Rimini e San Miniato, rimasto a lungo in sospeso perché non si riuscivano a trovare le risorse per mettere in sicurezza le tre piccole banche. L’acquirente c’è già da tempo: Cariparma-Credit Agricole. Ma il gruppo francese ha posto condizioni abbastanza precise per completare l’operazione, cosa che ha creato l’impasse.
LA SOLUZIONE FINALE
Come si sta sbloccando la situazione? Come riferisce Il Sole 24 Ore del 13 settembre, anche con l’aiuto di Intesa Sanpaolo e Unicredit, che, dopo le tensioni dei mesi scorsi, torneranno ad allearsi con il fondo Atlante. Al centro di tutto c’è la cartolarizzazione di sofferenze delle tre piccole Casse per la quale mancavano all’appello circa 200 milioni per la copertura della tranche cosiddetta mezzanina (a metà tra la senior e la junior, che è la più rischiosa). Ebbene, questo gap, secondo quanto riferito dal quotidiano finanziario di Confindustria, verrà colmato dal fondo Atlante 2, che a sua volta sarà rifinanziato anche da Intesa e Unicredit, cioè dai due principali soci che avevano fornito le risorse per l’avventura finita male Atlante 1 (il fondo capitanato da Alessandro Penati è stato posto in liquidazione dopo l’investimento in Popolare di Vicenza e Veneto banca, la cui parte “buona” è stata messa in sicurezza con denaro pubblico prima di essere venduta a Intesa al prezzo simbolico di 1 euro).
LO SCHEMA
Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, lo schema definito negli ultimi giorni “nell’ambito di un negoziato condotto da Bankitalia e Tesoro vedrebbe un rifinanziamento da 280 milioni di Atlante 2 a carico di Intesa Sanpaolo e Unicredit (per 40 milioni a testa), più altri 30 da Agricole Italia-Cariparma e altrettanti da doBank; altri 140 milioni sarebbero invece a carico di Sga e per la parte che rimane di Poste o Cassa depositi e prestiti”. Insomma, sono numerosi i soggetti pronti a scendere in campo perché tutto possa andare a buon fine. Inoltre, spiega Il Sole 24 Ore, “al nuovo round da 280 milioni, Atlante 2 potrà aggiungere i circa 200 milioni ancora in cassa e altri 100 che dovrebbero arrivare da Fonspa attraverso la sindacazione di titoli in portafoglio relativi alle cartolarizzazioni già effettuate o quelli che saranno emessi nei prossimi mesi su Mps: in totale fanno più di 500 milioni, quanto dovrebbe bastare al fondo di Quaestio specializzato negli Npl per acquistare l’intera tranche mezzanina”.
STRADA NON IN DISCESA
In quanto alle altre tranche di titoli cartolarizzati delle tre piccole Casse, quella junior più rischiosa da 213 milioni dovrebbe essere a carico del braccio volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt), mentre per la senior da 416 milioni dovrebbe intervenire un pool di banche per garantire un prestito ponte in attesa che i titoli, coperti da garanzia pubblica Gacs, finiscano sul mercato. Insomma, ci sono ancora un po’ di tasselli che devono andare al loro posto. Non bastasse, il Fitd, in questo complesso disegno di salvataggio, dovrà fare anche altro. Dopo aver partecipato all’aumento di capitale della Cassa di risparmio di Cesena, nel settembre 2016, ora interverrà anche in quelli degli istituti di Rimini e San Miniato. Secondo stime, il Fidt, alimentato dai contributi delle banche italiane, investirà circa 640 milioni, 90 dei quali sono stati stanziati dall’assemblea pochi giorni fa. Il Credit Agricole acquisterà poi i tre istituti dal Fidt mettendo sul piatto 130 milioni. Una nuova operazione “di sistema”, soprattutto a carico del Fitd, ammesso e non concesso non saltino fuori nuovi intoppi, sta per vedere la luce.