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Perché la cyber security è indispensabile per Industria 4.0. Parla Biraghi (Leonardo)

Biraghi

Il cyber spazio si sta delineando sempre più come il vero campo sul quale si decideranno non solo la sicurezza dei singoli cittadini, ma anche la competitività economica, la difesa e la sovranità degli Stati. Molte sono le innovazioni in vista a livello mondiale ed europeo, che stanno vedendo in prima linea anche l’Italia.

COSA SERVE ALL’ITALIA

Palazzo Chigi ha recentemente varato un decreto del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e un Piano nazionale per la cyber security che, commenta a Cyber Affairs Andrea Biraghi – managing director della divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni di Leonardo – “offrono una maggiore chiarezza rispetto al passato”. Tra i meriti dei recenti provvedimenti, sottolinea il manager del colosso italiano della Difesa, c’è quello “di aver identificato nel Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (Dis, ndr) un attore unico di riferimento. Questo”, rimarca Biraghi, “semplifica la comunicazione in caso di attacchi, rafforza la gestione operativa – e quindi quella dei Computer Emergency Response Team (Cert, ndr) – e permette di mettere in piedi un’attività di prevenzione che in molti casi fa la differenza quando si parla di cyber security”. Altri due elementi positivi introdotti, aggiunge il manager, “riguardano la propensione a permettere lo sviluppo della tecnologia italiana, in modo da creare una capacità e competenza industriale autonoma in grado di difendere il Paese”, nonché “il riconoscimento dell’Iscom, dunque del Ministero dello Sviluppo economico, come ente certificatore. Ciò”, evidenzia ancora, “significa riconoscere il fatto che non tutti i prodotti sono uguali o allo stesso livello. È importante, pertanto, che ci sia qualcuno che garantisca questo aspetto, che denota anche un notevole aumento della sensibilità su queste problematiche di sicurezza”. Tuttavia, aggiunge Biraghi, ci sono anche alcuni aspetti sui quali bisognerebbe ancora lavorare. In particolare, l’esponente di Leonardo pone l’attenzione sulle attività di ricerca e sviluppo affermando che “ben venga il finanziamento dell’ammodernamento tecnologico nelle imprese, possibile grazie a provvedimenti come Industria 4.0. Mancano tuttavia risorse dedicate a chi queste tecnologie le sviluppa e invece avrebbe bisogno di un forte investimento nazionale con piani di supporto alle aziende di settore”.

DOVE VA IL VECCHIO CONTINENTE

Trasferendo l’attenzione sul piano europeo, qui la parola d’ordine è condivisione. Biraghi afferma che Leonardo “sostiene da sempre che la condivisione delle informazioni renda più forte qualunque soggetto. Le dichiarazioni della scorsa settimana del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sui nuovi piani cyber, dunque, sono state accolte positivamente”. E aggiunge in riferimento al Mercato unico digitale dell’Unione: “La regione è in grado di sviluppare una propria capacità. Ha un mercato enorme ed è necessario che le aziende europee considerino la sicurezza informatica come un fattore abilitante e non derogabile della propria competitività. La protezione dell’Ue non può essere delegata e deve poter contare su capacità e competenze industriali che garantiscano il controllo e la sicurezza della supply chain” non solo nei Paesi che rientrano nel raggio d’azione di Bruxelles, ma anche in nazioni vicine e strategiche, come il Regno Unito, “con cui collaboriamo a diversi livelli anche in ambito Nato”.

IL TEMA ECONOMICO

La cyber security, rileva ancora il manager, è destinata a giocare un ruolo-chiave nello sviluppo economico. Le industrie stanno lavorando per migliorare i processi produttivi e sta progressivamente aumentando il numero di oggetti in Rete esposti ad attacchi cyber. “L’evoluzione non si arresterà”, sottolinea Biraghi: “la nostra responsabilità è far sì che allo sviluppo sia accompagnata la sicurezza. Ciò significa che dobbiamo sviluppare piattaforme che permettano il controllo dell’infrastruttura della sicurezza dall’inizio alla fine. Ogni oggetto interconnesso dovrà essere pensato in funzione della sicurezza”.

GLI OBIETTIVI DI CYBERTECH EUROPE

Di questo e di molti altri temi si discuterà a breve, il 26 e 27 settembre a Roma presso il centro congressi ‘La nuvola’, in occasione di Cybertech Europe, un evento di settore co-organizzato proprio da Leonardo. “Cybertech Europe vuole essere un punto di riferimento europeo per istituzioni, infrastrutture critiche e industria, per discutere e fare il punto sulla situazione e i trend di evoluzione”, spiega Biraghi. “È un momento di riflessione per tutti gli stakeholder impegnati nel discorso cyber”. Tra gli aspetti più importanti quando si parla di evoluzione informatica, c’è sicuramente quello della formazione. In questo senso, aggiunge il manager, “Cybertech Europe deve essere anche un incubatore di idee. Per questo è un’occasione di incontro per startup, grandi industrie e big player del settore”. Non sono escluse università e studenti che in Cybertech trovano punto di approdo e partenza per capire i trend del mercato ed entrare in contatto con le imprese”.

I PROGETTI DI LEONARDO

D’altronde, aggiunge Biraghi, “quello della cyber security è un settore chiave. Il terrorismo è una minaccia di tipo fisico, ma può diventare di tipo cibernetico molto presto. L’intelligence che si fa in Rete, per seguire le informazioni che questi soggetti si scambiano, consente di mitigare o migliorare la capacità di risposta agli attacchi terroristici. Minacce asimmetriche richiedono soluzioni evolute e adattate. Solo così possiamo continuare ad essere i principali partner di governi”. In particolare, Leonardo sta lavorando alle proprie piattaforme secondo il concetto “security by design”. Si muove anche nel campo della protezione delle infrastrutture critiche e in quello bancario in cui, commenta il manager, “l’intelligence può davvero fare la differenza”. In questo settore, infatti, Leonardo sta lavorando a un progetto da presentare alle istituzioni finanziarie. L’intelligence, attività trasversale a tutti i settori finora menzionati è poi il cavallo di battaglia di Piazza Monte Grappa: “Qui, rispetto ai nostri competitor, riteniamo di distinguerci maggiormente” conclude Biraghi.


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