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Che cosa ha detto Delpini nella sua prima messa da arcivescovo di Milano

La messa a Milano con la consacrazione di due ragazze che hanno preso i voti perpetui, nella basilica di sant’Ambrogio, e la visita ad un raduno delle famiglie numerose nel Bresciano: sono i primi due impegni ufficiali da arcivescovo di Milano di monsignor Mario Delpini, che questa mattina è entrato ufficialmente in carica alla guida della Diocesi ambrosiana, dove succede ad Angelo Scola, (nella foto). Due appuntamenti che simboleggiano alcune priorità del suo episcopato, come ha spiegato lo stesso Delpini: a conclusione della celebrazione ha fatto l’esempio delle due suore Anna Casati e Giusi Valentini come di “giovinezze che giungono a compimento in una decisione definitiva”, aggiungendo che si tratta di “una delle preoccupazioni, dei desideri, delle premure pastorali più importanti, che si viva la giovinezza non come un parcheggio ma come un cammino verso una scelta definitiva”.

“Il fatto che nel primo giorno del mio episcopato per coincidenza abbia celebrato una professione solenne e un incontro di famiglie permette di evidenziare alcune priorità che ci stanno a cuore e appassionano l’impegno pastorale” ha aggiunto Delpini. Come aveva fatto dopo l’annuncio della sua nomina da parte di Papa Francesco a successore del cardinale Angelo Scola, l’arcivescovo ha scherzato prendendo la parola alla fine della messa solenne: “Oggi ho rubato un po’ la scena a Giusi e Anna e mi scuso con loro, sono diventato un po’ un personaggio” ha detto, accolto da un lungo applauso. “Non mi ero mai accorto che fotografi, giornalisti e cine operatori fossero così appassionati di pontificali solenni, anche un po’ lunghi” ha aggiunto poi riferendosi scherzosamente alla numerosa stampa presente. Alla celebrazione hanno assistito anche i rappresentanti delle comunità islamiche di Sesto San Giovanni, Bruzzano e viale Jenner, dove Giusi Valentini ha prestato servizio negli ultimi due anni.

Monsignor Delpini farà l’ingresso solenne nella Diocesi il 24 settembre nel Duomo di Milano, dove il cardinale Angelo Scola ieri sera ha celebrato la messa in cui si è congedato dopo sei anni di episcopato nella cattedra di sant’Ambrogio. “Grazie a tutti” aveva scritto su Twitter prima della celebrazione.

“Ho avuto la fortuna di vivere il mio ministero in un momento in cui, al di là delle contraddizioni, dei conflitti e dei problemi che ancora attanagliano la nostra metropoli, ho potuto vedere non pochi elementi di risveglio” ha detto Scola nell’omelia, parlando dei tanti segnali di rinascita di Milano, della “sua grande capacità di accoglienza, al di là di comprensibili sacche di paura”, del “gusto del paragone e del confronto tra quanti praticano diverse visioni del mondo”. “Fenomeni questi – ha sottolineato – tanto più imponenti se si considera il processo di mescolamento in atto, in modo massiccio, anche sul nostro territorio”. Il cardinale ha infine raccomandato alla città di non dimenticarsi di Dio, perché “c’è ancora un cammino da compiere”.

 



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