La Francia tenta di persuadere l’Unione europea a stanare le tasse dovute da Google e dagli altri colossi del digitale. In una riunione che si terrà domani nella capitale estone, Tallin, il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire (nella foto) proverà a convincere gli altri Stati membri a tassare le società del tech sulla base dei ricavi e non degli utili.
È in gioco un gettito da miliardi di euro annui: secondo un report di un deputato europeo responsabile del progetto di riforma, l’Europa ha perso 5,4 miliardi di euro (6,4 miliardi di dollari) da Google e Facebook tra il 2013 e il 2015. Giuridicamente un’impresa è soggetta a tassazione in un paese solo se ha una “struttura stabile” e le GAFA (Google, Apple, Facebook e Amazon) si organizzano in modo da allocare le loro filiali negli Stati dove la fiscalità è più leggera, derubricando le altre sedi a semplici filiali di marketing, il tentativo è proprio quello di trovare un accordo comune per tassare le società in base ai paesi in cui monetizzano.
All’inizio di questa settimana il ministro francese ha ottenuto l’accordo dei suoi omologhi italiano Pier Carlo Padoan, tedesco, Wolfgang Schäuble e spagnolo, Luis de Guindos, pronti a firmare una lettera comune che reclami una tassazione “adeguata” (“una tassa di armonizzazione sul fatturato dei giganti digitali”), ma si aspetta ulteriori adesioni nei prossimi giorni. “Altri paesi europei si uniranno, sabato mattina, a questa iniziativa francese che vogliamo che venga attuata e velocemente”. Ha detto Le Maire durante la conferenza stampa dello scorso giovedì. Si tratterebbe, secondo Le Monde, di Bulgaria. Austria – che prenderanno la presidenza dell’Unione europea nel 2018 – Slovenia e Grecia. La Polonia, invece, “sta per riunire un gruppo di paesi che sosterranno la nostra iniziativa, ma senza firmare la lettera”, ha detto una fonte dell’entourage del ministro.
Una fonte del ministero delle Finanze francese ha detto a Reuters che la tassa proposta era il modo migliore per muoversi velocemente, perchè le leggi fiscali internazionali per le imposte basate sui ricavi delle imprese piuttosto che sui profitti, presentano meno vincoli. Le discussioni tecniche dovrebbero basarsi proprio sulla definizione di quanti ricavi provengono da un determinato paese e su quale aliquota usare, ha detto un’altra fonte ministeriale, suggerendo che il tasso dovrebbe essere nell’ordine di diversi punti percentuali.
La Francia intende dimostrare che si sta impegnando per unire rapidamente gli europei attorno a questa iniziativa comune e dall’entourage di Le Maire, sottolineano l’urgenza della situazione: “ll nostro progetto non richiede alcuna modifica della legge fiscale internazionale. Questo ci permetterà di ottenere risultati in un tempo ragionevole”.