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Le prossime sfide del Ppe (anche in Italia)

Di Lorenzo Cesa
ppe, LORENZO CESA UDC

Buongiorno a tutti. È un grande onore e un piacere per me introdurre questo meeting che ci vedrà impegnati ad affrontare fino a venerdì tutti i temi più rilevanti della politica del nostro Continente.
A nome della delegazione italiana del Partito Popolare Europeo da me rappresentata a Strasburgo, saluto e do il benvenuto in Italia al presidente del partito Joseph Daul e a tutti i rappresentanti del Ppe giunti qui a Roma oggi da ogni parte d’Europa.
È sufficiente una lettura veloce del programma dei lavori per comprendere quanto ognuna delle questioni di cui ci occuperemo nelle diverse sessioni plenarie e nelle tavole rotonde di questa tre giorni sia di straordinaria rilevanza per 450 milioni di cittadini europei e non solo.

Affronteremo tematiche che incidono nel profondo della vita di ogni abitante del Vecchio Continente e che, oltre ad essere assolutamente collegate tra loro, per portata e dimensioni richiedono e richiederanno obbligatoriamente risposte ed opzioni politiche tarate su orizzonti che vanno ben oltre le possibilità di intervento dei singoli Paesi europei.
Proprio questo del resto, è il nucleo centrale che caratterizzerà, a mio avviso, non solo ogni discussione di questa tre giorni, ma soprattutto l’intera agenda politica dell’Europa nei prossimi mesi.

Di fronte a sfide epocali come le grandi migrazioni di milioni e milioni di persone dall’Africa e dall’Asia;
di fronte alla minaccia del terrorismo globale e dell’estremismo religioso;
di fronte al trend consolidato dell’invecchiamento demografico in tutto il Continente, con inevitabili ripercussioni di medio e lungo termine sui nostri sistemi di welfare;
di fronte ad una ripresa generalizzata della crescita economica, dopo un lungo periodo di crisi, che però sappiamo già essere accompagnata da una imponente riduzione dell’occupazione legata alla più complessa e straordinaria rivoluzione tecnologica della storia dell’umanità;
di fronte agli interrogativi che le stesse innovazioni tecnologiche stanno aprendo nel campo dei diritti umani e della bioetica;
di fronte alla necessità di individuare nuove basi su cui costruire le relazioni internazionali, politiche e commerciali, con gli Stati Uniti, la Cina, la Russia;
di fronte all’esigenza di realizzare un sistema di difesa unitario e di dotarci di un ministero delle Finanze comune;
ebbene noi sappiamo già che di fronte a sfide di tale portata nessun singolo Paese potrebbe mai proporre soluzioni adeguate contando solo sulle proprie forze.

E sappiamo che proprio la portata di tali sfide ci impone di compiere un ulteriore balzo in avanti nella realizzazione del percorso dell’Europa unita indicatoci dai padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schumann.

In quest’ottica abbiamo molto apprezzato e ci riconosciamo pienamente nelle prese di posizione ribadite anche negli ultimi giorni del presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker e dal presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
Così come riteniamo che il risultato delle elezioni in Germania di domenica scorsa indichi ancora più chiaramente la strada da intraprendere.
La vittoria degli amici della Cdu e di Angela Merkel, cui vanno le nostre felicitazioni e congratulazioni, è motivo di grande soddisfazione per tutti i Popolari Europei e conferma e consolida un trend estremamente chiaro che vede confermato il ruolo del Ppe, il suo programma e quello dei partiti nazionali che ad esso fanno riferimento, quali unici baluardi credibili agli occhi dei cittadini europei per arginare l’avanzata delle forze populiste ed antieuropeiste.

Ma proprio il risultato dell’estrema destra ultranazionalista e xenofoba in Germania, nel Paese con un tasso di disoccupazione tra i più bassi ed un’economia in piena salute, ci deve ammonire a moltiplicare gli sforzi verso la piena integrazione in materia di politica estera, di difesa, economica e fiscale dell’Europa.
Il lavoro svolto in questi anni dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è stato straordinario perché ha salvato le fondamenta della costruzione della nuova Europa tracciate con l’unità monetaria.

L’euro e la sua Banca Centrale che molti avrebbero voluto buttare è stato invece l’ancora di salvezza intorno a cui siamo riusciti a mettere in salvo l’intero Continente.
Ma la lunga crisi iniziata nel 2008 ci ha anche dimostrato che rimanere a metà del guado è estremamente pericoloso e nessuna conquista potrà essere data per acquisita se non avremo completato l’opera.

Ecco perché siamo convinti che sia giunto il momento di proseguire il lavoro di costruzione avviato dai Padri fondatori e di portarlo a termine se non vogliamo essere travolti dall’enorme portata delle sfide che prima ho rapidamente elencato.

Il prossimo passaggio elettorale di grande rilievo sarà quello che in primavera riguarderà proprio l’Italia. E devo dire che dopo una fase di notevole preoccupazione ora sono un po’ più fiducioso che ad affermarsi saranno anche nel mio Paese le forze responsabili che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo.
Se questo avverrà, io credo che raccogliendo i segnali che ci sono giunti in questi mesi dalla Germania, dalla Francia e, me lo auguro davvero, dall’Italia e da tutti i Paesi europei a guida Popolare, potremo e sapremo dare l’impulso decisivo per quello scatto in avanti comune che i 450 milioni di nostri concittadini meritano e non devono più attendere.

Quel che è chiaro comunque è che non possiamo aspettare e rimanere fermi in attesa di questo o quell’evento, ma che dobbiamo quotidianamente, ogni giorno, assumerci la nostra quota di responsabilità e portare un passo più avanti il processo di integrazione del Continente.
Questi tre giorni rappresentano una tappa fondamentale, a mio avviso, lungo questo percorso. E conoscendo le qualità e la determinazione di tutti i presenti, sono assolutamente certo che sapremo far fruttare al meglio questa importante occasione.

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