È noto l’innamoramento della sinistra italiana e internazionale nei confronti di Papa Francesco, spesso indicato come l’unico leader capace di parlare al popolo, e di pronunciare parole di speranza per i poveri e gli emarginati. Traducendo rudemente in linguaggio politico, con un’equazione diretta, un messaggio, che è quello religioso e spirituale, della Chiesa cattolica. Ma che l’eco di questa suggestione potesse arrivare fino alla Gran Bretagna, e penetrare all’interno del partito laburista di Jeremy Corbyn, non era fino ad ora affatto scontato.
Eppure sembra che, di fronte al fenomeno della Brexit e al successo ottenuto dal partito nelle scorse elezioni di giugno, Corbin, l’uomo che ha rimpiazzato l’eredità liberalsocialista di Tony Blair riesumando la sinistra sindacalista, terzomondista, avversa alla globalizzazione, a Israele, alla Nato, a partire dalla prossima conferenza del partito laburista, che si terrà a Brighton il 26 settembre, dovrà vedersela con i “Catholics for labour”: un gruppo non troppo folto, formato da otto deputati laburisti cattolici, ma tuttavia intento, stando alle loro dichiarazioni, a mettere in gioco gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa per “applicarli” alla politica del partito. E che verrà lanciato formalmente domenica 24 settembre con una messa alla chiesa di St. Mary Magdalen.
L’idea richiama un po’ una tendenza diffusa in questi anni nella sinistra, come accaduto ad esempio con il candidato per le primarie democratiche americane Bernie Sanders, che ha più volte mostrato la sua ammirazione verso Bergoglio, al punto di farsi ritrarre dalla rivista Rolling Stone a passeggio per via della Conciliazione con l’ardente desiderio di stringere la mano a Sua Santità, che nel frattempo prendeva più e più volte le distanze da impensabili appoggi alla sua campagna elettorale. Oppure con l’aspirante primo ministro transalpino della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, che dopo aver schierato Bergoglio dalla sua parte, durante i suoi comizi, è riuscito nell’impresa di far sprofondare persino il partito socialista francese.
L’organizzatore del gruppo è il deputato inglese cattolico Mike Kane (nella foto), un ex insegnante della scuola primaria entrato in parlamento tre anni fa per la prima volta, sotto la leadership di Ed Miliband, e nominato “shadow minister” per l’educazione. In una lettera inviata per dare notizia dell’evento, il gruppo si è detto pronto a combattere l’idea che i valori religiosi tradizionali siano incompatibili con la sinistra moderna. E che lo faranno, naturalmente, mantenendo l’accento sui temi della giustizia sociale, e promettendo di battersi su questioni molto pratiche come i contratti “zero-hours”. Kane, spiegando al magazine cattolico britannico The Tablet le ragioni che motivano questa sua decisione, ha affermato che “le nostre chiese sono alcune delle più potenti istituzioni della società civile: in quali altri luoghi è possibile vedere centinaia di persone che si riuniscono settimanalmente?”. Per questo, in maniera di certo opportuna, ma anche nella speranza di muoversi in controtendenza rispetto alla disaffezione verso la politica manifestata ad esempio con la Brexit, nella formazione del nuovo gruppo “il tema principale sarà la partecipazione del cattolicesimo alla sfera pubblica”.
Il deputato ha confessato al giornalista che per tutta la vita si è posto la domanda: “C’è posto per i cattolici nel partito laburista?”. Fino ad arrivare a chiedersi, scavando ancora più a fondo: “Quali sono le ragioni che spingono un cattolico ad essere attivo in un partito politico?”. Nell’intervista Kane ha specificato che la sua proposta trae ispirazione dall’opera di mediazione, nel contesto dei grandi scioperi di Londra nel 1889, del card. Henry Edward Manning, un sacerdote della Chiesa anglicana che nella seconda metà del XIX secolo si convertì al cattolicesimo romano, dove venne nominato cardinale ai tempi dell’enciclica sociale Rerum Novarum redatta da Leone XIII. “Era un leader cattolico devoto, ispirato alla sua fede e a svolgere un ruolo attivo in una importante controversia industriale”, ha spiegato Kane: “Le sue azioni hanno assicurato condizioni migliori di lavoro per alcune delle categorie più vulnerabili della società vittoriana”.
Il gruppo dichiara così di avere come mission non quella di stare a guardare o “semplicemente di fare osservazioni del mondo che ci circonda”: “I nostri cuori e le nostre menti sono fermamente focalizzate sulla giustizia sociale e guidate dall’insegnamento della fede cattolica, e lavoreremo insieme per dare forma a questo mondo in maniera attiva, e per preparare i cittadini ad una vita al servizio della comunità”, si legge.
Molti cattolici in Gran Bretagna sono infatti elettori tradizionali del partito laburista, anche se negli ultimi anni l’influenza del partito su di loro si è notevolmente ridimensionata, in particolare in Scozia, per dirigersi verso lo Ukip di Nigel Farage o lo Scottish National Party. In passato il labour era arrivato ad intercettare fino all’80 per cento dei consensi tra la classe operaia scozzese, molti dei quali però oggi sono diventati classe media, e così quella cifra si è praticamente dimezzata. Una recente analisi dell’Università di Leicester ha poi mostrato come, negli anni ’50, in quasi tutte le elezioni il labour presentava un netto vantaggio tra gli elettori cattolici. “Il nostro gruppo vuole renderli benvenuti nel nostro partito”, ha detto Kane alla Bbc. Aggiungendo che quando il laburista Alan Johnson divenne segretario dell’educazione, con l’annuncio di restrizioni per le scuole cattoliche fece la “più rapida inversione a U nella storia politica britannica”.
C’è poi “la preoccupazione sottostante che il liberalismo anglosassone stia diventando una sorta di ortodossia collettiva, tanto che i deputati o i candidati non si sentono in grado di affermare le proprie credenze religiose”, si legge nell’articolo sul sito della Bbc, redatto dal corrispondente Sean Coughlan, che spiega: “Anche questa è una chiamata alla sinistra moderna, a lottare contro tutto ciò che appare come intollerante”.
Resta però il problema di tutti quei temi sociali, come l’aborto e il matrimonio omosessuale, che rappresentano punti programmatici del partito laburista e che sono allo stesso tempo in contrasto con gli insegnamenti cattolici. Su questo Kane ha detto che farà riferimento “alla clausola della coscienza”, che permette ai deputati di astenersi dal voto sulle questioni che attingono alle convinzioni personali più profonde, riconoscendo anche il fatto che l’aspro dibattito mediatico sviluppatosi attorno al deputato anti-abortista Jacob Rees-Mogg (qui l’approfondimento di Formiche.net) sembrerebbe fungere più da deterrente, che da stimolo, verso l’impegno dei cattolici in politici. Ma “con le reazioni alle sue prese di posizione, si può vedere come la moderna agenda liberal sia fatta solamente di pura persuasione”, ha specificato.
Kane mette infatti subito le mani avanti, dicendosi in disaccordo su “quasi tutte” le posizioni di Jacob Rees-Mogg, ma che tuttavia ritiene “inaccettabile che si attacchi la sua fede religiosa”. Cosa spera di ottenere, quindi, in definitiva, un gruppo di cattolici laburisti? “La creazione di uno spazio sicuro per la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica”.