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Putin benedice la nomina di Schröder a presidente del colosso Rosneft

L’oro nero nelle mani di Gerhard Schröder. Secondo l’agenzia russa Interfax, che ha battuto la notizia nel primo pomeriggio di oggi, il governo russo ha accettato la candidatura dell’ex cancelliere socialdemocratico della Germania alla nomina di presidente del consiglio d’amministrazione di Rosneft, la più grande compagnia petrolifera controllata dal Cremlino e il maggiore produttore mondiale di petrolio quotato in Borsa. Una fonte ha avuto accesso ai documenti dell’operazione e ha rivelato a Interfax che la riunione straordinaria convocata dagli azionisti per eleggere il nuovo Cda della società si terrà il 29 settembre a San Pietroburgo, giorno in cui l’investitura di Schröder, con ogni probabilità, diventerà ufficiale.

I MALUMORI DI MERKEL E SCHULZ

Schröder, 73 anni, amico personale del presidente russo, Vladimir Putin, è già presidente della commissione degli azionisti di Nord Stream, il gasdotto che dovrebbe essere raddoppiato grazie alle forniture di Gazprom. Il possibile incarico dell’ex cancelliere in Rosneft, indiscrezione trapelata già in estate, aveva creato malumori sia nella Cdu, il partito di Angela Merkel, sia nell’area socialdemocratica della Spd, quella cui appartengono Martin Schulz e lo stesso Schröder. “Penso che quel che ha fatto Schröder non vada bene”, aveva attaccato Merkel che, nel 2005, aveva sconfitto proprio Schröder, in carica dal 1998. “Quando non sarò più cancelliera”, aveva aggiunto il leader della Cdu, eletto domenica per la quarta volta, “non ho intenzione di andare a lavorare per una società”. Anche Schulz, candidato della Spd alle elezioni federali, non aveva risparmiato critiche al compagno di partito. “Gli ho detto che, personalmente, non avrei mai accettato. Non è che ogni offerta vada sempre presa al volo”.

LA BENEDIZIONE DI SCALFARI

Schröder, però, ha incassato il via libera di Mosca per guidare la società petrolifera controllata dallo Stato russo e in procinto di vendere una quota del 14,16% ai cinesi di Cefc, una conglomerata che opera nei settori dell’energia e della finanza. L’ex cancelliere non ha mai nascosto l’amicizia con Putin, suggellata pubblicamente nel 2014 con un abbraccio immortalato dai fotografi a San Pietroburgo. L’occasione era speciale: il leader del Cremlino aveva organizzato un ricevimento a Palazzo Yusupov, sul fiume Moika, per festeggiare il 70esimo compleanno di Schröder. Le nomine in Nord Stream e l’imminente promozione in Rosneft hanno fortificato il rapporto tra i due. Nonostante la sua politica filorussa, il nome di Schröder era stato indicato dal fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, come superpresidente dell’Europa. “Sarebbe un eccellente presidente della nuova Europa”, ha scritto Scalfari in un editoriale dello scorso 17 settembre. “Jean-Claude Juncker potrebbe essere uno dei ministri del suo governo mentre Merkel, come tutti gli altri capi dei 27 governi, continuerebbe ad essere la Cancelliera del proprio, sempre che le elezioni imminenti vadano a suo favore”. Merkel ha vinto, ma la sua affermazione è stata tutt’altro che netta. I socialdemocratici di Schulz, invece, hanno raggiunto i minimi storici. I due principali partiti, Cdu e Spd, e i due protagonisti della campagna elettorale, Merkel e Schulz, sono usciti dalle elezioni ridimensionati. Mentre Schröder, che imbarazza i due leader tedeschi per i suoi legami con Putin, s’appresta a mettere le mani sul colosso dell’oro nero.

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