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Ecco come le astruserie no vax ammorbano anche la Val d’Aosta

Pierluigi Marquis

È l’ultima frontiera degli anti-vaccinisti: creare scuole per bimbi non vaccinati. L’idea è nata in Valle d’Aosta, dove un gruppo di genitori si sta organizzando con l’obiettivo di creare “percorsi scolastici alternativi” che permettano di aggirare i nuovi obblighi imposti dal decreto Lorenzin.

UNA SCUOLA FREE-VAX

La legge, approvata ad agosto dal Parlamento, prevede che tutti i minori da 0 a 16 anni che si iscrivono all’asilo o a scuola siano vaccinati per 10 malattie. Dopo le clamorose proteste del popolo no-vax, anche alcune Regioni stanno facendo resistenza. Oltre al Veneto, che ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale, l’altra Regione dissidente è la Valle d’Aosta. Proprio da quelle parti è nato il comitato “Genitori per la libera scelta VdA”. Si tratterebbe di una sessantina di famiglie pronte a non iscrivere i propri figli alle scuole per l’infanzia. Chiedono invece la creazione di asili alternativi, basati sul metodo steineriano, un approccio pedagogico inventato in Germania nel secolo scorso.
Il gruppo contesta non tanto i vaccini in sé quanto l’imposizione per legge. “Non siamo contrari ai vaccini e molti di noi hanno figli vaccinati – ha chiarito alla Stampa il loro portavoce Stefano Minetti – Quello che non vogliamo subire è un’imposizione da parte dello Stato su una questione tanto delicata. E questa non è una campagna per la scuola privata. Sarebbe bello che i percorsi alternativi fossero pubblici, come accade in tante altre regioni, dove gli istituti steineriani sono parificati”. Il comitato sabato scorso ha promosso un incontro a Fenix, non lontano da Aosta, a cui hanno partecipato 250 persone.

L’ASSESSORE “STEINERIANA”

Fra il pubblico c’era anche Chantal Certan, assessore regionale all’Istruzione e segretaria dell’Alpe, (Autonomie Liberté Participation Écologie) partito del centrosinistra valdostano. Nell’occasione ha dichiarato che tra gli obiettivi del suo assessorato figura “salvaguardare chiaramente tutti i diritti: il diritto di fare i vaccini e anche il diritto di fare altre scelte per i propri figli”. Il Pd, peraltro alleato dell’Alpe alle ultime regionali, ha chiesto le sue dimissioni, e non è la prima volta. Già lo scorso giugno Certan era balzata agli onori della cronaca per aver definito la politica governativa sui vaccini una “sperimentazione di massa su uomini, donne e bambini”, paragonabile al nazismo. Pur nel dichiararsi “non contraria ai vaccini”, Certan su Facebook aveva ripreso il pensiero di Rudolf Steiner, l’inventore del metodo steineriano. “Nel futuro si eliminerà l’anima per mezzo di farmaci – riporta la citazione pubblicata dall’assessore – Con il pretesto di un “punto di vista salutare” si troverà un vaccino mediante il quale l’organismo umano verrà trattato in modo tale che l’essere umano non possa sviluppare il pensiero dell’esistenza di anima e spirito. Verrà affidato ai medici materialisti il compito di eliminare l’anima dall’umanità. Come oggi si vaccinano le persone contro questa o quella malattia, così in futuro si vaccineranno i bambini con una sostanza che potrà essere prodotta precisamente in modo tale che le persone, grazie a questa vaccinazione, saranno immuni dall’essere soggette alla ‘follia’ della vita spirituale”. L’assessore, alla richiesta di dimissioni, ha replicato di aver presenziato all’incontro di Fenix solo in qualità di uditore e di essersi limitata a rispondere alle domande di alcuni genitori.

L’APPELLO DELLA CGIL

Certan non è l’unico personaggio pubblico valdostano ad essere finito al centro della polemica. Con lei c’è anche Katya Foletto, segretario Cgil scuola, che aveva invitato i dirigenti scolastici a non precludere l’accesso a scuola dei bambini inadempienti.

LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE

Chi invece sulla legge sui vaccini sta tenendo una posizione interlocutoria è il presidente della Regione Pierluigi Marquis (in foto) del partito Stella Alpina. A luglio, in sede di Conferenza Stato-Regioni, si era detto contrario al decreto Lorenzin, principalmente per le alte sanzioni previste. Oggi la posizione è più smussata. “Nell’attuazione del decreto Lorenzin sono emerse alcune difficoltà. Ci assoggettiamo alla normativa nazionale, ma stiamo definendo la strategia per la prima applicazione della nuova legislazione. Detto questo è importante restare all’ascolto di quanto accade sul territorio”.


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