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Chi è (e come si muove) Angelo Becciu

Di Niccolò Mazzarino e Pietro Di Michele
Monsignor Angelo Becciu

Il Fatto quotidiano esagera quando definisce Angelo Becciu, sardo di Pattada, il “Papa italiano”. Sì certo, cura i rapporti con la politica d’oltretevere (con il governo), fa da trait-d’union tra Santa Marta e la burocrazia vaticana. Ma di Papa, oggi, ce n’è solo uno. E questi non delega, non lascia fare. Controlla tutto e, per quanto può, tutti. Di certo Francesco di mons. Becciu si fida, se è vero che in una delle più importanti e delicate partite dell’ultima fase del pontificato, quella sull’Ordine di Malta da “aggiornare” ai tempi correnti, ha scelto lui per l’arduo compito. Scavalcando anche chi ambiva, magari anche con qualche legittimità, a cotanto incarico.

PROTAGONISTA DI VATILEAKS 3

Di sicuro poi c’è che è proprio Becciu, ora, l’annunciato protagonista della cosiddetta Vatileaks 3. Nel ruolo di vittima, secondo lui (“Milone mi spiava”), di carnefice secondo l’ex revisore generale dei conti vaticani (“mi ha detto di dimettermi”). Il tutto, come spiegava anche Fiorenza Sarzanini qualche giorno fa sul Corriere della Sera – e per la verità lo si pensa abbastanza diffusamente al di qua e al di là del Tevere – con la sensazione che la partita che si cela dietro le scaramucce di questi ultimi giorni sia ben più grossa e ancora non emersa del tutto. Il tutto, come spesso accaduto, per questioni di finanze, di cassa, di soldi. E c’è chi, come la discussa Francesca Immacolata Chaouqui, su Facebook prevede che prossimamente escano documenti compromettenti per Becciu sulle investigazioni fatte compiere da Milone.

IL TRAMITE TRA IL PAPA E LA CURIA

Il Fatto quotidiano rilevava l’enorme potere accumulato da Becciu negli ultimi tempi, soprattutto con l’avvento del pontificato di Francesco. “Becciu fu nominato nel maggio del 2011 da Joseph Ratzinger, su indicazione di Tarcisio Bertone. Un’epoca fa. Becciu ha resistito all’avvento del pontefice argentino, è sopravvissuto con abilità alla stagione ripudiata di Bertone e col tempo s’è guadagnato la protezione assoluta di Papa Francesco”, si leggeva sul Fatto. In effetti, tramontata la stella del prefetto per la Dottrina della fede, il ratzingeriano Müller, congedati subito dopo l’elezione il capo del Sinodo Eterovic e il prefetto del Clero Piacenza, è abbastanza inusuale che il sostituto sia rimasto saldo al suo posto. Anzi, allargando le maglie delle proprie competenze.

PIÙ POTERE DOPO IL CAMBIO IN SEGRETERIA DI STATO

Il sostituto della Segreteria è il numero 2. Prima di lui c’è solo il segretario di stato. Il cardinale Pietro Parolin, però, ha visto il suo ufficio essere un po’ rivisto nella missione. “Taglio più diplomatico e globale del passato”. L’opposto, insomma, della stagione di Bertone, che aveva competenza assoluta anche sugli affari dei rapporti con la politica italiana – si ricorda al proposito uno scontro con la Cei su chi avesse titolo a parlare col governo e con i gruppi parlamentari.

EX NUNZIO APOSTOLICO

Il fatto è che Becciu ha in qualche modo intercettato la sensibilità del Papa, intuendone prima di tanti altri la volontà sulla linea da dare al pontificato. Di sicuro ha pesato il fatto che Becciu, nuzio apostolico e diplomatico di carriera, abbia trascorso anni nelle realtà “periferiche” così care a Francesco. Dopo l’esperienza in Angola, determinanti sono stati i due anni a Cuba, dal 2009 al 2011. Prima della chiamata a Roma.

I BRUTTI RAPPORTI CON PELL

Eppure, gli scontri in curia sono tanti. Scrive acora il Fatto: “Il cardinale Geroge Pell era in pessimi rapporti con il Sostituto per gli Affari generali. E il controllore di Pell, il laico Milone, ha accusato senza perifrasi Becciu: “Mi disse di lasciare l’incarico. Volevano arrestarmi”. Comunque sia, “il duello tra Becciu e Milone non è l’epilogo di un sodalizio interrotto con i soliti dissapori, ma il prologo di un’ennesima stagione di tensioni vaticane”. E allora viene da pensare alle parole di Milone pronunciate nell’intervista concessa a Massimo Franco, la scorsa domenica: “Spero che escano tutte le carte che mi riguardano. Quando e se si saprà la verità, sarà chiaro che sono innocente al mille per cento”.


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