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Tutti i prossimi tagli di Emmanuel Macron ai ministeri

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I grandi perdenti dell’epoca di Macron? Lavoro e alloggio. I budget destinati ai lavori sociali e ai sussidi abitativi in vista del bilancio 2018 subiranno rispettivamente una diminuzione del 27% e del 18% con l’obiettivo di far risparmiare allo Stato 16 miliardi di euro e farlo rientrare sotto il 3% di disavanzo pubblico. Lo scrive Le Parisien, che è entrato in possesso di alcune lettere di inquadramento che il primo ministro, Èdouard Philippe, ha inviato ai titolari dei dicasteri.

Se il bilancio 2018, che verrà presentato al Consiglio dei ministri il 27 settembre, sembra molto severo, non tutti i ministeri sono stati trattati allo stesso modo. Durante il quinquennio alcuni vedranno il proprio budget ridursi, mentre altri lo manterranno tale e quale o addirittura lo vedranno aumentare.

Sin da questa estate i ministeri presi di mira dai tagli del governo, il Lavoro, che fa capo a Muriel Pénicaud, e la Coesione territoriale con delega alla abitazione, presieduta da Jacques Mézard, erano informati della diminuzione degli stanziamenti. All’inizio di agosto, Matignon ha inviato a ciascun membro del governo una lettera plafond, un documento riservato che illustra il bilancio assegnato al ministero per l’anno successivo e per la durata del quinquennio.

La parabola è la seguente: dai 15,3 miliardi di euro nel 2017, il bilancio del Lavoro si ridurrà a 13,5 miliardi di euro l’anno prossimo, per scendere ulteriormente nel 2019 e arrivare a 11,2 miliardi di euro. La traiettoria continua nella sua discesa fino alla fine del quinquennio. Lo stesso vale per le politiche abitative: il ministero dovrà accontentarsi di 16,5 miliardi di euro nel 2018 invece dei 18,2 del 2017 e nel 2019 saranno ancora meno: 14,9 miliardi.

Dal ministero del Lavoro assicurano che queste cifre “non saranno quelle del bilancio 2018”: mentre generalmente i crediti stanziati nelle lettere plafond sono finali, di recente sono state apportate delle modifiche per chiudere il bilancio presentato a settembre. “Fino a dieci giorni fa queste cifre erano perfettamente attuali”, ha detto a Le Parisien una fonte ben informata. “Successivamente i ministri sono corsi ai ripari per ammorbidire il trattamento-shock”.

Fra i tagli previsti, il piano di azione per le Apl (aides personnelles au logement, l’indennità di alloggio personale, che dal 1 gennaio 2019 verrà calcolato sulla base del reddito corrente e non di due anni prima) e la diminuzione del numero dei posti di lavoro sovvenzionati in tutto o in parte dallo Stato (lavori socialmente utili, assistenza agli anziani in case di riposo, educazione dei giovani, accoglienza ai bambini nelle scuole).

Mentre i disordini sociali cominciano a farsi sentire (con le proteste e gli scioperi della scorsa settimana, da parte di alcune sigle sindacali contro la riforma del codice del lavoro, e la manifestazione del prossimo 24 settembre organizzata da Jean-Luc Melenchon) da alcuni ministri e membri della maggioranza arriva l’invito a trovare il senso nel bilancio del 2018 “guardando le riforme nel loro quadro d’insieme, e non le misure una per una”.

“All’Eliseo e a Matignon è consigliato focalizzare l’attenzione sulle riforme considerate popolari, come l’abolizione dell’imposta sulle abitazioni o l’aumento del potere d’acquisto per i dipendenti privati, lasciando sullo sfondo il più possibile l’annuncio dei provvedimenti economici dolorosi”, scrive Le Parisien, forse nell’intento di suggerire una migliore strategia a Macron, che ha visto calare ancora il proprio consenso al 44%. Ben 11 punti in meno rispetto a giugno, secondo un sondaggio dei giorni scorsi condotto dall’istituto Odoxa per L’Express, Franceinter e la stampa regionale.



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