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Taranto, come procede il percorso di bonifica e riqualificazione

La riconferma della geologa Vera Corbelli come Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica di Taranto dà il via libera al completamento del percorso di riqualificazione della città, colpita da una delle crisi ambientali più severe in Italia, e non solo per la presenza dell’Ilva.

Alla guida della struttura di governo dal 2014, a cui è stata nominata per fronteggiare e superare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria del Sito di Interesse Nazionale di Taranto (SIN), la geologa Corbelli ha già realizzato con la sua equipe e una serie di collaborazioni istituzionali interventi che mirano a ridurre l’impatto delle pressioni industriali e produttive sull’ambiente e sulle persone cercando di coinvolgere la collettività, la comunità scientifica, il sistema industriale e intellettuale.

GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI

La presenza del Commissario straordinario a Taranto ha permesso negli scorsi tre anni di raggiungere risultati tra cui: il completamento della messa in sicurezza, riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici scolastici degli Istituti “Deledda”, “Vico”, “De Carolis”, “Giusti” e “Gabelli” del Quartiere Tamburi; la messa in sicurezza dei terreni e della Falda dell’area PIP del Comune di Statte, dove si trova il sito della ex-Cemerad, e la bonifica e messa in sicurezza dello stesso sito, dove il 16 maggio 2017 sono iniziati i lavori di rimozione e allontanamento dei 16mila fusti contenenti materiale radioattivo; l’avvio di tre interventi nel porto di Taranto di cui uno, l’ammodernamento della banchina di ormeggio, è stato completato nel luglio 2017; l’intervento di bonifica del delicato ecosistema del Mar Piccolo.

CHE COSA E’ SUCCESSO AL MAR PICCOLO

Il Mar Piccolo di Taranto è uno degli ecosistemi ambientali più interessanti al mondo, ma anche uno dei più inquinati. Si tratta di un delicato e ricco bacino caratterizzato tra l’altro dalla presenza di animali come la Pinna Nobilis e due specie di Hippocampus, i cavallucci marini di cui nel Mar Piccolo è presente la più importante e numerosa colonia del Mediterraneo. Nel bacino è anche presente una intensa attività di mitilicultura, a volte in contrasto con l’ecosistema naturale.

La bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione del Mar Piccolo di Taranto e delle aree prospicienti è stata avviata a settembre 2014 con una fase di analisi in cui sono state individuate e censite 180 fonti inquinanti di diversa natura. Con la Guardia di Finanza è stata anche individuata la provenienza degli scarichi abusivi e sono state chiuse già 90 fonti inquinanti.

La situazione resta fortemente compromessa per il consumo di costa naturale, l’abbandono di rifiuti, l’immissione di sostanze inquinanti e altri fattori. La bonifica vera e propria è completata al 60% e prevede la rimozione e lo smaltimento dei materiali di natura antropica presenti in gran quantità: si tratta di oltre 500 oggetti come auto, scooter, elettrodomestici, reti di pescatori, ordigni e residuati bellici che si aggiungono ai circa 300 localizzati nella fascia prospiciente le banchine.

IL PROGETTO VERDE AMICO

Nelle operazioni di pulizia dei fondali del Mar Piccolo saranno impiegati anche 145 ex lavoratori della società in house della Provincia Taranto Isola Verde, fallita, grazie a un accordo di collaborazione tra il Commissario straordinario Corbelli, la Regione Puglia e il Comune di Taranto che hanno avviato il progetto “Verde Amico” per la riqualificazione professionale e ricollocazione dei lavoratori. Il progetto, della durata complessiva di 15 mesi, oltre a far leva su competenze esistenti e salvaguardare posti di lavoro, pone fine a una lunga vertenza tra Prefettura, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Regione Puglia, istituzioni e sindacati. Tutto il progetto “Verde Amico” ha un costo di 6 milioni di euro, di cui, il 65% impiegato per il personale e l’attuazione del progetto; 750 mila euro, invece, saranno usaati per la formazione in azienda e “on the job”.

UN INTERVENTO STRAORDINARIO

Nel luglio 2012 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministero per la Coesione territoriale, la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Taranto e il Commissario straordinario del Porto di Taranto hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa finalizzato a fronteggiare e superare le gravi situazioni di criticità ambientale, sanitaria e socio-economica dell’area di Taranto con una serie di azioni per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione. L’area di Taranto è stata definita come Sito di Interesse Nazionale (SIN) e la geologa Vera Corbelli è stata nominata (luglio 2014) Commissario straordinario per l’attuazione del piano di riqualificazione.

L’area di crisi ambientale si estende su una superficie di 564 km, molto più ampia del SIN di Taranto, che ha una superficie di 117 kmq (44 di terra e 73 di mare). L’obiettivo del Commissario Corbelli è proprio la rigenerazione ambientale dell’area vasta di Taranto, quindi non solo la città capoluogo ma anche i Comuni di Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte. Il piano predisposto dal Commissario straordinario è stato finanziato con circa 203 milioni di euro, di cui già traferiti quasi 126 milioni. L’intervento, essendo particolarmente complesso, si avvale di 24 accordi di collaborazione istituzionale con enti pubblici, associazioni di impresa, centri di ricerca e università.



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