Putin e Trump sono una risposta identitaria nella sfida tra i vincitori e i vinti della globalizzazione? Questa è stata la domanda che si sono posti i relatori dell’incontro “Globalizzazione e nichilismo, Putin e Trump due risposte identitarie”, con il vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano, l’ex ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, il parlamentare Edmondo Cirielli. A questa domanda Cirielli ha una risposta chiara: “Non credo che la globalizzazione sia un male tout curt. È uno strumento neutro. Il problema nasce quando la globalizzazione serve a cancellare le differenze, le culture e le identità per trasformare l’essere umano, con le sue idee e le sue passioni, in un consumatore”. Il dibattito, moderato da Isabella Rauti, si è svolto nell’ambito di Atreju, la manifestazione che ogni estate porta a Roma i gruppi giovanili di Fratelli d’Italia.
L’EUROPA ESISTE PRIMA DELL’UNIONE EUROPEA
“Noi usciamo dall’Unione Europea ma non usciamo dall’Europa”. La frase, pronunciata dalla Premier inglese Theresa May in visita a Firenze, serve a Gennaro Sangiuliano per inquadrare un diffuso sentimento antieuropeista che porta tanti italiani guardare con interesse a leader forti come il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente americano Donald Trump. “Putin e Trump rappresentano una risposta per coloro i quali sono stati schiacciati dalla globalizzazione” – dice Sangiuliano – “Qualche tempo fa un rapporto della Oxfam, un istituto economico che gode di un certo prestigio, ci ha detto che 8 persone al mondo detengono un patrimonio personale che è pari al patrimonio personale della metà della popolazione globale, vale a dire 3,5 miliardi di euro”. Chi sono questi 8 super ricchi? “Tra questi ci sono i principali sostenitori elettorali di Hillary Clinton che hanno fatto, e ancora fanno, una guerra spietata a Trump”. Le parole di Sangiuliano, che ha dedicato al Presidente Usa il libro “Trump – Vita di un presidente contro tutti” in uscita il 3 ottobre, tracciano un Trump differente rispetto alla comica “macchietta” divulgata dai media liberal. Un uomo dalla solida formazione scolastica che parla ai valori profondi del suo Paese: dal pionerismo al modello self made man. La Russia, dal canto suo, avrebbe ritrovato la sua identità di Patria proprio grazie a Putin. “Il più grande merito di Putin non è quello di aver restituito ai russi condizioni di vita accettabili ma aver ridato loro un’identità, un idem sentire nell’appartenenza alla Russia ” – continua Sangiuliano – “Putin ha riabilitato i colori della Russia zarista, il giallo e nero, ha restituito la bandiera con la falce e il martello all’Armata russa e ha trovato i fondi per il restauro della tomba di Lenin. Mentre in Italia pensiamo di poter censurare i lasciti dell’architettura fascista”. Le parole della Premier May suonano come il riconoscimento dell’esistenza di un’Europa prima dell’Unione Europea e inseriscono la Brexit in quella che Sangiuliano definisce una “triade hegeliana” che comprende l’elezione di Trump e la vittoria del “no” al referendum costituzionale italiano. “Sono momenti diversi, in aree culturali diverse ma parte dello stesso scontro in atto tra globalizzazione e valori tradizionali”.
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA: “LA RUSSIA VEDE I PAESI EUROPEI COME ANTAGONISTI”
“L’identità americana è diversa dall’identità europea ma è forse più vicina a quella italiana rispetto a l’identità russa”. È molto chiara la posizione dell’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata quando parla del posizionamento dell’Italia nello scacchiere internazionale. “Il discorso di Trump alle Nazioni Unite ha rappresentato la prova del nove che esiste una visione americana di politica estera e di affermazione dello Stato nazione che coincide con gli interessi italiani” – dice l’ex ministro degli esteri – “Quando Trump afferma che lo Stato Nazione rimane il migliore veicolo per elevare la condizione umana si schiera dalla parte di coloro che credono in una ri-nazionalizzazione della politica estera di sicurezza e riconosce il riemergere del principio di sovranità in tutto il Mondo”. La Russia può dunque svolgere un ruolo di partner per l’Italia ma non può sostituirsi agli USA in qualità di partner privilegiato. “La Russia può essere un partner per la sovranità internazionale, per la lotta al terrorismo, per l’economia” – conclude il diplomatico – “Ma dobbiamo ricordare che la Russia vede i paesi europei come antagonisti anzi, per diversi motivi, paesi nemici. Quando parliamo di motivi identitari e di valori euroasiatici dobbiamo ricordare la scelta difficilissima del ’46 che ci fece avvicinare all’Occidente e non all’Oriente. I nostri interessi degli interessi nazionali coincidono in toto con quelli statunitensi e non con quelli russi”.