Skip to main content

Tutte le strategie di Bolloré dietro i numeri della semestrale di Vivendi

Marie Bolloré e Vincent Bolloré

Come messo in conto dagli analisti, i risultati semestrali di Vivendi crescono trainati dal business di Universal Music Group. E contrariamente a quanto teme il governo italiano, la presenza nell’azionariato di Telecom Italia non significa che Vivendi controlli l’azienda italiana. Nella nota sulle prestazioni finananziarie della prima metà del 2017 il gruppo del magnate bretone Vincent Bolloré non ha trascurato di inserire un commento sulla questione Telecom che ribadisce quanto affermato a inizio agosto: “Tutti i dati empirici mostrano inequivocabilmente che Vivendi non è in grado di controllare le assemblee ordinarie di Telecom Italia”; Vivendi non esercita “alcun controllo di fatto su Telecom Italia ai sensi del Testo Unico della Finanza e del Codice Civile in quanto l’interesse di Vivendi in Telecom Italia non è sufficiente per consentire a esso di esercitare, su base stabile, un’influenza dominante sulle assemblee”.

COM’E’ ANDATO IL PRIMO SEMESTRE

Nei primi sei mesi del 2017 il fatturato di Vivendi ammonta a 5,4 miliardi, una crescita del 7,8% anno su anno (+4,8% a perimetro e valute costanti), “grazie a Universal Music Group (+14,0%)”. Intanto la situazione del Gruppo Canal Plus “sta migliorando leggermente”, ha precisato Vivendi – un dato su cui la stampa francese si concentra molto più che sugli attriti col governo italiano.

L’utile netto è di 176 milioni, in calo dell’80,7% rispetto ai 911 milioni dello stesso periodo del 2016, ma la flessione è essenzialmente legata agli elementi favorevoli che avevano caratterizzato la prima metà dello scorso anno, tra cui la plusvalenza per la cessione della quota residua in Activision Blizzard. A livello adjusted, esclusi cioè gli elementi non ricorrenti, il risultato netto è in progresso del 12% a 320 milioni di euroIl secondo trimestre ha inoltre segnato un utile netto in crescita del 50% a 75 milioni.  Il risultato operativo adjusted (Ebita) ammonta a 352 milioni (-9,2%) nel semestre, ma nel secondo trimestre segna un incremento del 16% a 203 milioni, sostenuto in primo luogo dalla crescita di Universal Music Group. Il contante netto ammonta a 500 milioni di euro, in aumento rispetto ai 473 milioni di fine marzo e in calo rispetto a 1 miliardo di euro a fine dicembre 2016. Dopo l’acquisizione della quota maggioritaria di Havas (2,3 miliardi di euro) il debito netto è di 1,8 miliardi.

Il gruppo conferma l’outlook per il 2017: aumento del fatturato di oltre il 5% (senza contabilizzare Havas) e Ebita in progressione del 25%. La parte dell’utile netto in provenienza di Telecom Italia rappresenta un profitto di 44 milioni nel primo semestre 2017 (erano 23 milioni nel primo semestre 2016), ha detto Vivendi, ribadendo che Telecom Italia è una “partecipazione di lungo termine volta alla convergenza di telecomunicazioni e contenuti”.

CANAL PLUS IN RIPRESA COL QUAD-PLAY

Le due principali divisioni di Vivendi, Canal Plus e Universal Music Group, hanno offerto prestazioni opposte negli ultimi anni. I canali francesi di Canal Plus, il core business della divisione, sono in perdita operativa; anzi, gli abbonati netti in Francia sono scesi sotto quota 5 milioni. Tuttavia ieri sera Vivendi ha detto che gli introiti sono migliorati nell’ultimo trimestre e il target per il 2017 è di Ebita a 350 milioni di euro. A rendere le prospettive meno preoccupanti, sottolinea Reuters, sono sia la prestazione delle attività di pay-Tv internazionali, sia il beneficio prodotto sulle operazioni francesi dal pacchetto congiunto Tv, telefono fisso e mobile e Internet, quell’offerta quad-play che è vitale per molti gruppi telecom. Ora Canal Plus raggiunge 3 milioni di clienti su 8 milioni totali grazie alle reti telecom.

COME SUONA BENE UNIVERSAL

Nessuna preoccupazione per Bolloré da Universal Music Group, con un fatturato in crescita del 14% nel primo semestre anche grazie alle vendite record del singolo “Despacito” di Luis Fonsi, con la partecipazione di Daddy Yankee e Justin Bieber. E’ la canzone più trasmessa su Internet di tutti i tempi con più di 5 miliardi di streams su tutte le piattaforme di streaming.

HAVAS  E DAILYMOTION PER CONTRASTARE GOOGLE

L’obiettivo di Bolloré è fare di Vivendi un colosso dei media esteso su molteplici settori: telecomunicazioni, contenuti, pubblicità. Il gruppo ha anche il controllo della società dei giochi Gameloft e possiede il sito di video-sharing Dailymotion, una sorta di YouTube francese. Nel mondo dell’advertising, a luglio Vivendi ha rilevato una quota del 59,2% di Havas di proprietà della holding company di Bolloré (Bolloré Group).

La scorsa settimana Havas ha indicato che probabilmente non raggiungerà l’obiettivo di crescita organica del fatturato del 2-3% nel 2017 a causa del calo della spesa pubblicitaria e delle difficoltà in alcuni mercati prima ad alta crescita. Vivendi ha tuttavia ribadito che l’integrazione di Havas andrà avanti, con l’offerta per le restanti quote nelle prossime settimane (ma non il delisting) e produrrà un impatto positivo sugli utili di gruppo nella seconda parte dell’anno.

Questa “transazione strategica”, afferma Vivendi, “ci permette di accelerare nella costruzione di un gruppo di scala globale attivo nei contenuti, media e nelle comunicazioni e dà a Vivendi un posizionamento unico in un contesto in cui contenuti, distribuzione e comunicazione stanno convergendo. Ci fornisce una dimensione nuova che permette al gruppo di competere con players globali molto forti“.

TUTTI GLI UOMINI DI BOLLORE’

Alla guida di Havas c’è Yannick Bolloré, uno dei figli del magnate bretone e che dovrebbe succedergl in futuro alla guida del gruppo Vivendi. Intanto ieri sera, in concomitanza con la presentazione dei risultati semestrali, Vincent Bolloré ha nominato altri due manager di fiducia all’interno del Management Board di Vivendi: si tratta di Gilles Alix, Chief Executive Officer del Gruppo Bolloré, e di Cédric de Bailliencourt, Vice-Chairman e Chief Financial Officer del Gruppo Bolloré.


×

Iscriviti alla newsletter