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Ubi, ecco tutti i dettagli sulle good bank

Se il vertice di Ubi Banca ha completato l’integrazione societaria delle ex good bank acquistate nella scorsa primavera, i prossimi mesi saranno decisivi per l’assestamento dei tre istituti nel gruppo lombardo.

CHE COSA E’ SUCCESSO

La scorsa settimana il consiglio di sorveglianza ha approvato alla presenza del notaio Giovanni Battista Calini il progetto di fusione per incorporazione delle ex Banca Marche, Popolare dell’Etruria e del Lazio e Carichieti (rinominate nel frattempo Banca Adriatica, Tirrenica e Teatina) nella capogruppo. Nel processo saranno coinvolte anche la Cassa di Risparmio di Loreto (ex controllata di Banca Marche) e Banca Federico del Vecchio, l’istituto fiorentino di private banking che faceva riferimento a Etruria e che adesso andrà ad arricchire l’offerta di Ubi nel settore. L’operazione di fatto non avrà alcun effetto per il gruppo lombardo guidato da Victor Massiah (nella foto), se non l’emissione di azioni prive di valore nominale al servizio dell’eventuale concambio di azioni Carilo detenute all’1,14% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto.

LE PROSSIME TAPPE

Nei prossimi mesi il focus sarà quindi sull’adeguamento dei sistemi informativi, passaggio fondamentale in ogni integrazione bancaria. L’obiettivo è completare migrazione IT verso il sistema Ubi entro il febbraio del 2018 e Banca Marche potrebbe essere l’ultimo tassello del delicato processo. Nel frattempo procederà l’estensione delle linee guida strategiche e del modello di business al perimetro delle tre banche.

IL PIANO

In particolare, il piano prevede la piena integrazione delle good bank nella rete commerciale Ubi, il ri-prezzamento della raccolta a breve termine (circa il 90% della raccolta totale delle tre banche) e una significativa riduzione degli oneri operativi attraverso l’incremento della produttività complessiva che comporterà anche la riduzione dell’organico e l’ottimizzazione delle altre spese amministrative.

LO SCENARIO

L’aggiornamento del piano del maggio scorso prevede a livello di gruppo l’uscita di circa 4 mila risorse, di cui 2.170 con accesso al fondo di solidarietà e l’ingresso di circa 900 persone in arco di piano (oltre un quarto già assunti nei primi mesi del 2017) in aggiunta alle circa 200 risorse assunte nella seconda parte del 2016.

Pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi


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