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Unicredit, che cosa farà Mustier con gli Npl

Di Luca Gualtieri e Andrea Montanari
npl

Unicredit prepara il secondo atto nel processo di smaltimento dei crediti deteriorati. Dopo il closing del progetto Fino (17,7 miliardi di valore nominale), in questi primi giorni di settembre ci sarebbe una nuova vendita ai nastri di partenza. L’operazione era nell’aria da tempo (si veda MF-Milano Finanza del 19 maggio scorso) e oggi sarebbe già al vaglio di potenziali investitori, come Pimco e Fortress.

PROGETTO FIRENZE

Si tratterebbe del Progetto Firenze, un processo competitivo che ha per oggetto uno stock dal valore nominale compreso tra 1 e 1,5 miliardi. Secondo quanto appreso da fonti legali vicine al dossier, il portafoglio avrebbe una natura composita, con crediti principalmente chirografari e una parte di ipotecario, come spesso avvenuto per gli stock arrivati sul mercato negli ultimi mesi. La dismissione dovrebbe chiudersi entro fine anno, consentendo così a Unicredit di registrarne il beneficio in bilancio con un’ulteriore miglioramento del npl ratio. Il piano industriale Trasform 2019 prevede infatti una decisa attività di de-risking con il rafforzamento dei tassi di copertura per superare le eredità del passato in termini di qualità dell’attivo. Non si può quindi escludere che dopo questa cessione ce ne possano essere altre, magari di importo simile, per raggiungere gli obiettivi presentati al mercato.

PORTAFOGLIO FINO

Intanto, dopo il closing, ad agosto è partita la cartolarizzazione del portafoglio Fino, seguita, tra gli altri, dagli studi legali Rcc, Allen & Overy Orrick Herrington & Sutcliffe e Legance. L’obiettivo della banca e degli investitori è ottenere la garanzia pubblica (Gacs) sulla tranche senior, quella cioè più sicura, favorendo così il prezzo di collocamento. Per questa ragione proprio in queste settimane sarebbero in corso i contatti con le agenzie di rating.

LE ALTRE BANCHE 

Unicredit comunque non è l’unica banca al lavoro sullo smaltimento dei crediti deteriorati. Intesa Sanpaolo ha scelto una strategia meno aggressiva, puntando soprattutto sulle attività di gestione attraverso la divisione Capital Light Bank. Non bisogna però dimenticare che nei mesi scorsi la Ca’ de Sass ha ceduto un portafoglio da 2 miliardi di euro di valore nominale a Christofferson Robb & Company (Crc) e Bayview, mentre è in corso la dismissione di un pacchetto da 1,35 miliardi battezzato Project Rep, per il quale sarebbero in lizza Gwm in tandem con Pimco, Pillarstone assieme a Kkr e Coima e infine Tpg insieme con Starwood e Prelios.

DOSSIER BANCO BPM

Sul mercato è in arrivo anche un secondo portafoglio di Banco Bpm, dopo il progetto Rainbow chiuso prima dell’estate, mentre nel mondo del credito cooperativo sono in dirittura di arrivo un paio di operazioni di sistema. L’operazione dimensionalmente più consistente resterà comunque la cartolarizzazione con cui il Montepaschi si libererà di oltre 26 miliardi di euro di sofferenze entro il giugno del prossimo anno. L’operazione sarà incardinata già entro dicembre con la costituzione del veicolo e l’emissione della prima tranche, mentre per la garanzia pubblica bisognerà attendere i primi mesi del 2018. Ancora tutto da costruire sembra invece lo smaltimento dei crediti deteriorati delle due banche venete. Le sofferenze delle ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbero confluire nella Sga, anche se la società guidata da Marina Natale dovrà dotarsi delle risorse per gestirle e raggiungere gli ambiziosi obiettivi di recupero fissati dal governo.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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