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Unione bancaria e il migliore dei mondi possibili

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L’unione fa la forza. Non tanto, a giudicare dalle vicissitudini di un’Europa che perde pezzi qua e là. Però l’unione fa la resilienza, la capacità di assorbire gli urti senza rompersi in mille pezzi, almeno fino a oggi. È quanto emerge dall’intervista di Telos A&S a Nicolas Véron, economista francese, cofondatore del think tank Bruegel a Bruxelles. Véron sottolinea l’importanza di un sistema di vigilanza giovane come l’Unione Bancaria che trasferisce, dagli Stati Membri al Meccanismo di Vigilanza Unico (del quale le autorità nazionali di vigilanza fanno in ogni caso parte insieme alla BCE), le competenze di controllo e vigilanza sulle banche. Almeno quelle grandi, quelle che vengono definite di importanza sistemica. Rafforzamento o amputazione? Garanzia o ingerenza? Secondo Véron, malgrado molti limiti, l’Unione Bancaria si è rivelato uno strumento utile per mantenere la stabilità dell’Eurozona. La domanda che ci dobbiamo porre è se tutti questi poteri trasferiti alle istituzioni europee non stiano piuttosto diventando un vaccino contro l’Europa stessa, che poterà al decesso per malattia auto-immune. Una malattia che si chiama euroscetticismo, che fa rima con sovranismo o, … completate come preferite.

Nel mio mestiere di lobbista vedo spesso uno scollamento tra le regole dell’euroburocrazia e le realtà nazionali. Il risultato è, talvolta, un clima di deresponsabilizzazione e di eterna giustificazione dei vari “non si può fare”, accampando la vecchia e cara scusa: “ce lo impone l’Europa”.

Tuttavia se miriamo ad affrontare i grandi temi del nostro secolo – come le migrazioni, la crescita, i cambiamenti climatici – non possiamo pensare che ogni Paese faccia per conto suo. Ci piaccia o no, le regole servono e servono anche le istituzioni che le difendono. L’importante è non pensare che queste regole siano scolpite nella pietra e non si possano migliorare. Ma, per questo, ci siamo noi lobbisti. Del resto, come cantavano i Morcheeba, Rome wasn’t built in a day. Figuriamoci l’Unione Europea.

Leggi l’intervista a Nicolas Véron su PRIMOPIANOSCALAc

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