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Alla ricerca di una politica che non c’è più

impresa, governo, femminicidio

È un autunno struggente con giornate e colori straordinariamente caldi e ai primi di ottobre il popolo italiano ancora abbronzato pare essere destinato a sorbirsi i malanni dei partiti e dell’informazione alla ricerca di una politica che non c’è più. Dopo aver gufato l’eccellente risultato tedesco in cui il giorno dopo alla chiusura delle urne si è aperto un negoziato politico e programmatico, sicuramente complicato e non breve, ma certo nella sua realizzazione abbiamo ben visto il governo della “grande coalizione” fin dal primo momento in cui si è realizzata, alla luce del sole e non negli sgabuzzini di partiti,  come avviene da noi, che rappresentano solo i loro malandati gruppi dirigenti.

Peraltro è ciò che prevede la democrazia parlamentare e la Costituzione tedesca e in Italia il populismo imperante e l’incapacità di avere una classe dirigente che possa onorare questo Paese e questo titolo, dopo aver denigrato il sistema che si rivela  sempre di più il più forte e stabile d’Europa dovrebbe imparare dalla Mutti come dare una regolata a quella proposta di legge elettorale pasticciata e impresentabile al popolo italiano di cui straparlano nelle segrete stanze: abbiamo subito il maggioritario, il bipolarismo, l’alternanza maccaronicamente declinate per salvare i magnanimi lombi e la bulimia del potere. Siamo a ridosso delle elezioni e ci propongono una legge elettorale incomprensibile a loro stessi che balbettano sia in TV che sui giornaloni facendoci solo capire che con tutta probabilità non ci consegneranno un vincitore – perché nessuno avrà voti a sufficienza e le vecchie coalizioni del bipolarismo che videro realizzare un fatiscente sistema politico ora non si possono replicare poiché è evidente che cinque stelle, Forza Italia e compagnia, e Pd frantumato, rappresentano un panorama tripolare.

Con le manie di protagonismo dei vari leaderetti è evidentemente impossibile fare le coalizioni preventive e anche post eventuale vittoria consumandosi quotidianamente un conflitto acido, inconcludente con una proposta demenziale che viaggia su un proporzionale (senza nemmeno il correttivo del voto disgiunto), l’azzeramento della soglia di sbarramento (altrimenti del 3%) per quelle liste che si presenteranno apparentate a quelle maggiori, cosa che, alla faccia della pretesa semplificazione maggioritaria, degenererà in un proliferare di listarelle individuali o poco più, con un 5 stelle che si è inventato il metodo berlusconiano e prodiano del “candidato premier” grande bugia consumata da chi ha voluto prendere per i fondelli gli italiani facendoci credere-ma bastava leggere la Costituzione che non lo prevedeva- che con il nostro voto avremmo potuto anche scegliere e nominare il capo del governo. Dunque la Germania avrà il quarto governo Merkel, nei tempi e nei modi necessari per fare in modo che duri la legislatura e produca decisioni (sulle quali alla prossima occasione i tedeschi si esprimeranno promuovendo o bocciando chi le avrà prese), mentre noi Italiani siamo in balia di chi non ha né la forza né l’intelligenza di dare vita ad un’alleanza vasta o addirittura un “governo del Presidente” che eviti il vuoto e il ritorno alle urne dopo tre mesi, con una povertà e una litigiosità politica  culturale e normativa che sbarra la strada alla realizzazione di ciò che altrove è considerato normale e dove soprattutto vive e si confronta democraticamente una classe dirigente degna di essere definita così e di stare alla guida di un Paese.



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