Skip to main content

Elezioni Sicilia, ecco tutti gli ultimi sondaggi su Musumeci, Cancelleri, Micari e Fava

Sondaggi ufficiali e presunte fake news. Candidati in ascesa e partiti in calo. Sfide sul territorio e possibili ripercussioni sulle prossime politiche. Le elezioni regionali della Sicilia entrano nel vivo con le ultime polemiche. I cinque aspiranti governatori sono in piena campagna elettorale in vista del voto del 5 novembre e, dati alla mano, provano ad anticipare i risultati delle urne. I principali protagonisti sono l’esponente di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, Nello Musumeci, il candidato del M5s, Giancarlo Cancelleri, e quello di Pd e Ap, Fabrizio Micari. Tra gli outsider, invece, spicca il bersaniano Claudio Fava, in campo con Mdp, mentre l’indipendentista Roberto La Rosa, candidato con la lista civica Sicilia libera, proverà a infastidire i grandi partiti. All’appuntamento elettorale mancano due settimane, ma lo scenario sembra già delineato. Almeno stando agli ultimi rilevamenti, secondo cui, a giocarsi la poltrona di Palazzo d’Orléans, sede della Regione, saranno Musumeci e Cancelleri.

UNA POLTRONA PER DUE

Nella recente analisi condotta da Demos e pubblicata da Repubblica, Musumeci è leggermente favorito rispetto a Cancelleri. Il candidato del centrodestra è al 35,5%, mentre il grillino insegue al 33,2%. La vera sorpresa, però, sta a sinistra: il Pd, che ha chiesto al governatore uscente, Rosario Crocetta, di non ricandidarsi per il secondo mandato per sostenere Micari insieme con gli alfaniani, è staccato da Musumeci e Cancelleri ed è tallonato dal Mdp. Micari, secondo Demos, è al 15,7%, con Fava che raggiunge il 13,8%. Per i bersaniani, che a livello nazionale s’attestano tra il 3 e il 4%, sarebbe un risultato eclatante. Sul percorso dei dem, invece, potrebbe pesare proprio l’eredità di Crocetta: il 78% degli elettori siciliani, sul presidente uscente, ha un’opinione negativa. Al momento, il quinto candidato, La Rosa, è fermo all’1,8%. Il centrodestra e il M5s sono i favoriti anche nei sondaggi riservati analizzati da Formiche.net. Musumeci viene accreditato di un bacino potenziale di voti pari al 36%, mentre Cancelleri è dato al 30%. Anche in questo caso, nelle prime due posizioni non si hanno notizie di Micari, attestato tra il 16 e il 18%, con Fava tra il 10 e il 12%. Per Demopolis, che ha raccolto le intenzioni di voto dei siciliani dal 17 al 19 ottobre, il testa a testa tra Musumeci e Cancelleri è serrato. I due, secondo la rivelazione pubblicata dal Giornale di Sicilia, sono separati da un solo punto: 36% contro 35%. Entrambi, però, hanno un bacino potenziale del 42% composto da elettori che prendono in considerazione più opzioni e che non escludono, oggi, di poterli votare il 5 novembre. “A 16 giorni dalle elezioni”, ha confermato il direttore dell’Istituto Demopolis, Pietro Vento, “la sfida per la conquista di Palazzo d’Orléans resta decisamente aperta”. Micari, col 21%, sarebbe sempre fuori dai giochi, ma almeno terrebbe a distanza Fava, fermo al 7%. Demopolis, oltre ai consensi di candidati e partiti, ha analizzato il dato dell’astensione: oggi come oggi, il 52% degli aventi diritto, circa 2 milioni e 400mila siciliani, non andrebbe a votare. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Piepoli e diffusi da Affaritaliani, invece, quello di Musumeci su Cancelleri sarebbe un trionfo. Il candidato del centrodestra sfiora il 40%, mentre il grillino è sotto il 30: per il M5s, che punta a governare la sua prima regione italiana, sarebbe un flop. Sotto il 20%, invece, sia Micari, sia Fava.

IL SONDAGGIO FANTASMA

C’è un sondaggio che, in Sicilia e non solo, fa discutere. E’ quello dell’agenzia Keix, al momento l’unico a dare in vantaggio Cancelleri su Musumeci: 33,2% contro 33,0%. “Partendo dalla premessa che i sondaggi lasciano il tempo che trovano, e gli errori degli ultimi anni lo testimoniano ampiamente”, hanno evidenziato i deputati del M5s nel parlamento siciliano, “vorremmo sottolineare un paio di cose. Quest’ultima rilevazione quantomeno si basa su un campione più ampio, doppio di quello solitamente utilizzato dagli altri istituti di ricerca. Non solo. In questo è indicato un minimo di metodologia, al contrario di tante delle precedenti rilevazioni, come il face to face nei principali luoghi di aggregazione e il web”. Per alcune testate nazionali, però, il sondaggio sarebbe una sorta di fake news. “ll sondaggio citato da Beppe Grillo”, ha scritto il Giornale riprendendo a sua volta la Stampa, “sarebbe un falso. Infatti della società che avrebbe effettuato la rivelazione, la Keix per Marketing in politica, non c’è traccia sul portale curato dalla presidenza del Consiglio”, vale a dire sondaggipoliticoelettorali.it. “Secondo una norma del 2000”, si legge ancora sul quotidiano milanese, “debbono essere obbligatoriamente resi disponibili tutti i sondaggi che abbiano valenza politica ed elettorale. Di fatto, sul sito della società ci sono pochissimi contenuti e diverse notizie, invece, riguardano proprio Luigi Di Maio e il Movimento cinque stelle. A quanto pare, dunque, questa società di ricerca per il momento resta un fantasma”. Su sondaggipoliticoelettorali.it, però, in data 20 ottobre compare una rivelazione di Mrs srl Keix. Possibile che il sondaggio che dà in vantaggio Cancelleri, sul sito di riferimento del governo, sia stato inserito in seguito ai pezzi usciti sul web. In questo caso, al pari delle altre analisi, andrebbe considerata attendibile.

TUTTI I TIMORI DEL PD

Se, come prevedono le analisi, il testa a testa sarà tra Musumeci e Cancelleri, la parte del grande sconfitto verrebbe recitata dal Pd. Il timore, nel partito di Matteo Renzi, c’è. Anche in ottica politiche. Micari non l’ha nascosto. Dall’altra parte, però, ha attaccato Mdp, che non ha voluto confluire nella coalizione di centrosinistra per la presenza di Ap. “Se teniamo conto dei sondaggi, sommando le percentuali che mi vengono attribuite con quelle che vengono date a Fava, il pronostico è vicino a quello di Musumeci e Cancelleri”, ha detto Micari. “Sono stati i vertici romani di Mdp a non volere l’intesa, nonostante i dirigenti locali fossero stati i primi a convergere sul mio nome”. Il rettore dell’università di Palermo resta comunque fiducioso. “Un sondaggio che non tiene conto delle liste dei candidati non serve a nulla, se non a drogare il sistema. Questi sondaggi non sono coerenti col meccanismo di voto in Sicilia, legato alle forze locali”. Da una parte, Micari mette in discussione le previsioni. Dall’altra, le legge e si preoccupa.



×

Iscriviti alla newsletter