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Alitalia, tutti i rilievi dei tecnici di Camera e Senato sul prestito-ponte

LUIGI GUBITOSI, alitalia

Il prestito ponte concesso all’Alitalia, aumentato nel frattempo da 300 a 600 milioni di euro e allungato a 12 mesi, potrebbe rientrare nella categoria degli aiuti di Stato. Torna la polemica sul finanziamento straordinario concesso alla compagnia, ma stavolta ad avanzare dubbi sono gli stessi tecnici di Camera e Senato nella loro analisi del dl fiscale 148/2017.

I NUMERI

Il primo prestito, quello di 600 milioni, era stato concesso nel maggio scorso, pochi giorni dopo l’ammissione di Alitalia alla procedura di amministrazione straordinaria, per consentire la regolarità delle operazioni di volo. Paga interessi al tasso Euribor a sei mesi maggiorato di mille punti base, pari a un tasso di circa il 10%, e avrebbe dovuto essere rimborsato il 5 novembre prossimo, «in prededuzione, con priorità rispetto a ogni altro debito della procedura».

IL DECRETO

Non solo. Quella somma, comprensiva di capitale e interessi, secondo il decreto interministeriale che ha autorizzato il prestito ponte, avrebbe dovuto «essere versata, nel 2017, all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnata, per un importo pari a 300 milioni di euro al fondo finalizzato a integrare le risorse iscritte in bilancio statale destinate alle garanzie prestate dallo Stato e, per l’importo eccedente, al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato».

I TEMPI

Se ne riparlerà, invece, nel 2018, perché quella prima erogazione concessa all’Alitalia è stata prorogata al 2018, e con il dl fiscale se n’è aggiunta una seconda di 300 milioni. Totale, 900 milioni, che secondo i tecnici «sembrano rientrare nella materia degli aiuti di Stato, dettagliatamente disciplinata dall’ordinamento dell’Unione europea», che definisce tali «gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsa con le funzioni re la concorrenza».

LA RICHIESTA

Si chiede perciò di conoscere quale sia stata la valutazione della Commissione europea sul caso dei 600 milioni già concessi alla compagnia, e «si segnala che anche l’ulteriore finanziamento di 300 milioni di euro dovrebbe essere assoggettato al medesimo regime di notifica».

DOSSIER AIUTI

Gli stessi tecnici ricordano comunque il prestito ad Alitalia potrebbe rientrare nell’ambito degli aiuti al salvataggio dell’impresa, che consentono di fornire un sostegno finanziario temporaneo in caso di «acuta crisi di liquidità o insolvenza tecnica, per consentire di guadagnare tempo per analizzare le circostanze all’origine delle difficoltà ed elaborare un piano idoneo a porvi rimedio». Ma c’è una condizione: «I prestiti devono essere rimborsati e le garanzie devono cessare entro un termine non superiore a sei mesi dall’erogazione della prima rata al beneficiario. La Ue obbliga gli Stati membri a presentare «la prova che il prestito è stato integralmente rimborsato o, in alternativa, un piano di ristrutturazione o di liquidazione. Solo in questi ultimi due casi il prestito può essere prorogato, sempre che la Commissione dia parere positivo. Insomma, qualche dubbio rimane.

LE OFFERTE

Intanto, i commissari straordinari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari vanno avanti nell’esame delle offerte vincolanti (7 plichi, con una rosa che probabilmente sarà ristretta 5). I sindacati sono stati convocati per il 2 novembre proprio per fare il punto sugli sviluppi della procedura di vendita, che non si concluderà prima di settembre 2018. Anche in ragione di questo allungamento dei tempi, i commissari hanno deciso di ufficializzare la prima linea manageriale snellita e con le funzioni accorpate in 7 direzioni. Il nuovo organigramma vede Massimo Iraci a capo di Strategie e Operazioni, Fabio Lazzerini direttore commerciale, Luciano Sale responsabile Risorse Umane, Cristina De Berardinis a Finanza & Procurement, Roberto Tundo all’Information Technology, Paolo Massimiliano Quaini responsabile degli Affari legali, e Giorgio Casana, a capo dell’Audit interno. Dall’arrivo dei commissari, il numero dei dirigenti è stato tagliato del 25%.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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