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Atlantia-Abertis, ecco che cosa succederà dopo l’ok dell’Antitrust Ue

Giovanni Castellucci

Questo matrimonio s’ha da fare. A dirlo, la commissaria alla Concorrenza dell’Unione Europa, Margrethe Vestager, che ha dato la propria benedizione alla fusione tra Atlantia e Abertis pochi giorni dopo il nulla osta giunto dalla Consob iberica.
L’unione tra la società guidata da Giovanni Castellucci (nella foto) e il gruppo spagnolo Abertis Infraestructuras è destinata a comporre un campione mondiale nel settore delle infrastrutture. Per ulteriori dettagli sull’operazione vi rimandiamo qui.

ADESSO SI ATTENDE MERCOLEDI’ PER LA CONTROMOSSA DI ACS

Ma la partita non si è ancora chiusa. Il giorno cruciale per capire come terminerà l’operazione sarà il prossimo 18 ottobre, quando, Hochtief, la controllata tedesca di Acs, convocherà l’assemblea per decidere il lancio della tanto temuta controfferta su Abertis.
Voci di corridoio parlano di un’operazione da 17 miliardi di euro, di cui 12 in contanti e 5 con azioni da scambiare con quelle di Abertis. Entro il 19 ottobre (termine per presentare nuove offerte secondo la legge spagnola), dunque, sarà possibile sapere quale strada prenderà la trattativa.

PER BANCA IMI NON SI TRATTA DI UN’OFFERTA COMPETITIVA

Il fronte tedesco non dovrebbe comunque spaventare la società italiana: “Riteniamo che, se la proposta di Acs valorizzerà Abertis a 17 euro per azione e verrà finanziata con una grande componente di azioni Hocthief, sia improbabile che possa essere abbastanza interessante per convincere gli investitori a preferire una soluzione spagnola”, hanno infatti scritto gli analisti di Banca Imi.

I TEMPI POTREBBERO ALLUNGARSI

L’unico effetto reale che può produrre tale mossa è allungare ulteriormente i tempi di gioco. Infatti, secondo quanto prevede la legislazione spagnola, occorrerà prima che la Comisión Nacional del Mercado de Valores, l’autorità di mercato iberica, analizzi e dia il proprio nulla osta alla nuova offerta, congelando di fatto anche la posizione della società italiana. Solo dopo Atlantia potrà eventualmente rilanciare. Nel frattempo, però, tale interruzione darebbe modo agli spagnoli di cercare altre possibili soluzioni.

PER REUTERS ATLANTIA GIA’ PRONTA AL RILANCIO

Per questo, al fine di assicurarsi l’acquisto, Atlantia sarebbe comunque pronta a ritoccare al rialzo la propria offerta. Le fonti, scrive Reuters, ipotizzano un range tra 17,5 e 18 euro rispetto ai 16,5 euro della componente cash dell’offerta annunciata a maggio. “Con un rialzo del prezzo – ha dichiarato una delle fonti all’agenzia di stampa britannica – la parte carta dell’offerta perderebbe di senso e l‘operazione potrebbe assumere una connotazione prevalentemente cash”.

L’OPA SU SAVE

Intanto, la società fondata da Alessandro Benetton, ha fatto sapere, con una nota, che il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di aderire all’offerta pubblica di acquisto obbligatoria cedendo l’intera quota del 22,1% detenuta nel capitale di Save. Si conclude dunque nel migliore dei modi per Enrico Marchi e i suoi soci l’Opa (lanciata con il sostegno dei fondi Infravia e Deutsche Am) sulla società che gestisce l’aeroporto “Marco Polo” di Venezia. In tal modo, sarà così possibile per Marchi togliere da Piazza Affari lo scalo veneziano, che verrà fuso con Agorà, il veicolo che ha lanciato l’offerta, facendosi carico anche del debito contratto per finanziare l’Opa che lo ha portato a superare il 95% del capitale (96,37%), per un costo complessivo di 457 milioni di euro.

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