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Bitcoin e Ethereum, differenze e applicazioni future delle criptovalute

Bitcoin, Ethereum, criptomonete. Bolla sì, bolla no, il dibattito su speculazione e monete virtuali oggi in circolazione riporta alla mente le paure e i dubbi della dot-com bubble degli anni Novanta. Timori che sono ingigantiti dalla complessità tecnologica che caratterizza queste nuove valute agli occhi del grande pubblico. Ma qual è la vera differenza tra bitcoin e tecnologie similari, come l’Ethereum?

IL BITCOIN

Definizione semplicistica del bitcoin è quella di “dollaro digitale”, una moneta passepartout che però sfugge alla regolamentazione formale da parte di una banca centrale. Non si tratta di una tecnologia, ma di una società che permette di detenere soldi in maniera digitale.

Basta creare un account su siti come Coinbase per scambiare bitcoin, il cui prezzo fluttua sulla base della classica domanda e offerta. Ultimo trend è quello della conversione di bitcoin in “token”, che le società emettono durante una ICO, o Initial Coin Offering, operazione che permette di investire in una società acquistando token grazie ai bitcoin. “Gettoni” che operano su un mercato secondario, svincolato dall’andamento del mercato della valuta Bitcoin.

Ma perché acquistare bitcoin? Per differenziare i propri investimenti o perché si è fiutato un trend rialzista che sorprende, con lo sfondamento della quotazione record di 6.000 dollari e la previsione di raggiungere i 25.000 dollari nel 2022.

L’ETHEREUM

Ethereum, come sottolinea Forbes, è un sistema di criptovaluta che molti analisti credono il bitcoin del futuro. Se bitcoin è stata la moneta digitale leader fin dall’inizio, il prezzo di ogni altcoin (e ce ne sono molte) è parametrato sulla base della quotazione del Bitcoin.

Ethereum ha origini relativamente recenti. La criptovaluta infatti ha poco meno di anni di vita, rispetto agli otto del Bitcoin. È stata creata alla fine del 2014 dal poco più che ventenne Vitalik Buterin, un programmatore russo che, dopo aver abbandonato gli studi universitari, si è dedicato allo sviluppo della moneta concorrente del bitcoin.

Ma ciò che differenzia veramente Ethereum è la sua tecnologia, non il fatto che sia un’altra cryptocurrency. “Ether”, la moneta del sistema Ethereum, proprio come bitcoin viene scambiato e utilizzato dagli investitori per le ICO. Ma Ethereum è una tecnologia ledger – di registro – che le aziende stanno usando per costruire nuovi programmi. Rispetto al Bitcoin, Ethereum è stata pensata come uno strumento per le transazioni tra imprese. Buterin ha messo a punto un protocollo di fiducia su cui costruire contratti tra due parti, che si possono applicare in settori completamente differenti tra loro, dalla finanza all’energia, senza la necessità di intermediari come i notai. E con tempi estremamente più veloci rispetto a quelli previsti per le transazioni di Bitcoin, e con software di gestione molto più accessibili.

L’ETHEREUM ENTERPRISE ALLIANCE

In poche parole: un bitcoin 2.0 nato per innovare, riscuotendo grande interesse. Non è un caso che sia nato Ethereum Enterprise Alliance, un super consorzio di aziende che collaborano per l’integrazione nelle loro infrastrutture della tecnologia “smart contract”, “contratti intelligenti” che possono automatizzare applicazioni estremamente complesse.

IL POTENZIALE DI ETHEREUM NELL’INTERNET OF THINGS

Il potenziale di Ethereum si concretizzerà nel settore IoT, l’Internet of Things. Letteralmente “Internet degli oggetti”, IoT è l’espressione utilizzata ormai da qualche anno per definire la rete delle apparecchiature e dei dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet: possono essere sensori per il fitness, automobili, radio, impianti di climatizzazione, ma anche elettrodomestici, lampadine, telecamere, pezzi d’arredamento, container per il trasporto delle merci. Insomma qualunque dispositivo elettronico equipaggiato con un software che gli permetta di scambiare dati con altri oggetti connessi.

La tecnologia Ethereum potrà permettere l’interazione tra sistemi a cui facciamo riferimento ogni giorno. Un esempio? I veicoli autonomi potrebbero aver la necessità di condividere con altri veicoli o altri sistemi di monitoraggio non solo la propria posizione ma anche dati come l’efficienza energetica o il numero di passeggeri nell’auto. Scambi informativi che usufruiranno della tecnologia Ethereum, espandendo la sua portata ben oltre il settore prettamente finanziario.


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