Si è svolto a Roma presso l’Accademia dei Lincei, il convegno ‘Clima, agricoltura, migrazioni: risultati scientifici e scenari possibili’, organizzato dal Consiglio nazionale delle ricerche con la presidenza del Consiglio dei ministri, in preparazione della Giornata mondiale dell’alimentazione organizzata per il 16 ottobre.
A pronunciare i saluti di benvenuto sono stati: Alberto Quadrio Curzio, presidente Accademia nazionale dei Lincei, Massimo Inguscio (in foto), presidente del Cnr, José Graziano da Silva, direttore generale Fao e Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei ministri.
Il convegno ha offerto l’occasione per discutere dell’impatto del cambiamento climatico su biodiversità, agricoltura, foreste e capacità di adattamento delle specie animali e vegetali, con particolare riferimento a quelle a rischio estinzione e di rilevanza per l’alimentazione e la salvaguardia del territorio.
A 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri, il nostro pianeta sta vivendo quella che gli scienziati definiscono ‘la sesta estinzione di massa’; negli ultimi decenni infatti, le feroci pratiche di sfruttamento del territorio hanno impoverito la biodiversità del Pianeta e le calamità naturali collegate ai cambiamenti climatici, provocato numerose morti, flussi migratori e danni economici collettivi.
Come afferma il presidente Gentiloni, “è forte il nesso esistente tra flussi migratori, clima e sicurezza alimentare. Dopo un decennio segnato dalla significativa riduzione del numero di persone che nel mondo si trovano in condizioni di malnutrizione, si assiste ora, ad un nuovo aumento di questa cifra. Ciò è in parte causato dai fenomeni climatici oltre che dagli effetti di guerre e crisi locali”.
Il cambiamento climatico conseguenza del riscaldamento globale, è dunque un fenomeno attuale che mostra avere effetti anche sul piano geopolitico ed economico, per questa ragione, il legame fra riscaldamento del globo e migrazioni, viene trattato in occasione di eventi istituzionali internazionali come il G7.
Un caso dibattuto è quello del continente africano, ad oggi, le terre in Africa risultano in buona parte degradate, l’effetto dei lunghi periodi di siccità sull’agricoltura di sussistenza praticata in questo continente, ha tuttora importanti conseguenze sul sostentamento della popolazione autoctona ed è la motivazione che ha spinto circa 25 milioni di persone fin ora, a migrare verso lidi meno ostili.
È quindi necessario rivitalizzare le terre e scongiurare la vendetta di Madre Terra; per fare questo bisogna prendere coscienza degli effetti che il cambiamento climatico ha sul nostro pianeta.
“Siamo consapevoli della necessità di gestire il fenomeno migratorio in modo equilibrato”, precisa Gentiloni,“per questo, bisogna puntare su modelli di sviluppo sostenibile dell’agricoltura e la premessa da fare, se vogliamo contribuire a contenere anche le spinte migratorie interne, è che il governo risponda alla ‘domanda di scienza’ esistente nelle nostre società”.
“In questo contesto è dunque fondamentale il ruolo della ricerca, che si prodiga per comprendere gli impatti del cambiamento climatico e migliorare la resilienza ambientale e produttiva”, conclude il presidente del Consiglio, il quale sottolinea poi come a livello politico, la base di lavoro da cui partire sia il rispetto dell’accordo di Parigi, che “deve essere rispettato premendo anche sui nostri amici americani. E aumentando globalmente gli impegni finanziari per contrastare i cambiamenti climatici in tutto il mondo”.