La competizione elettorale in Sicilia entra nel vivo delle polemiche. Gli schieramenti in campo sembrerebbero rispecchiare il quadro nazionale.
I sondaggi indicano un testa a testa tra il candidato del M5s e quello del centrodestra. Il candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari, attuale rettore dell’Università di Palermo è stato criticato con forza da molti docenti universitari per la sua scelta di non dimettersi – il manifesto contro Micari è stato firmato da oltre 70 professori – nel quale si evidenzia che la scelta di rimanere rettore, nel pieno di una campagna elettorale in cui Micari è uno degli attori principali, mina nelle fondamenta il suo ruolo di garante dell’istituzione universitaria.
Tra i primi firmatari del documento Andrea Piraino, ordinario di Diritto costituzionale e per lungo tempo segretario dell’Anci Sicilia, oltre ai docenti, appartenenti a facoltà diverse, Gianfranco Lovison, Claudio Leto, Mario Enea, Valeria Militello, Stefano Barone, Giulio Ghersi, Giovanna Bruno, Alberto Lombardo e Virgilio Caleca, Carmelo Sunseri.
Il candidato della sinistra, Claudio Fava, attuale vice presidente della commissione parlamentare antimafia, ha accusato Micari di avere utilizzato il suo ruolo istituzionale e la mailing list universitaria per comunicare la sua scelta politica, realizzando, nei fatti, una promozione elettorale a costo zero e con strumenti pubblici.
La lista del presidente creata a sostegno di Micari, dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e dall’attuale governatore, Rosario Crocetta, rischia di non raggiungere la soglia di sbarramento del 5%, posta su base regionale dalla normativa siciliana, a causa dell’esclusione della lista da Messina, a cui è seguito un ricorso, che è stato rigettato dal Tar Sicilia.
Il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, si trova a fronteggiare le polemiche per l’arresto del sindaco di Priolo, Antonello Rizza, in competizione per uno scranno all’Assemblea regionale siciliana nelle liste di Forza Italia, che successivamente all’arresto si è dimesso da sindaco.
Il candidato del Movimento 5 stelle, Giancarlo Cancelleri, attuale consigliere regionale, che accusa i suoi concorrenti di scarsa coerenza, ha designato come assessore in pectore Angelo Cambiano, già sindaco di Licata, comune in provincia di Caltanissetta, sfiduciato dal Consiglio comunale per le sue scelte sull’abbattimento delle case abusive, ma sostenuto nella sua corsa a sindaco, nel 2015, anche da Forza Italia.
La campagna elettorale in Sicilia è nei fatti caratterizzata da un silenzio assordante nelle città e nei piccoli comuni, dove la gente, forse stanca delle tante contraddizioni presenti nei vari schieramenti, preferisce, purtroppo, sostenere il partito dell’assenteismo dal voto anziché quello della partecipazione.