Due attori di primissimo piano della finanza italiana si ritrovano al tavolo delle trattative per un’operazione di non performing loan. Intesa Sanpaolo sta procedendo con decisione nello smaltimento degli stock e, dopo il progetto Beyond the Clouds, avrebbe lanciato un’operazione dal nome suggestivo, Sherazade. Nel dettaglio si tratterebbe della cessione di un portafoglio di crediti unsecured dal valore nominale di circa 600 milioni. Nello stock ci sarebbero 65 mila posizioni relative a operazioni di credito al consumo e cessione del quinto che il gruppo guidato da Carlo Messina punta a deconsolidare in tempi brevi. Ieri la banca avrebbe ricevuto le offerte vincolanti e i due finalisti sarebbero Mediobanca Credit Solution e il gruppo norvegese Lindorff.
I PRETENDENTI
Nata nel 2003 all’interno del gruppo di Piazzetta Cuccia con l’obiettivo di garantire servizi di credit management, MBCredit Solutions (ex Creditech) ha iniziato a investire in portafogli di npl unsecured, in particolare prestiti al consumo. La società guidata dall’ad Francesco Barelli Terrizzi ha già chiuso operazioni importanti e adesso punta ad acquistare lo stock messo sul mercato da Intesa. L’altro pretendente è Lindorff, attiva in Italia dal 2014 sotto la guida di Antonella Pagano e reduce dall’acquisizione di Gextra.
LA TEMPISTICA
Dopo la presentazione delle offerte, i tempi per arrivare a un accordo potrebbero essere brevi. Del resto, quest’anno la Capital Light Bank, la divisione guidata da Giovanni Gilli e focalizzata sulla gestione dei non performing asset, è stata molto intensa. Da inizio anno, lo stock complessivo è stato ridotto di circa 3,7 miliardi, portando il deleveraging complessivo dal 2014 a circa 20,8 miliardi. Considerando il perimetro allargato, la riduzione si attesta a oltre 24 miliardi. Sul fronte delle cessioni di crediti deteriorati c’è stato il progetto Beyond the Clouds, un portafoglio di crediti principalmente ipotecari da 2,1 miliardi di valore nominale venduti a Christofferson Robb & Company e Bay View prima dell’estate. Tra le altre operazioni in fase di finalizzazione ci sono invece il Progetto Rep, portafoglio di non performing loan immobiliari in fase di ristrutturazione da 1,35 miliardi, e l’operazione Hemera, un portafoglio di circa 100 immobili, prevalentemente industriali, divenuti di proprietà del gruppo al termine delle procedure concorsuali. Anche all’estero l’attività è stata intensa. In Ucraina, ad esempio, nel primo semestre, è stata conclusa la cessione da circa 11 milioni. Contestualmente, la razionalizzazione organizzativa ha portato a una riduzione degli organici di circa 300 unità. In Ungheria, nell’ambito della bad bank, è stata invece finalizzata la cessione di un pacchetto di non performing loan retail per circa 107 milioni, mentre in parallelo è proseguita l’attività ordinaria di incasso/vendita delle singole posizioni, che ha portato il deleveraging complessivo a circa 420 milioni da inizio anno.
I CONTI
Se le cessioni svolgono un ruolo importante, il pilastro della Capital Light Bank resta comunque l’attività di gestione, confortata dai buoni risultati in termini di recupero. Nel primo semestre dell’anno le attività di recupero della Capital Light Bank hanno incassato più di 800 milioni. Al risultato hanno contribuito sia le gestioni interne che i servicer esterni, ai quali Intesa si appoggia soprattutto per i portafogli di piccolo taglio. Il numero si confronta con i 600 milioni incassati nella prima metà del 2016 e con gli 1,2 miliardi portati a casa nell’intero esercizio. Ancora prima, nel 2014, la banca guidata da Messina aveva recuperato 800 milioni, saliti a 950 nel 2015 quando la Capital Light Bank era già pienamente operativa.
La tendenza al miglioramento per il gruppo è insomma costante e potrebbe essere confermato nei prossimi trimestri. Anche perché Intesa ha messo in atto iniziative volte a incrementare i recuperi, con la predisposizione di sistemi incentivanti dedicati.
GLI SCENARI
Parallelamente procede l’attività di Reoco, il progetto di gestione attiva delle garanzie immobiliari. Nel primo semestre la struttura ha effettuato interventi diretti sia in asta che in auction support, cioè favorendo l’operatività di investitori esterni per avere una gestione più attiva del collaterale immobiliare. A fronte di iniziative di questo genere su circa 80 immobili, ci sono state aggiudicazioni per un controvalore di 15 milioni.
(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)