Il nuovo Monte dei Paschi tornerà in borsa nella seconda metà di ottobre, dopo essere stato ricapitalizzato dal Tesoro per 5,4 miliardi a cavallo dell’estate. Il ritorno sul listino milanese sarà preceduto da un road show per illustrare alla comunità finanziaria i contenuti del piano di ristrutturazione. Il flottante si attesterà al 30%, una soglia curiosamente non lontana da quel 22% che la Rocca registrava dopo il collocamento del 1999. Solo che questa volta il primo azionista non sarà la Fondazione Mps , ma Via XX Settembre.
LE LINEE DEL PIANO
È questa la tabella di marcia che attende la banca senese dopo il via libera delle autorità europee al salvataggio. Le linee generali del piano, del resto, sono state illustrate due giorni fa a Milano dall’amministratore delegato Marco Morelli (in foto), affiancato dal cfo Francesco Mele. In prima fila durante la conferenza c’era anche la responsabile delle risorse umane, Ilaria Dalla Riva, che nei prossimi mesi sarà forse chiamata a gestire il delicato piano di ristrutturazione della banca.
CHE COSA HA DETTO MORELLI
«Monte dei Paschi è tornata in pista, con una struttura operativa molto efficiente e un top management molto impegnato», ha spiegato l’ad. Il piano stima di realizzare entro il 2021 un utile netto superiore a 1,2 miliardi con un roe del 10,7% un ratio patrimoniale Cet1 al 14,7%, un rapporto crediti/depositi inferiore al 90% e un liquidity coverage ratio sotto il 150%. Particolare attenzione andrà al contenimento dei costi con l’obiettivo di un cost/income al 51% nel 2021, livello che, se raggiunto, posizionerà il Monte nella zona di eccellenza delle banche europee.
DOSSIER PERSONALE
Per raggiungere questo target, però, il piano prevede 5.500 esuberi entro il 2021, di cui 4.800 uscite attraverso l’attivazione del fondo di solidarietà, 450 per la cessione o la chiusura di attività e 750 per turnover fisiologico. A bilanciare parzialmente i tagli, sono previste circa 500 nuove assunzioni. Sul fronte delle dimissioni, invece, il Monte chiuderà le sedi estere Mps Banque (Francia) e Mps Belgio, mentre dovrebbe mantenere come unica presenta stabile oltre confine la sede di Shanghai.
IL RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE
Incassato l’ok dalle autorità europee, la prossima tappa per la banca senese sarà il rafforzamento patrimoniale da 8,1 miliardi. L’importo dell’operazione è sceso per ragioni tecniche rispetto agli 8,8 miliardi indicati dalla Bce nel dicembre scorso: l’importo massimo di aiuti di Stato è stato infatti fissato da DgComp in 5,4 miliardi, di cui 3,9 miliardi a servizio dell’aumento di capitale. Questa cifra, sommata al burden sharing da 4,3 miliardi derivante dalla conversione dei subordinati, ha pertanto determinato gli 8,1 miliardi di nuovo fabbisogno. Se insomma l’ammontare dello shortfall è figlio di logiche contorte, concretamente l’aumento servirà per ricostituire il patrimonio dopo la perdita da 3,9 miliardi derivante dalla cessione dei crediti deteriorati.
LE PROSSIME TAPPE
Resta confermato lo schema di condivisione degli oneri fissato dalla legge Salva Risparmio del febbraio scorso che il governo dovrebbe confermare con il decreto in arrivo. I più rischiosi titoli Tier 1 saranno convertiti in azioni al 75% del valore nominale, mentre i Tier 2 (posseduti principalmente dal retail) al 100%. Le azioni di nuova emissione, frutto della conversione di strumenti subordinati e assegnate a controparti retail, saranno acquistate dal Tesoro su richiesta dei possessori. In cambio i risparmiatori riceveranno bond senior per un controvalore pari al minore tra il valore di conversione e quello di acquisto. Quanto alla futura squadra di vertice, Morelli ha preferito non sbilanciarsi: «Io resto ad, ma un ad non si autonomina, lo scelgono gli azionisti. Ora c’è un nuovo azionista, il Tesoro, e la decisione spetta a lui».
(Articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)