Approfondire “l’evoluzione della società in senso tecnologico per articolare una sintesi antropologica che sia all’altezza di questa sfida epocale”. Così Papa Francesco, rivolgendosi ai partecipanti della XXIII assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, ieri 5 ottobre in Vaticano, ha tracciato il “nuovo orizzonte” in cui “vede collocata la missione della rinnovata” accademia guidata da Mons. Vincenzo Paglia. Che “non può essere limitata alla soluzione delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico, sociale o giuridico”, ma che “riguarda la teoria e la pratica della scienza e della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla vita, al suo senso e al suo valore”. Per alcuni l’intraprendere una nuova direzione, per i diretti interessati un impegno e uno sguardo che si ampia.
IL TEMA DELLA SESSIONE: “ACCOMPAGNARE LA VITA” E “NUOVE RESPONSABILITÀ”
Il tema al centro dei lavori, che si svolgeranno il 5 e il 6 ottobre, è “Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica”. Questione che “interpella l’umanesimo planetario, in riferimento ai recenti sviluppi tecnologici delle scienze della vita”. Messo in pericolo dalla “potenza delle biotecnologie, che già ora consente manipolazioni della vita fino a ieri impensabili”. Mentre al contrario per il Papa “l’accompagnamento responsabile della vita umana, dal suo concepimento e per tutto il suo corso sino alla fine naturale è lavoro di discernimento e intelligenza d’amore per uomini e donne liberi e appassionati, e per pastori non mercenari”. Bergoglio si è rivolto a “studiose e studiosi di diverso orientamento religioso e con diverse visioni antropologiche ed etiche del mondo, che condividono la necessità di riportare una più autentica sapienza della vita all’attenzione dei popoli, in vista del bene comune”, ed ha così articolato la sua riflessione in quattro punti principali.
LA DIFFUSA EGOLATRIA
Il primo è quello della diffusa “egolatria”, “un vero e proprio culto dell’io, sul cui altare si sacrifica ogni cosa, compresi gli affetti più cari”. E che “plasma un soggetto che si guarda continuamente allo specchio, sino a diventare incapace di rivolgere gli occhi verso gli altri e il mondo”. La diffusione di questo atteggiamento, ha detto il Papa, “ha conseguenze gravissime per tutti gli affetti e i legami della vita” e si attua nello “spregiudicato materialismo che caratterizza l’alleanza tra l’economia e la tecnica”, che risulta “in contraddizione con la propaganda di un benessere che si diffonderebbe automaticamente con l’ampliarsi del mercato”.
IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA
La seconda riflessione tocca invece la “trasmissione della vita attraverso il matrimonio e la famiglia”, argomento che concerne la “regia dell’intera società”. Non è cioè solo questione “di pari opportunità”, ha detto Bergoglio, ma di “intesa” tra uomini e donne “sul senso della vita e sul cammino dei popoli”. Perché “nessuno dei due – né l’uomo da solo, né la donna da sola – è in grado di assumersi questa responsabilità”. E “l’enciclica Laudato si’ è come un manifesto di questa ripresa dello sguardo di Dio e dell’uomo sul mondo, a partire dal grande racconto di rivelazione che ci viene offerto nei primi capitoli del Libro della Genesi”.
L’IDENTITÀ E LA DIFFERENZA DI UOMO E DONNA
Per questo, e si arriva al terzo punto, “le forme di subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne vanno definitivamente abbandonate”, e va scritto “un nuovo inizio nell’ethos dei popoli”, con “una rinnovata cultura dell’identità e della differenza”, ha detto Francesco. Mentre l’ipotesi di neutralizzare “radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta. Invece di contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale, si vuole cancellare di fatto tale differenza. L’utopia del ‘neutro’ rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita”. Per mezzo cioè di una “manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà, mentre non lo è!”.
LA SENSIBILITÀ PER LE DIVERSE ETÀ DELLA VITA, COME BAMBINI O ANZIANI
Per ultimo, il Papa ha citato il valore “dell’accompagnamento e della cura della vita lungo l’intero arco della sua storia individuale e sociale”, e l’importanza di ritrovare la “sensibilità per le diverse età della vita, in particolare per quelle dei bambini e degli anziani”. In quanto “ci sono in gioco parti dell’anima e della sensibilità umana che chiedono di essere ascoltate e riconosciute, custodite e apprezzate, dai singoli come dalla comunità”. E “la testimonianza della fede nella misericordia di Dio” è “condizione essenziale per la circolazione della vera compassione fra generazioni. Senza di essa, la cultura della città secolare non ha alcuna possibilità di resistere all’anestesia e all’avvilimento dell’umanesimo”.
POLEMICHE E CAMBIO DI ROTTA DEL NUOVO ISTITUTO
La Pontificia accademia per la Vita, il cui nuovo statuto è entrato in vigore il primo gennaio (qui l’approfondimento di Formiche.net) è stata nei mesi scorsi al centro di diverse polemiche, specialmente da parte dei cattolici più tradizionalisti, per via della nomina a membro dell’Accademia del teologo anglicano dell’università di Oxford Nigel Biggar, dichiaratamente abortista (ma che in seguito ha sostenuto essere posizioni sì note, ma legate al passato). Stessa cosa con la mutazione di nome e natura del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, che ora presenta nuovi programmi, corsi, docenti e filosofia ispiratrice (qui l’articolo di Formiche.net).
IL COMMENTO DI MONS. VINCENZO PAGLIA
Nella mattinata di ieri, ai microfoni della Radio Vaticana mons. Paglia, parlando dell’uso del verbo accompagnare nel titolo dell’assemblea, ha spiegato che questo indica la volontà di “evitare che l’uomo sia ridotto ad una macchina o ad un gioco di molecole”, e che perciò “tutte le scienze devono essere coinvolte”. “Di fronte agli sviluppi della tecnica la Chiesa ha la grande chance di poter essere a servizio della persona umana”, ha commentato Paglia. “La nuova Accademia, che ha anche membri non appartenenti alla Chiesa, sceglie di trovare amici e compagni di strada per aiutare l’umanità intera a vivere una migliore qualità della vita”.