La carità cristiana spinge a “mettere al servizio di tutti le conoscenze di ciascuno, l’esperienza acquisita, la sensibilità verso alcuni problemi e sfide”, e a farlo con qualità e professionalità. Lo ha detto mons. Fernando Ocáriz (in foto), Prelato dell’Opus Dei e Gran Cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce, inaugurando martedì 3 ottobre il nuovo Anno accademico 2017/2018.
Era la prima volta che mons. Ocáriz parlava in qualità di Gran Cancelliere, dopo essere succeduto a mons. Javier Echevarría, scomparso il 12 dicembre 2016. Il nuovo Gran Cancelliere è stato tra i professori fondatori dell’ateneo, trenta tre anni fa, quando era docente di Teologia fondamentale.
Di Echevarría ha quindi ripreso “un tema molto caro”, quello della fraternità cristiana vissuta fra coloro che portano avanti un progetto di ispirazione cristiana come la Santa Croce. “Per amore di Dio cerchiamo di vivere pienamente la nostra libertà e responsabilità di cristiani, mettendo al servizio di tutti le conoscenze di ciascuno, l’esperienza acquisita, la sensibilità verso alcuni problemi e sfide”. La carità anche come motore della qualità: “Vogliamo dare il massimo del nostro impegno tradotto in un servizio di qualità”; in questo senso, “la carità spinge verso la professionalità”.
Ricordando che “il bene è diffusivo e non può rimanere tra le mura del nostro palazzo”, mons. Ocáriz ha evidenziato che “la carità fraterna che tentiamo di vivere nell’Università” si proietta all’esterno, raggiungendo anche “tutti quelli che, come ci ha detto spesso Papa Francesco, si trovano nelle ‘periferie esistenziali’”. Pensare allora alle persone “è sempre una motivazione profonda per l’impegno nella propria missione”.
Nell’omelia nella Messa di inaugurazione presieduta nella Basilica di Sant’Apollinare e concelebrata delle autorità delle Facoltà e dell’ISSR all’Apollinare, il Prelato dell’Opus Dei ha sottolineato come, per dare senso allo sforzo nello studio, è necessario frequentare lo Spirito Santo: “I suoi lumi ci permetteranno di contemplare con stupore la profondità dei misteri della fede, ed il suo fuoco farà sì che quelle conoscenze accendano nel nostro cuore sinceri desideri di unirci al Signore e di comunicare il suo amore a molte anime”.
Perché sposarsi? è stato il tema della lezione inaugurale tenuta dal prof. Héctor Franceschi, docente della Facoltà di Diritto Canonico, che ha offerto alcune riflessioni sui capitoli centrali dell’esortazione Amoris laetitia di Papa Francesco, dedicati all’amore coniugale e alla sua naturale fecondità.
Uno degli ambiti fondamentali in cui le famiglie possono incidere per aiutare a superare la “paura dell’impegno” dei giovani è quello della “educazione nelle virtù, non tanto come degli insegnamenti teorici, ma come il modo buono di vivere: il dono disinteressato verso gli altri, la generosità, il saper condividere, il sacrificio, il senso di giustizia, la castità, soprattutto se i figli vedono quelle virtù incarnate nei loro genitori”.
Franceschi ha invitato anche a superare un certo “pessimismo antropologico” per cui sembrerebbe impossibile chiedere oggi ai fidanzati e alle coppie di vivere fedelmente le esigenze del vero amore. Il rimedio efficace sta piuttosto nell’“avvicinamento dei fidanzati a una vera vita di fede”, a cominciare dai corsi di preparazione al matrimonio.
A ricevere quest’anno la medaglia dell’Università, concessa a quanti hanno raggiunto il 25º anno di servizio, sono stati il prof. Filippo Serafini, straordinario di Sacra Scrittura presso l’ISSR all’Apollinare e docente di Teologia; Antonio Spanu, già addetto alla reception in Biblioteca e attuale collaboratore volontario del progetto Digilib; Michele Caputo, bibliotecario addetto alla catalogazione; e Francesco Currà, addetto di Biblioteca.
Foto: profilo Flickr Pontificia Università della Santa Croce