Negli exchange sudcoreani, il bitcoin ha già superato i 10.000 dollari. Nella serata di ieri in Occidente ha invece raggiunto un massimo di 9.732,76, ma ormai anche qui danno tutti per scontato che la conquista della vetta è solo questione di ore. In soli sette giorni la criptovaluta è passata da 8.000 a quasi 10.000 dollari.
Il volo degli ultimi tre giorni, poi, è stato innescato da diversi fattori. Prima di tutto, Coinbase, il più grande exchange statunitense, nei giorni intorno alla Festa del Ringraziamento, dal 22 al 26 novembre, ha visto l’apertura di ben 300 mila nuovi conti, arrivando così a un totale di 13,3 milioni con un incremento del 167% dall’inizio dell’anno, quando, vale sempre la pena ricordarlo, il bitcoin era scambiato a 997 dollari. Per fare un confronto, Charles Schwab, società che investe sui mercati tradizionali come l’azionario e l’obbligazionario, a ottobre aveva circa 10,6 milioni di conti attivati dai propri intermediari. Tenendo presente, comunque, che gli asset totali dei clienti Schwab sono pari a circa 3 mila miliardi di dollari, nettamente superiori rispetto ai conti di Coinbase.
«Il rialzo è trainato dagli investitori retail», ha osservato Brian Kelly, ceo di Bkcm, società di strategia per gli asset digitali. «Tutte le persone con cui ho parlato nella comunità delle criptovalute mi hanno detto che il Giorno del Ringraziamento le discussioni a tavola sono state tutte incentrate sul bitcoin e questo ha spinto molti membri della famiglia a comprarli. Ho il sospetto che questo sia successo in molte altre tavole».
A trainare il rialzo è stato anche l’annuncio di Shinhan, la seconda banca commerciale sudcoreana, che attiverà verso la metà del 2018 un servizio di custodia dei bitcoin, fornendo ai clienti la possibilità di usare un wallet creato dallo stesso istituto. Questo in risposta ai frequenti attacchi degli hacker contro i principali exchange sudcoreani come Bithumb, il più grande exchange del mondo, che ieri ha registrato volumi di scambio per 356,1 milioni di dollari. Non è ancora chiaro se la banca, che conta 192 miliardi di dollari in asset e oltre 13 mila dipendenti, offrirà anche servizi di trading. Un portavoce di Shinhan si è limitato a dire che il servizio di custodia sarà gratis, mentre si dovrà pagare una commissione per ritirare i bitcoin.
A fare da sfondo al rally, c’è il lancio imminente del future sul bitcoin da parte del Cme di Chicago, il più grande mercato dei derivati del mondo, previsto per la seconda settimana di dicembre.A questo proposito è interessante sapere che JP Morgan sta pensando di offrire ai suoi clienti la possibilità di investire su questo future. Un cambio di rotta clamoroso se si pensa che il ceo della banca, Jamie Dimon, all’inizio di agosto aveva provocato un crollo del bitcoin dicendo che la criptovaluta è «una truffa» e che avrebbe licenziato i suoi trader beccati in flagrante a scambiarla. In pochi mesi, quindi, la percezione sul bitcoin di una delle più grandi e influenti banche del mondo si è letteralmente rovesciata.
Il rialzo di ieri ha portato la capitalizzazione del bitcoin a 161 miliardi di dollari, superiore a quella di colossi di Wall Street come Disney e Ibm, mentre quello di tutte le criptovalute ha sfondato per la prima volta il tetto dei 300 miliardi. Contrariamente al solito, il rally del bitcoin non ha portato a un calo delle altre cripto, anzi. Ieri ethereum ha toccato un nuovo record a 493,41 dollari per una capitalizzazione di 45,5 miliardi. Mentre la terza cripto per capitalizzazione, bitcoin cash, è salita a 27,5 miliardi grazie a un rialzo del 2,1%.
Secondo Darryn Pollock, giornalista di Cointelegraph, uno dei siti sulle criptovalute più seguiti e aggiornati, non si può parlare di bolla delle cripto perché la sua capitalizzazione di 300 miliardi è una goccia nell’oceano della finanza tradizionale. Lo dimostra il paragone con l’oro, a cui il bitcoin viene assimilato visto che è una risorsa scarsa, dalla quantità definita (21 milioni di unità, non una di più): ebbene, il metallo giallo ha una capitalizzazione di 6.000 miliardi di dollari. Mentre il mercato azionario tocca i 55.000 miliardi e il mercato immobiliare residenziale i 162.000. Prima che si arrivi al livello dell’oro, quindi, c’è ancora moltissima strada da fare. Per questo c’è chi sostiene che il bitcoin arriverà a 25.000 dollari prima che si verifichi una seria correzione.
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)