Le bollette a 28 giorni saranno presto “fuori legge” e ogni pratica di contabilizzarle su scala diversa dal mese verrà considerata illecita. Lo prevede un emendamento del relatore Silcio Lai (Pd) al decreto legge fiscale approvato il 14 novembre in commissione Bilancio al Senato. Con la nuova norma, il Parlamento e il governo sperano di porre fine alla questione che ha portato allo scontro i colossi della telecomunicazione e l’Autorità garante del settore, presieduta da Angelo Cardani (in foto).
COSA PREVEDE IL TESTO
Secondo l’emendamento, gli operatori avranno 120 giorni per ritornare sui propri passi, eliminando quindi la “tredicesima” dalle fatture emesse. La nuova disposizione prevede che le prossime bollette debbano essere obbligatoriamente calcolate su base mensile (o su suoi multipli), accogliendo quindo il parere dell’AgCom secondo cui formulazioni diverse non permetterebbero all’utente di avere un reale controllo sui costi. Non solo: riducendo il periodo di fatturazione, le compagnie telefoniche (ma la pratica aveva poi riguardato anche le pay-tv) si erano di fatto ritagliate una tredicesima mensilità con un aggravio di spesa per i propri clienti dell’8,6% annuo.
COSA RIMANE FUORI E CHI VIENE COLPITO
Resteranno legali, invece, le bollette sotto il mese della luce e del gas, in quanto in quei casi non si tratta di abbonamenti ma di spese legate all’effettivo consumo (nella tredicesima bolletta ci guadagna quindi solo lo Stato, con l’Iva). Escluse anche le promozioni non rinnovabili o inferiori al mese. Dunque il testo si rivolge essenzialmente alla pratica posta in essere da Tim, Vodafone, Fastweb, PosteMobile e WindTre (e, nel settore pay-tv, da Sky), che negli ultimi tempi avevano deciso di modificare a ribasso il periodo di tempo entro cui emettere fattura. Invece, erano rimaste ancorate alle bollette da 1 mese Tiscali e CoopVoce.
IL RIMBORSO FORFETTARIO
Come precedentemente annunciato dal senatore Stefano Esposito (Pd), tra i firmatari del disegno di legge, l’emendamento prevede anche un indennizzo forfetario di 50 euro per i consumatori che si ritengano danneggiati dalla contabilità a 28 giorni degli operatori del settore tlc. La somma sarà maggiorata di un euro per ogni giorno di fatturazione illegittima.
NUOVE ARMI IN DOTAZIONE ALL’AGCOM
La battaglia tra i colossi della telefonia e l’AgCom aveva messo in evidenza il fatto che l’Autorità garante non disponesse di armi in grado di spaventare gli operatori, che infatti avevano continuato a operare ignorando le sue delibere sul divieto di fatturazione a 28 giorni. Di certo non erano stati intimoriti dalla possibilità di ricevere multe di 580 mila euro, elevate poi a 1 milione e 160 mila dalla recente legge sulla concorrenza. Poca cosa se si considera che il giochino delle bollette a 28 giorni aveva portato nelle casse delle compagnie oltre 1,19 miliardi di euro solo nel 2016. Per questo, la nuova legge rinforza i poteri di dissuasione a disposizione dell’AgCom con multe che nel massimo potranno raggiungere i 5 milioni di euro.
LA REPLICA DEI COLOSSI DELLA TELEFONIA
Al momento i big del settore tlc non commentano la decisione di inserire il divieto di bollette a 28 giorni nel venturo decreto fiscale. Lo scorso 24 ottobre, però, Asstel (l’associazione di categoria nel sistema di Confindustria che rappresenta le imprese del settore telecomunicazione fissa e mobile) aveva diramato un comunicato nel quale chiedeva la salvaguardia del principio della libertà contrattuale tra le parti in cui vi rientrerebbe anche la “libertà di determinare le condizioni di offerta dei servizi”. Inoltre, si chiedeva che venisse “salvaguardato il modello liberalizzato che ha caratterizzato il mercato della telefonia negli ultimi venti anni, con notevoli benefici per il Paese in termini di costante diminuzione dei prezzi dal 2010 – e si ricordava al governo i – consistenti investimenti dell’ordine di circa 6,5 miliardi di euro l’anno” delle compagnie. “Intervenire con un obbligo legislativo sui prezzi – concludeva Asstel – andrebbe contro a tutto questo e ci porterebbe in un quadro normativo di dubbia compatibilità con quello europeo”.
FESTEGGIANO LE ASSOCIAZIONI A TUTELA DEI CONSUMATORI
“È una grande vittoria per noi dell’Unione Nazionale Consumatori che ci siamo battuti attraverso la campagna #nofattura28giorni dal momento stesso in cui i principali operatori della telefonia hanno modificato la periodicità dell’invio delle bollette da mensile a settimanale chiedendo il ripristino delle vecchie condizioni” fanno sapere dal quartiere generale dell’Unc.
VIGILEREMO AFFINCHE’ LA NORMA VADA IN PORTO
Intanto il Partito Democratico si impegna a blindare il testo, per evitare sorprese in aula: “Sia chiaro – ha scritto in una nota il senatore Esposito – che qualunque tentativo di annacquare il provvedimento contro le bollette a 28 giorni da parte di altre forze politiche non sarà accettato. Chi vuole continuare a permettere che le grandi compagnie lucrino due miliardi di euro l’anno sulle tasche dei consumatori se ne assuma la responsabilità. Noi non lo acconsentiremo”.