Primo scossone su Palazzo dei Normanni. Cateno De Luca (in foto), leader di Sicilia vera, ex deputato regionale Udc appena rieletto all’Ars nello schieramento di centrodestra con 5.418 voti è finito agli arresti domiciliari per evasione fiscale. Venerdì sera, nel comizio conclusivo della campagna elettorale a favore del candidato governatore, poi eletto, Nello Musumeci, aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi a sindaco di Messina. Ecco di cosa lo accusano gli inquirenti.
LA CARRIERA POLITICA
Siciliano di Fiumedinisi, in provincia di Messina, De Luca ha iniziato la sua carriera politica nel 1990, appena diciottenne, diventando il consigliere più giovane d’Italia proprio nella sua città natale. A 22 anni ha ricoperto la carica di assessore comunale. Al secondo tentativo, nel 2003, a trentun anni, è stato eletto sindaco, confermato alla poltrona nel 2008. Nel 2006 De Luca approda all’Ars in una lista vicina al Mpa di Raffaele Lombardo. Nel 2012 è eletto sindaco, questa volta per un mandato, di Santa Teresa di Riva.
L’ARRESTO
Il provvedimento è stato emesso dal gip di Messina Monica De Francesco. I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e della compagnia dei carabinieri di Messina sud lo hanno arrestato in qualità di “promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di un’evasione fiscale da un milione e 750mila euro”. Insieme a De Luca, titolare di alcune aziende edili a Fiumedinisi, cittadina in provincia di Messina dove è stato sindaco, è finito agli arresti domiciliari anche Carmelo Satta. I due secondo l’accusa avrebbero messo in piedi un sistema di false fatture per l’evasione di imposte dirette e indirette. Gli arresti erano stati chiesti nell’agosto scorso dalla procura di Messina, guidata da Maurizio de Lucia.
LE INDAGINI
Secondo quanto comunicato dagli inquirenti è stato individuato “un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette”. De Luca e Satta sono rispettivamente direttore generale di Fenapi e presidente nazionale del Caf Fenapi, federazione con sede a Roma in corso Italia.
L’ACCUSA
“Secondo l’accusa – si legge su Repubblica – la Federazione nazionale piccoli imprenditori imputava costi inesistenti alla Fenapi, che poi le trasferiva l’imponibile utilizzando il regime fiscale di favore di cui gode. Indagate a piede libero altre otto persone”.
I PRECEDENTI
Repubblica ricorda che De Luca, “era già stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi, il paese del Messinese di cui era sindaco e dove le sue aziende edili si sono aggiudicate i lavori. La Procura ha chiesto la sua condanna a 5 anni e a 4 anni per suo fratello Tindaro. De Luca aveva proposto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Reggio Calabria, ma la sua istanza è stata respinta e il processo attende ora la sentenza a Messina nelle prossime settimane”.
LA FENAPI
La Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori – si legge sul sito ufficiale – è un’organizzazione professionale di categoria senza fini di lucro che associa i piccoli imprenditori nei comparti artigianato, commercio, pesca, agricoltura, piccola industria, e servizi. L’organizzazione, il cui scopo primario è secondo i suoi promotori “la tutela dei diritti e la valorizzazione delle condizioni culturali, morali, professionali, giuridiche ed economiche degli associati”, ha accumulato negli anni numerosi riconoscimenti da parte di “organismi pubblici ed alcuni dei vari organismi promossi dalla Federazione nell’ambito delle attività statutarie”.
Primo tra tutti, nel 1999 il riconoscimento come “associazione di rilevanza nazionale”, con decreto del ministero del Lavoro, seguito da una serie di autorizzazioni e convenzioni con l’Inps per la riscossione delle quote associative di artigiani commercianti, dei lavoratori autonomi dell’agricoltura, dei braccianti agricoli, dei disoccupati non agricoli, dei lavoratori in mobilità e dei pensionati. Figura nel lungo elenco anche la convenzione con l’Aima (Azienda di Stato per l’Intervento sul Mercato Agricolo), ora Agea per la gestione delle pratiche agricole comunitarie (PAC) e con l’Inail per la riscossione delle quote associative degli invalidi sul lavoro e per tutte le categorie imprenditoriali.
Ha costituito il Caf Fenapi S.r.l., riconosciuto dal ministero delle Finanze e il Patronato Inapi, riconosciuto dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Nell’ambito della formazione dei lavoratori negli anni ha costituito l’Enfip – Ente nazionale Fenapi istruzione professionale inizialmente riconosciuto quale ente accreditato per la formazione professionale nella Regione Sicilia, ha partecipato alla costituzione del Fondo Conoscenza e del Fondo paritetico Interprofessionale per la formazione continua.
Tra i più recenti (2014) la partecipazione alla costituzione della Fenapi agricoltura, associazione sindacale del settore agricolo.