Fare da guida per i giovani studenti che vivono nell’epoca della cultura digitale, delineare un percorso per muoversi senza difficoltà e con le giuste difese: è il compito della scuola e dell’Università secondo il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che a Milano ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico 2017/18 dell’Università Cattolica. Ravasi ha pronunciato nell’aula magna la prolusione “Adamo dove sei? Interrogativi antropologici contemporanei”, che ha avuto al centro le nuove prospettive dell’essere umano nell’era dell’evoluzione tecnologica e scientifica, con tutte le nuove sfide che comporta.
Secondo Ravasi discipline scientifiche e umanistiche devono stare insieme, è necessario che lo sguardo sia rivolto al futuro ma anche al passato: per questo ha citato il fondatore di Apple, Steve Jobs, ricordando una dichiarazione che fece poco prima di morire, il suo “testamento ideale”: “La tecnologia da sola non basta, è il matrimonio tra tecnologia e scienza e arti liberali, tra tecnologia e discipline umanistiche a darci quel risultato che ci fa sorgere un canto nel cuore”.
Gli stessi temi sono stati affrontati anche dal rettore della Cattolica, Franco Anelli, in termini di impatto dell’evoluzione tecnologica sul mondo del lavoro: “Gran parte dei lavori attuali nel volgere di pochi anni non esisteranno più – ha detto – e gran parte di coloro che oggi studiamo nelle scuole e università svolgeranno una professione che ora non esiste”. Resteranno dunque i lavori “che implicano qualità umane non surrogabili: creatività, adattabilità, inventiva, capacità di relazione. Ciò significa conoscenza e cultura”. Sfide che a cui le istituzioni universitarie “sembrano offrire risposte limitate”.
Nel suo saluto iniziale l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini (nella foto), si è soffermato invece sui due termini Università e Cattolica. “In un’epoca in cui le parole erano bandiere di ideologia, a quei tempi Università Cattolica suonava come un ossimoro” qualcuno si chiedeva “come si fa ad essere persone pensanti e studiosi critici e allo stesso tempo cattolici, sembrava quasi un ossimoro e una convergenza di cose contrarie ed estranee pensare ed essere cattolici, secondo certe ideologie era un percorso impraticabile” ha detto Delpini. “La mia convinzione invece è che Università Cattolica non sia né una tautologia nè un ossimoro ma potremmo dire una vocazione”.
Il rettore Anelli ha fatto anche il punto sui numeri del nuovo anno accademico: le nuove immatricolazioni all’università Cattolica sono in aumento del 5,1 percento, e lo stesso si era registrato l’anno precedente 2016-2017. Al 31 ottobre le immatricolazioni ai corsi di laurea hanno raggiunto quota 13.268. “Una buona notizia, che si inserisce in un più ampio fenomeno di ritorno dell’interesse per i giovani per gli studi superiori, dopo un periodo di disaffezione coinciso con gli anni più cupi e freddi della crisi economica” ha detto. Nel 2016 gli studiosi della Cattolica hanno prodotto circa 4.600 pubblicazioni e l’investimento complessivo di risorse nella ricerca è stato 31,8 milioni di euro di cui l’86% da enti esterni e il 14% da auto finanziamento. Tra i dati citati dal rettore ci sono 350mila euro stanziati per il prossimo triennio per rafforzare ulteriormente la ricerca istituzionale.
L’università Cattolica nel suo piano di riorganizzazione prevede di allargare gli spazi per la didattica alla caserma Garibaldi, vicino all’attuale sede centrale di Milano, ed è pronta a presentare il progetto esecutivo. Il rettore nel suo discorso ha anche annunciato che un’aula dell’Ateneo sarà dedicata al cardinale Dionigi Tettamanzi, ex Arcivescovo di Milano scomparso.