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Chi c’era e cosa si è detto al Festival della dottrina sociale

Di Claudio Ianniello

Chiesa e imprese, un binomio possibile? Pare proprio di sì. Il Festival della dottrina sociale è arrivato, infatti, alla sua settima edizione. Quest’anno il programma è stato ricco di personalità istituzionali, provenienti dalla politica, dalla finanza, dal mondo dell’associazionismo e da quello ecclesiastico, ovviamente. Sindacalisti, cardinali e imprenditori si sono dati appuntamento a Verona per discutere del futuro del paese. La regia dell’evento è stata affidata, ancora una volta, al suo fondatore, don Adriano Vincenzi. Un sacerdote molto conosciuto negli ambienti dell’imprenditori che, non a caso, è stato capace di far sedere allo stesso tavolo la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli e il presidente della CEI, i quali si sono trovati d’accordo sull’importanza della scuola paritaria. La settima edizione ha visto una partecipazione più laica, rispetto dell’anno scorso. Non sono mancate però personalità influenti della Chiesa cattolica: Pietro Parolin, Gualtiero Bassetti e il cardinale Luis Antonio Tagle. Inoltre, la manifestazione è stata aperta dal saluto di Papa Francesco, che giovedì sera ha dato il via ai lavori.

CHI C’ERA

La partecipazione, anche quest’anno, è stata notevole. Oltre alla ministra Fedeli, all’evento erano presenti i vertici di Cattolica assicurazioni, i maggiori rappresentanti di Coldiretti, Confcooperative, della UCID e della Cisl. Ampio spazio hanno trovato anche gli imprenditori che, applicando i principi della dottrina sociale della Chiesa sono riusciti a superare la crisi. Testimonianze concrete che dimostrano come business e principi etici possano andare d’accordo, non solo sulla carta. All’evento hanno preso parte anche due Cavalieri al merito della Repubblica italiana, Giuseppe Antoci e Marco Bartoletti, i quali hanno preferito puntare sul bene comune per ricoprire i rispettivi ruoli di responsabilità. Inoltre, mentre sul palco si alternavano amministratori delegati e manager di aziende vicine alla dottrina sociale, tra gli stand era possibile scoprire tante storie di piccole cooperative, che ogni giorno generano profitto e, al tempo stesso, fanno del bene al prossimo.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA CEI

Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha preso parte all’evento per due giorni di fila. Prima, in una tavola rotonda con la ministra Fedeli dove si è soffermato sulla necessità, da parte dello Stato, di sostenere la scuola paritaria “così come avviene in quasi tutti i paesi europei”. Nel secondo giorno, invece, ha concesso una lunga intervista al Teatro Nuovo, affrontando diversi temi di attualità: dall’immigrazione giovanile alla pedofilia all’interno della Chiesa. In merito agli sbarchi sulle coste italiane, ha ricordato che l’Italia e la Grecia sono tra i pochi paesi in Europa ad accogliere gli immigrati. Un tema a cui è particolarmente sensibili e non è mancata qualche stoccata agli altri paesi dell’Unione Europea, che “dovrebbero essere più uniti, diventando una patria comune dove si risolvono insieme i vari problemi come l’immigrazione e non soltanto le questioni economico-finanziarie”. A proposito della dottrina sociale della Chiesa, invece, ha dichiarato: “I cattolici, prendendo spunto dalla Dottrina Sociale della Chiesa, hanno a disposizione un grande patrimonio di idee e pratiche che va valorizzato con l’obiettivo di ‘rammendare l’Italia’, valorizzandone i talenti.  Una sfida, un impegno di umanità e santità su cui si gioca il presente e il futuro del Paese”.

PAROLIN E LA DOTTRINA SOCIALE

Anche il Segretario di Stato della Santa Sede ha sottolineato, nel corso della messa presieduta nella basilica di Sant’Anastasia, il ruolo della dottrina sociale in un mondo dove la politica e l’economia sono lontani dai bisogni concreti della gente. Ha invitato i cattolici, imprenditori e non, a “prendere coscienza della dimensione sociale della fede” e “a vivere un amore pieno di verità in ogni ambito della sua vita e delle sue relazioni, fino all’attività finanziaria ed economica”. Allo stesso tempo, il cardinale Parolin ha riconosciuto sia il contesto in cui va svolto quest’impegno, cioè quello di “una società dominata da un neo-individualismo radicale e da una prevalente indifferenza nei confronti dell’altro”, sia il periodo storico, “in cui avanzano spinte oligarchiche e populiste”. Proprio per questo, egli ha affermato che “la dottrina sociale va conosciuta, studiata, comunicata, sperimentata e, quindi, testimoniata sia mediante la formazione dei quadri delle associazioni, delle organizzazioni e dei movimenti sia mediante”.

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