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Chiara scarrozza Ezra Pound

È il 1960. Piero Chiara non è ancora Piero Chiara. Ha a mala pena pubblicato un libro ma è già un asso nell’arte del racconto. La formula perfetta per l’oralità che non deve né asciugar troppo le fauci del narratore, né abusare dell’attenzione degli ascoltatori.
Siamo in Italia, quella del nord. Tra Merano e Milano. Dalle montagne più belle al teatro d’opera più importante: La Scala.
Piero Chiara è col giovane raffinato editore Scheiwiller. È lui a stanare il Poeta dall’esilio non forzato. L’occasione: un concerto di alcune musiche inedite di Scarlatti a La Scala che proprio Pound aveva scoperto alcuni anni prima.

Piero Chiara si gode il viaggio in auto da Merano a Milano col poeta regalandoci, in poche righe, una radiografia mirabile dell’autore dei Cantos.
Pound è il complemento a uno di se stesso. È il negativo della polaroid che lo ritrae.
Sul viso, illuminato dal sole che bacia le Alpi, l’aratro della vita ha scavato solchi profondi e il poeta fa, dunque, esercizio di mimesi tra i graniti in cui si specchia con animo plasticizzato.
In piedi, appoggiato come un biblico patriarca a un bastone, Pound guida la spedizione in un’avventura di silenzi e di scarsa azione. Se un maglione di lana gli protegge la gola dal freddo, nulla può difenderlo dagli uomini e dalla vita. Tutto ciò che lo circonda e con cui deve fare i conti attraverso i sensi non trova una supernova ma un buco nero. La capacità di assorbire tutto in un nulla infinito.
Le descrizioni di Chiara costruiscono un meccanismo di accostamenti e intrecci tra l’animo del poeta indagati con l’occhio acuto di chi sa vedere nel dettaglio di una smorfia la piega dell’anima, e il paesaggio circostante che pare sintonizzarsi sulla vibrazione muta di quell’indole unica.
Il lago, infatti, dove Pound indica un albergo cui era affezionato, è vessato da una prepotente tempesta. Ed è al vento che picchia sul mare, piombando a valle giù dalla montagna, che spetta il compito di scrivere l’ultima strofa. Bianca schiuma.

Un viaggio con Ezra Pound è un inedito pubblicato da De Piante Editore. È incredibile quanto sia interessante rileggere un brevissimo racconto più volte fino a scavarne ogni rigo.

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