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Cop23, ecco perché c’è un bel clima tra Merkel e Macron

A Cop23, la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici, Merkel e Macron ribadiscono la loro leadership. Dopo dieci giorni di discussioni tecniche la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che si concluderà venerdì, ieri è entrata nella sua fase politica con l’arrivo a Bonn di trenta capi di Stato e di governo, tra cui Angela Merkel e Emmanuel Macron. Mentre i gruppi lavorano nelle camere negoziali del World Conference Center, i leader hanno cercato di dimostrare, nelle riunioni plenarie, il loro impegno nella sfida del clima.

LA GERMANIA IN AIUTO DEL SUD

Germania e Francia sono i due soli Paesi europei e gli unici due membri del G7 ad aver mandato i capi dei loro esecutivi a Bonn e sono principalmente i discorsi dei capi di Stato e di governo, i garanti degli impegni assunti dai loro Paesi a Parigi nel Cop21 nel dicembre 2015, che i delegati e gli osservatori dell’Unfccc (la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), sono ansiosi di ascoltare, scrive Le Monde. I Paesi in via di sviluppo si aspettano dalle nazioni industrializzate parole forti e fedeltà agli impegni presi, sono quindi molto attenti ai segnali inviati da Berlino e Parigi. Terranno conto dunque della scelta di Angela Merkel di insistere sui rischi causati dal cambiamento climatico e della necessità di aiutare i paesi del Sud ad adeguarsi. La Germania aggiungerà 100 milioni di euro, di cui 50 milioni nel Global adaptation fund, per aiutare i Paesi più vulnerabili. Dobbiamo essere presi sul serio”, ha spiegato la cancelliera davanti ai delegati dei 200 paesi aggiungendo che gli accordi di Parigi che gli Stati Uniti vogliono abbandonare “sono soltanto una partenza”. Ha poi ricordato che gli impegni attuali “non ci consentiranno di rimanere entro l’obiettivo dei due gradi o di un grado e mezzo” di riscaldamento delle temperature globali. “Nonostante la posizione di Donald Trump“, ha sottolineato la cancelliera, “il resto del mondo deve trovare il modo di porsi degli obiettivi che limitino l’uso delle energie fossili”.

SUPPORTO AGLI SCIENZIATI

In termini di perturbazioni climatiche, “la soglia irreversibile è stata attraversata”, ha avvertito Emmanuel Macron, cominciando il suo discorso sul necessario sostegno agli scienziati del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) minacciato nelle loro ricerche dall’annuncio degli Stati Uniti di non finanziare più l’istituzione, il cui bilancio dipende per oltre un terzo da Washington. “L’Europa sostituirà gli americani e la Francia sarà all’incontro”, ha promesso Macron, senza specificare come sarà distribuito questo sforzo europeo. “Nel 2018 l’Ipcc non perderà neanche un centesimo”.

IL CLIMA, BANCO DI PROVA DELL’ASSE FRANCO-TEDESCO

L’Europa deve assumere il ruolo principale, dice dunque il capo dello Stato. Ma è soprattutto la credibilità della coppia franco-tedesca che è in gioco nel Cop23. In una lettera aperta inviata il 13 novembre, diciotto Ong tedesche e francesi hanno chiamato i due leader a affermarsi come la forza trainante di un progetto europeo che risponda alle sfide del cambiamento climatico, riflettendo gli obiettivi di Parigi in azioni concrete”. Le organizzazioni ambientaliste, in particolare, invitano la Germania e la Francia a sostenere, nell’ambito della Commissione europea, l’elaborazione di un ambizioso piano energetico sul clima per il 2030.

MAKE OUR PLANET GREAT AGAIN

La domanda di carbone è “cruciale nei negoziati in corso per formare una coalizione”, ha detto Merkel, che ha anche ricordato che la materia era oggetto di controversie e che avrebbe comportato impatti economici e sociali significativi. Ma i liberali non vogliono una scadenza per rinunciare a questa fonte di energia, che rappresenta il 40% dell’elettricità consumata in Germania, e i Verdi hanno appena rinunciato alla data del 2030 che avevano difeso durante la campagna. Mentre la cancelliera lotta sul fronte interno, Emmanuel Macron si afferma sempre di più come il nuovo leader del clima. All’annuncio del ritiro statunitense dall’accordo di Parigi, il presidente francese è stato il primo capo di stato a biasimare pubblicamente questa scelta, riadattando per l’occasione lo slogan del presidente Trump: “Make our planet great again”. Il presidente francese ha dato appuntamento al vertice del 12 dicembre a Parigi per “dar conto delle prime vittorie e redigere il futuro piano di battaglia”. L’occasione sarà l’anniversario dei due anni dall’accordo Cop21, che dovrebbe vedere riuniti cento capi di stato con l’obiettivo di mobilitare la comunità internazionale sui finanziamenti necessari per la salvaguardia del clima.


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