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Ecco come Bce, Bankitalia e Fed snobbano i Bitcoin

Mentre la corsa dei bitcoin prosegue inarrestabile, con lo sfondamento di quota 11mila dollari, Bce, Federal Reserve di New York e Bankitalia puntano il dito contro la moneta virtuale, a loro dire frutto di attività speculativa e tale da non rappresentare una minaccia per euro o dollaro, senza impatti sulla politica monetaria o sulla solidità del sistema nel suo complesso.  Un animale selvaggio da guardare da lontano insomma, da dentro l’ivory tower della grande finanza istituzionale.

LE DICHIARAZIONI DI CONSTANCIO DELLA BCE

“Non ci vedo un grande rischio”, ha dichiarato il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio (nella foto), a proposito delle criptovalute come il bitcoin, che non porrebbe quindi rischi per le valute ufficiali, e che “non ha davvero un impatto né sulla politica monetaria né sulla stabilità finanziaria”.

Il bitcoin, ha proseguito il vicepresidente della Bce, somiglia più a un comune asset detenuto dagli investitori nei propri portafogli che a una valuta. Un asset il cui prezzo è certo aumentato enormemente e che, nonostante il fatto che in “situazioni molto particolari” sia utilizzato come mezzo di pagamento, non può essere caratterizzato come una valuta.

LO SCETTICISMO DI DUDLEY DELLA FED DI NEW YORK

Che il bitcoin sia su un piano diverso da quello delle principali valute mondiali si è detto convinto anche William Dudley, il governatore dimissionario della Federal Reserve di New York. La criptovaluta, ha sottolineato, non è rivale del dollaro, e il suo successo sarebbe un’attività più che altro speculativa. Più in generale, il funzionario della Fed ha definito i mercati finanziari “ottimisti”, affermando che non si tratta di un elemento preoccupante.

Ma, messi da parte gli scetticismi generali, nelle stanze della Fed resta l’attenzione al sistema di monete virtuali che il bitcoin rappresenta. La banca centrale Usa, ha commentato Dudley, starebbe pensando a una valuta digitale propria, in parallelo a quantogià annunciato a Mosca con la creazione di un criptorublo.

BITCOIN COME LA BOLLA DEI TULIPANI? I DUBBI DI BANKITALIA

A riportare alla mente il parallelo conla crisi dei tulipani, nell’Olanda del 600, è stato invece Fabio Panetta, vicedg della Banca d’Italia. I bitcoin e le criptovalute sono delle “attività, dei contratti, vulnerabili a crisi di sfiducia che possono essere repentine”. Fenomeni, insomma, difficili da regolamentare, come ha dimostrato l’esperienza della Cina. “Non vorrei essere nei panni di chi dovrà scrivere le norme – ha sottolineato -. Peraltro non abbiamo nessuna visibilità sul volume delle transazioni tranne quanto vengono convertite in euro ma queste sono la ‘punta dell’iceberg'”.

Panetta ha ricordato come a livello internazionale, i giudizi sul bitcoin siano diversi: “L’ad di Jp Morgan ha detto che si tratta di una grande frode a cielo aperto, un’altra azienda sta iniziando a commercializzare un fondo che investe in bitcoin. Personalmente non vedo la forza intrinseca di questi strumenti, vi sono casi nella storia di mercati che hanno innescato crisi di fiducia in valute nazionali che hanno dietro la forza dello Stato. Credo che queste siano attività, contratti vulnerabili a crisi sfiducia che possono essere molto repentini”. “Ieri –  ha concluso Panetta – vedevo un grafico con la dinamica del valore del bitcoin e l’evoluzione prezzo dei tulipani in Olanda di qualche secolo fa, vediamo se avrà la stessa evoluzione”.

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