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G7 della Salute, come si muovono imprenditori e politici per l’Ema a Milano

Il G7 della Salute di Milano si è trasformato, com’era prevedibile, in un incontro in cui industriali, tecnici e politici hanno potuto fare il punto sull’Agenzia Europea del Farmaco (Ema), ormai prossima al trasloco da Londra. Proprio Milano la attende febbrilmente. Per l’occasione, il mondo politico-istituzionale e quello degli addetti ai lavori hanno riavvicinato le distanze, facendo cessare il gelo documentato da Formiche.net.

DAL MINISTERO NON TRAPELA OTTIMISMO

“Sarà una partita che si giocherà fino all’ultimo minuto” ha commentato Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, senza nascondere che “è tutto molto complicato, perché le rivali sono agguerrite”.
Tuttavia, per la titolare del dicastero, non c’è nulla di cui il mondo politico debba rimproverarsi: “Ognuno di noi si è tolto la giacca e ha fatto sistema. Nel Paese degli 8 mila campanili non capita spesso. Quando l’Italia fa sistema può fare grandi cose, come questo G7 della Salute. Forse – ha concluso – dovremmo fare un G7 al giorno per imparare le regole del gioco di squadra”.

MARONI E SALA PIU’ FIDUCIOSI

Di diverso avviso il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni che, dal palco del G7 della Salute, ha affermato: “Siamo pronti ad accogliere l’Ema. Abbiamo le risorse e le persone adatte per diventare un punto di riferimento europeo”.
Sente già la vittoria in tasca il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il quale, rivolgendosi agli industriali del farmaco, ai rappresentanti dell’Aifa, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations accorsi nel capoluogo lombardo per il G7 della Salute, ha detto: “Avrò il piacere di rivedervi spesso appena Milano diverrà sede dell’Ema. Noi siamo pronti”.

I NUMERI DI MILANO

Quindi, sia il presidente della Regione, Maroni, sia il primo cittadino di Milano hanno ricordato i numeri del capoluogo lombardo: “Rappresenta il 60% della produzione farmaceutica italiana, è una città leader nel settore della ricerca e dello sviluppo. Ha 56 facoltà di medicina e affini e 32 laboratori. E, soprattutto, il 22% dei brevetti del nostro Paese è registrato a Milano”.
Del resto, come ricorda Elena Zambon, vice presidente di Assolombarda: “Milano è una città capace di reinventarsi continuamente: alimenta le start-up ed è alimentata dalle start-up e, soprattutto, sa costruire alleanze tra il settore pubblico e quello privato”.

FARMINDUSTRIA: “L’ITALIA INDICHI LA VIA”

Per il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, è venuto il momento che “l’Italia indichi la via all’Europa e anche al mondo”. Quindi, dato che siamo sul finale della legislatura, l’elogio a Beatrice Lorenzin che “ha saputo procedere nella amministrazione del proprio dicastero con un approccio innovativo in grado di spingere la ricerca e di investire molto in R&S, trovando le risorse in un momento economico difficile”.

L’OBIETTIVO: INTENSIFICARE RICERCA E SVILUPPO

Nell’evento collaterale al G7 della Salute, Harnessing new technologies in healtcare for outcomers, non si è parlato solo dell’Agenzia Europea del Farmaco, ma anche e soprattutto di ricerca e sviluppo. Le aziende del settore farmaceutico e quelle di ICT (Information and Communications Technology) convergono infatti verso un obiettivo comune: nei prossimi tre anni, in Italia, la quota di imprese del farmaco che svolgerà R&S in partnership con quelle ICT raggiungerà l’84%, percentuale ragguardevole se si considera che era inchiodata al 35% solo cinque anni fa.

IL NOSTRO PAESE E’ TRA QUELLI CHE PIU’ INVESTONO NEL SETTORE

L’Italia in tema di politiche per la salute è un Paese all’avanguardia. Tant’è che lo stesso Presidente dell’European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (Efpia), Stefan Oschmann, lo ha considerato tra quelli più innovativi in Europa. E lo dimostra il fatto che l’Italia è prima nel Vecchio continente per investimenti delle aziende farmaceutiche multinazionali (americane, tedesche, francesi, svizzere e inglesi).


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