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Chi è stato premiato come imprenditore dell’anno

E’ Remo Ruffini, amministratore delegato di Moncler, il vincitore nazionale della XXI edizione del Premio EY – L’Imprenditore dell’Anno.

IMPRENDITORE DELL’ANNO

Secondo la giuria, il suo merito è stato quello di “aver rilanciato il marchio a livello internazionale e aver creato in meno di 10 anni, uno dei più importanti gruppi italiani della moda, attraverso una continua ricerca dell’eccellenza ed un vincente e raffinato uso della comunicazione; contribuendo ad esportare il prestigio del made in Italy nel mondo”. Il premio gli è stato consegnato ieri sera a Milano. “Considero questo premio un significativo riconoscimento che sottolinea i continui sforzi e la passione con la quale lavoriamo ogni giorno e ci impegniamo con entusiasmo e dedizione a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”, ha commentato Ruffini. Che poi ha aggiunto: “Quando ho acquisito Moncler ritenevo che avesse una storia e un heritage unici. Oggi Moncler è un marchio globale, che a fine 2016 ha superato il miliardo di euro in ricavi con una presenza in oltre 70 Paesi”.

GLI ALTRI PREMI

Oltre a Ruffini, sono stati premiati altri imprenditori, ciascuno per una categoria diversa. I riconoscimenti sono andati a Nicola Giorgio Pino del Gruppo Proma per la categoria “Industrial Products”, Daniele Ferrero di Venchi per il “Food & Beverage”, Giovanna Furlanetto di Furla per il “Fashion & Design”, Romano e Federica Minozzi di Iris Ceramica Group per la categoria “Innovazione”, Franco Stefani del Gruppo System per la “Digital Trasformation”,  Marco Nocivelli di Epta per la “Family Business” e Adolfo Guzzini di iGuzzini per la categoria “Globalization”. Michele Zanella di Obag si è aggiudicato il Premio Speciale Giuria mentre i ragazzi di Instal (Paolo Barberis, Jacopo Marello, Saverio Mucci, Filippo Satoli, Alessandro Sordi) si sono guadagnati il Premio Start up.

REPORT

Nel corso dell’evento è stato inoltre presentato l’EY Growth Barometer 2017 – Italy, report che analizza come le aziende italiane stanno realizzando i loro piani di sviluppo. “La storia ultraventennale del Premio dimostra come nel nostro Paese esista un tasso imprenditoriale sano, capace di rinnovarsi, di superare anche i periodi più critici cogliendo i cambiamenti come opportunità, puntando su innovazione, ricerca e internazionalizzazione” ha spiegato Donato Iacovone, ad di EY Italia e Managing Partner. L’indagine inoltre sostiene che il 52% delle imprese familiari italiane potrà contare su una previsione di crescita tra il 6 e il 10% nel corso del prossimo anno “un incremento significativamente maggiore rispetto alle previsioni globali della Banca Mondiale, pari al 2.7%” ha aggiunto Iacovone. E ancora, lo studio rivela che per le imprese familiari di tutto il mondo i fattori che nel prossimo anno incideranno sulle strategie di business sono i mutamenti demografici (34%), la trasformazione tecnologica (24%), il tema dei talenti (15%). Cosa invece mettere a rischio la crescita del middle market italiano? Le barriere commerciali (16%) e l’instabilità geopolitica (14%) e l’aumento della concorrenza (25%). La sfida più grande per l’Italia (più che per l’estero) è la scarsità di domanda.

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