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Come Macron vuole ricucire i rapporti con i cattolici francesi dopo l’era Hollande

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Emmanuel Macron potrebbe effettuare la sua prima visita ufficiale al Vaticano il prossimo 13 dicembre. L’obiettivo? Ricucire il rapporto con i cattolici francesi allentato da François Hollande, considerato troppo lontano dalla Chiesa. Una mossa coerente con le voci delle ultime settimane, che vogliono il presidente impegnato nel tracciare una forte discontinuità con il suo predecessore.

MACRON VUOLE ESSERE ONORATO IN VATICANO

Le visite ufficiali dei presidenti francesi al Vaticano hanno una valenza sia diplomatica che politica e a parte Georges Pompidou, tutti i predecessori di Emmanuel Macron l’hanno compiuta. Secondo il quotidiano La Croix, dopo l’elezione di Emmanuel Macron il Capitolo di San Giovanni in Laterano avrebbe scritto al nuovo presidente per assegnargli il titolo di “primo e unico canonico onorario della Basilica”, che appartiene a ogni inquilino dell’Eliseo, e per chiedergli se l’avrebbe accettato. Il presidente con una lettera avrebbe accettato l’onorificenza, annunciando l’intenzione di prenderne possesso durante un futuro viaggio a Roma, senza però specificare una data. Si tratta di una cerimonia non obbligatoria, che è stata rifiutata da alcuni presidenti fra cui François Hollande e François Mitterrand. 

NESSUNA DATA CERTA

Sono stati presi contatti con la Santa Sede attraverso il Nunzio apostolico di Francia, Luigi Ventura, che garantisce sia i legami tra il Vaticano e il governo francese, che tra il papa e la Chiesa cattolica francese, scrive Le Parisien. Il viaggio sarebbe in fase di studio: “La data del 13 dicembre, giorno di Santa Lucia e della messa tradizionale per la Francia, sarebbe appropriata”, ha detto al quotidiano francese una fonte vicina al presidente, ma la scadenza si avvicina e la presidenza fa sapere che ufficialmente la decisione non è ancora stata presa e che nessuna visita è stata ancora annunciata.

TROVARE LA GIUSTA DISTANZA

La finalità del viaggio sarebbe duplice: inviare un messaggio rassicurante ai cattolici francesi, che non hanno gradito la promessa di aprire la procreazione medicalmente assistita a tutte le donne, single e lesbiche comprese, e trovare il giusto equilibrio tra François Hollande, considerato troppo distante dal Vaticano e Nicolas Sarkozy, che nel 2010 aveva suscitato polemiche pronunciando in un discorso, durante il viaggio, la frase “nella trasmissione dei valori e nell’apprendere la differenza tra il bene e il male il maestro non potrà mai sostituire il sacerdote o il pastore”.

CRITICHE E RIPICCHE TRA HOLLANDE E MACRON

L’apertura al Vaticano come segnale di rottura con il governo precedente arriva dopo mesi di gelo fra i due presidenti. François Hollande e Emmanuel Macron si sono incontrati recentemente in due occasioni solenni in meno di tre giorni, la cerimonia del 11 novembre che celebra l’Armistizio e il 13 novembre, per la commemorazione degli attentati che hanno insanguinato Parigi e Saint-Denis alla fine del 2015. Ogni volta, solo silenziose strette di mano, così come accaduto negli incontri precedenti: a Nizza il 14 luglio per il tributo alle vittime dell’attacco terroristico del 2016; all’Eliseo a metà settembre, per celebrare l’attribuzione dei Giochi Olimpici a Parigi; agli Invalides all’inizio di luglio, per l’omaggio nazionale a Simone Veil. “Non c’è molto da segnalare, lo scambio era limitato a una stretta di mano”, ha detto sobriamente l’entourage di Hollande a Le Monde dopo l’11 novembre. Sobrietà anche da parte dell’Eliseo, che rifiuta di commentare il rapporto tra i due uomini liquidando il tema come “un pettegolezzo”, ha detto un consulente. Pettegolezzi però alimentati dai protagonisti stessi. Da quando ha lasciato l’Eliseo, Hollande non risparmia critiche al successore. A fine ottobre, a margine del primo intervento da ex presidente all’estero, al World Forum Knowledge di Seoul, Hollande ha bacchettato la politica fiscale di Macron definendola “più leggera per i ricchi e appesantita per i più modesti o le classi medie”, prima di denunciare la riduzione dei cosiddetti “contrats aidés” per i più fragili come “una politica brutale”.


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