Come le nostre aule che sembrano piene, così il mondo del lavoro sembra saturo. Eppure il numero dei diplomati e dei laureati è sotto la media Ue e dei Paesi Ocse, mancano tanti servizi, molte fasce di bisogno restano scoperte, domanda e offerta non si incontrano, così come l’obiettivo europeo per il 2020 del 40% dei laureati sarà disatteso da uno dei suoi membri, l’Italia. “Prof siamo troppi!”. “No, voi siete pochi, molto pochi … è l’aula che è piccola”.
La sintesi perfetta. L’Università e la scuola sono il simbolo più evidente della vitalità di un Paese. In questi giorni si è parlato di passioni tiepide. I nostri ragazzi sono pieni di passioni capaci di accendere la loro intraprendenza, di fargli ntraprendere sfide grandi. Però le nostre università sono diventate vuote, aprite le porte, siate la zona della partecipazione, il luogo dove senza appuntamento passano gli intellettuali di tutto il pianeta, dove i giovani incontrino maestri che non abbiano paura di infervorare le coscienze, di fare ricerca insieme e “sperimentare” il fututo. Una professoressa con l’aula piena l’ha capito.*
Adesso serve un impegno perchè il prossimo ministro abbia una chiara storia d’amore con gli studi, la ricerca, spirito di comparazione, sappia cosa va e cosa no, un confronto iniziato da studente, da diplomato, da laureato, da rappresentante della consulta provinciale, e poi degli universitari, abbia ascoltato le donne e gli uomini del mondo della scuola e dell’università, le loro istanze come loro interlocutore, sia genitore e abbia un sogno di scuola e di Paese. Abbia sperimentato l’alternanza scuola lavoro. Ecco, è una filiera lunga ma va vissuta tutta per poter essere il prossimo ministro e magari anche utile perchè serve chi unisce, un’idea d’insieme, non l’egoismo di una parte. Questo è il mio curriculum. I miei viaggi tra i banchi di scuola sono diventati seguitissimi articoli giornalistici, sul web, in radio, sui social, nei libri. Poi come tutor aziendale di centinaia di ragazzi, a contatto con i loro insegnanti e presidi, rendicontando l’esperienza a convegni, corsi e anche a congressi del sindacato, qui le maggiori soddisfazioni quando i docenti infine mi chiedevano di poter tenere e organizzare per loro delle lezioni, e di poter ospitare loro in alternanza. La politica ha bisogno di persone come noi che ogni giorno fanno la loro parte nella societa e nelle istutuzioni culturali; è solo che a volte noi non abbiamo bisogno della politica (di una certa politica). Ho finito adesso di parlarne con uno storico ordinario, punto di riferimento per me e per tutti, e forse mi ha trasmesso il coraggio dell’impegno, il prossimo governo, con la nuova legge elettorale, non deve puntare a “piazzare” con le logiche di segreteria, e con le quote, miri alla qualità. E noi, se è necessario, questa volta non faremo il passo indietro. Questo è il ministero che più fa rumore. È a cuore a milioni di famiglie. Ha in mano le speranze. Ha bisogno di uomini e donne il cui curriculum è impeccabile, il cui dialogo costante con sani portatori di interesse, con tutti loro, porti energia nuova al Paese.
*dalle pagine social di Mythos