Skip to main content

Daniele Libanori e Paolo Ricciardi, chi sono i due nuovi ausiliari di Roma nominati da Bergoglio

L’annuncio, che ha colto molti di sorpresa, è stato dato in mattinata dal vicario di Roma Angelo De Donatis nell’aula della Conciliazione del palazzo del Laterano, che ospita il Vicariato di Roma in Piazza di S. Giovanni in Laterano, davanti ai diretti interessati, ad altri vescovi ausiliari, ai prefetti e al personale del palazzo, ed è stato seguito da un lungo applauso. La nomina cioè, da parte di Papa Francesco, di due nuovi vescovi ausiliari di Roma, il gesuita Daniele Libanori e il parroco Paolo Ricciardi. Che vanno a sostituire, oltre che i monsignori Paolino Schiavon e Enzo Dieci, monsignor Lorenzo Leuzzi, presule molto noto a Roma per via del suo lungo operato, da ben 26 anni a questa parte, oltre che come ausiliare, come cappellano della Camera dei Deputati e direttore della Pastorale universitaria. E ora messo alla guida, come vescovo, della diocesi di Teramo-Atri.

PROSEGUE LA “RISTRUTTURAZIONE INTERNA” DEL VICARIATO DI ROMA

Prosegue perciò, come scrive La Stampa, la “ristrutturazione interna del Vicariato di Roma”. Dalle cronache, i due traspaiono – per le loro caratteristiche, uno un gesuita che ha lavorato a stretto contatto con i sacerdoti romani e l’altro un parroco semplice – in sintonia con l’attuale vicario nominato da Francesco lo scorso fine maggio in sostituzione di Agostino Vallini (qui l’articolo di Formiche.net sulla nomina di De Donatis). La loro ordinazione ufficiale si terrà nella basilica di San Giovanni in Laterano il 13 gennaio, alle ore 17. Gli altri ausiliari rimangono, oltre ai due nuovi, Guerino Di Tora nel settore nord, Giuseppe Marciante in quello est, Paolo Selvadagi nell’ovest, Paolo Lojudice nel sud, e infine Gianrico Ruzza in quello di centro, assieme al ruolo, per quest’ultimo, di segretario generale del Vicariato.

CHI È PADRE DANIELE LIBADORI

Padre Daniele Libanori è un gesuita, sessantaquattrenne, originario di Ostellato in provincia di Ferrara. Dal 2003 al 2016 è stato rettore della Chiesa del Gesù di Roma, chiesa-madre della Compagnia di Gesù visitata dallo stesso Bergoglio in qualità di pontefice nel gennaio 2014 e anche sede del Centro Astalli, e attualmente è rettore della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano, la cosiddetta “casa” dei preti di Roma vicino a piazza Venezia. Nominato presbitero nel ’77 ed entrato nella Compagnia di Gesù nel 1991, si dedica inoltre da anni principalmente alla formazione del clero. Anche una volta assunto il suo nuovo incarico, infatti, il gesuita continuerà a occuparsi dei sacerdoti romani e dei diaconi permanenti. È stato inoltre in servizio pastorale a L’Aquila dal 1993 al 1997 presso il Collegio Universitario d’Abruzzo e la Cappella Universitaria, ministro della comunità di Posillipo per un anno e ha svolto servizio pastorale presso la Cappella dell’Università La Sapienza di Roma per cinque anni, dal 1998 al 2003.

IL GESUITA ESORCISTA

Padre Libanori è poi un esorcista, e basta digitare sulla rete la ricerca di un esorcista a Roma per vedere apparire il suo nome tra i risultati. In un’inchiesta pubblicata da Il Tirreno, nel 2007, riguardo a delle affermazioni di uno dei più famosi esperti sul tema venuto a mancare circa un anno fa, don Gabriele Amorth, in cui sosteneva che “decine di vescovi vivono sotto peccato mortale perché non delegano i propri sacerdoti ad effettuare esorcismi”, il sacerdote replicava che “sono tante, forse troppe, le richieste di aiuto ed intervento dell’esorcista, perché troppo spesso si confondono segni e fenomeni legati a disturbi prettamente psichici con quelli che invece indicano un coinvolgimento diretto del diavolo”. E che tutto sommato i “preti specializzati nei riti di liberazione da Satana sono in numero sufficiente rispetto alle necessità”, riportava Il Tirreno. In un libro poi di don Gianni Sini, altro esorcista, e Marcello Stanzione, un parroco di Salerno, intitolato “Che diavolo sei?”, si riporta la storia di Rossana, una ragazza descritta come in preda a possessioni demoniache, che nel suo cammino di esorcismi e liberazioni racconta di aver incontrato diversi sacerdoti, tra cui padre Daniele.

IL COMMENTO DI LIBANORI SULLA NOMINA

“Alla notizia della richiesta del Papa ho provato enorme sorpresa e poi paura” ha detto Libadori, in un video diffuso dal sito dei gesuiti, aggiungendo una lettura della nomina “nella linea di una grande attenzione al clero, già espressa prima della mia con la quella di monsignor De Donatis. Non si tratta di un ministero amministrativo ma di occuparsi delle persone, una ad una”. “La difficoltà principale di un sacerdote?”, ha poi annotato Libanori: “Il superlavoro. È importante fargli sentire che vale, che è amato”. Subito dopo la sua nomina, al palazzo Lateranense, ha poi affermato di accogliere con “con comprensibile stupore questa nuova inattesa chiamata, nella consapevolezza serena dei miei limiti”, come ad esempio il fatto che “mi sento un po’ come quando entrai in noviziato, in età già matura”, a 38 anni, che cioè “non ho più la sicurezza dell’età giovanile” e “non mi sento più molto forte”, ha riportato da La Stampa.

CHI È DON PAOLO RICCIARDI

Don Paolo Ricciardi al contrario, finora parroco ad Acilia, seguirà la pastorale sanitaria. Nato a Roma nel ’68, è stato ordinato presbitero per la diocesi di Roma nel 1993, dopo la licenza in teologia biblica alla Gregoriana. Dal ’93 al ’98 è stato assistente del Seminario romano maggiore, poi fino al 2003 viceparroco della parrocchia Nostra Signora di Guadalupe a Monte Mario, oltre che addetto dell’Ufficio catechistico e del Servizio per il catecumenato del Vicariato di Roma dal 2001 al 2003. Segretario del Consiglio presbiterale dal 2011 al 2015, è stato poi parroco di altre parrocchie, l’ultima, dal 2015, la San Carlo da Sezze, a Roma. Durante l’annuncio della nomina il sacerdote ha citato invece le parole pronunciate da Papa Albino Luciani in occasione della sua nomina a vescovo: “Il Signore attua il suo sistema, prende i piccoli e li mette in alto. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo né sul marmo ma addirittura nella polvere, perché se la scrittura resta, non scompaginata, sia ben chiaro che tutto è opera e merito del solo Signore”. Ringraziando poi, assieme ai due “zii preti che dal Cielo mi custodiscono”, i “tanti medici, infermieri, operatori nella sanità che conosco e che soprattutto conoscerò”, augurandosi “di poter crescere in uno spirito di collaborazione e fiducia, con il desiderio, da oggi, di portare a chi vive nella malattia e nella prova la carezza del Papa e della Chiesa di Roma”.

MONSIGNOR LORENZO LEUZZI A TERAMO

Leuzzi invece sarà vescovo di Teramo-Atri, diocesi di duecentomila abitanti, dopo 26 anni di servizio svolti a Roma. Pugliese, originario di Trani e laureato in medicina e chirurgia a Bari nel 1980, ha fondato la Pastorale universitaria nel ’98, sotto il ministero del cardinale Camillo Ruini. Nel 2012 Benedetto XVI lo ha eletto ausiliare di Roma con delega alla pastorale sanitaria e vescovo titolare di Cittanova, e durante gli anni trascorsi a Roma si è dedicato all’animazione culturale della città, pubblicando numerosi libri, circa una ventina negli ultimi dieci anni, e con iniziative diventate fisse, come il pellegrinaggio degli studenti ad Assisi. “L’ufficio da lui diretto era uno dei pochi ad essere sopravvissuto alla spending review voluta dal precedente vicario, il cardinale Agostino Vallini, riuscendo a portare a termine progetti ed eventi”, annota ancora La Stampa.



×

Iscriviti alla newsletter