Una breve omelia a braccio, tenuta al cimitero americano di Nettuno, con cui il Papa rinnova il suo “no” alla guerra, sottolineando che in questo momento “il mondo si prepara ad un’altra guerra”, e che la guerra “porta solo la morte”.
Papa Francesco celebra la Messa nel Cimitero Americano di Nettuno, dove sono sepolti 7861 uomini e donne, circa il 30 per cento degli americani originariamente sepolti in Sud Italia. Nato come cimitero temporaneo di guerra due giorni dopo lo sbarco alleato ad Anzio – e infatti originariamente vi erano sepolti anche tedeschi, è divenuto un cimitero permanente dal 1956.
Davanti alle croci bianche, il Papa si sofferma per un po’ in preghiera silenziosa. E poi, celebra la Messa per ricordare i caduti di tutte le guerre. In questi anni di Pontificato, Papa Francesco ha celebrato la solennità dei defunti presso il Verano a Roma nei primi tre anni, e poi al cimitero di Prima Porta lo scorso anno. Ed è una Messa simbolica, dedicata ai giovani morti in guerra, ma anche a quanti stanno morendo nelle tante guerre di oggi, nella “terza guerra mondiale a pezzi” che il Papa non manca di citare nell’omelia.
Una omelia che risente degli echi dei suoi predecessori, citati in via indiretta o diretta. Il Papa definisce la guerra “inutile strage, come disse Benedetto XV”, ma afferma anche “tutto è perduto con la guerra”, come disse Pio XII.
Papa Francesco ricorda che Paolo, nella Seconda Lettura del giorno, afferma che “la speranza non delude”, ma ricorda anche che “la speranza nasce e mette le radici in tante piaghe umane” durante le quali viene spontaneo “alzare gli occhi al cielo” e chiedere “Fermati Signore! Signore, non più la guerra, non più questa strage inutile, come aveva detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione”.
Il Papa chiede di pregare in “modo speciale” per i “ragazzi” sepolti nel cimitero di Nettuno “oggi che il mondo è un’altra volta in guerra e si prepara per andare più fortemente in guerra”.
“Mi viene alla mente – dice il Papa – quell’anziana, che guardando le rovine di Hiroshima, con rassegnazione sapienziale, ma molto dolore, con quella rassegnazione lamentosa che sanno vivere le donne perché è il loro carisma, diceva: ‘Gli uomini fanno del tutto per dichiarare e fare una guerra. E alla fine, distruggono loro stessi!’”
E la guerra – afferma Papa Francesco – è “la distruzione di noi stessi”. E sicuramente, dice, quella donna aveva avuto “figli o nipoti” morti in guerra, e aveva ricevuto la notizia con le parole “Lei, signora, ha l’onore che suo marito è stato un eroe della patria”. È questo “l’orgoglio di una umanità che non ha imparato la lezione e sembra non voglia impararla”, perché “quando tante volte nella storia degli uomini pensano di fare una guerra, sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una primavera…. E finisce un inverno, brutto, crudele, il regno del terrore, della morte”.