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Come Macron e Philippe cercano di evitare il declino delle pmi francesi

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Un fondo statale da 10 miliardi di euro per le industrie rivoluzionarie, una forte vigilanza sulle Opa e un pool di veterani della grande industria per guidare le imprese francesi verso la luce. Sono questi i pezzi forti del progetto di Édouard Philippe per salvare le pmi francesi. Dalla sede della casa automobilistica Valeo, a Bobigny, ieri il primo ministro ha svelato il suo piano per le imprese, nel corso del Consiglio nazionale dell’Industria. L’obiettivo è invertire quello che secondo i numeri (consultabili nel dossier rilasciato ieri per la stampa) è un vero e proprio declino: a parte un miglioramento negli ultimi mesi, in quindici anni la quota dell’industria nel pil è passata dal 16,5% al ​​12,5%, contro oltre il 23% in Germania. “Oltre all’aeronautica, ai beni di lusso e ai prodotti farmaceutici, la situazione è orrenda”, ha affermato senza giri di parole l’economista Patrick Artus (Natixis), in una nota dello scorso 3 novembre.

10 MILIARDI PER SOSTENERE LE INDUSTRIE “DI ROTTURA”

“Per fermare la deindustrializzazione, il governo intende incoraggiare l’innovazione. Anche se vengono prese misure per ridurre i costi (come la riduzione dell’imposta sulle imprese e la riforma del diritto del lavoro), l’esecutivo ritiene essenziale che gli industriali migliorino la qualità dei loro prodotti, in un momento di forte competizione globale. Questo è il cuore dei provvedimenti svelati oggi”, sintetizza Le Monde. L’incoraggiamento all’innovazione si concretizzerà in un apposito fondo che verrà lanciato il 1 gennaio 2018, di 10 miliardi di euro, così ripartiti: “1,6 miliardi verranno dalle recenti vendite di azioni Engie e Renault e 8,4 miliardi sotto forma di titoli corporate destinati a rimanere pubblici come Edf, La Poste, Thales”, scrive il quotidiano. Tra i dividendi versati da queste società e gli interessi legati all’investimento in denaro, il fondo dovrebbe avere 250 milioni di euro all’anno. Saranno utilizzati per supportare lo sviluppo di innovazioni “di rottura” in Francia.

UN POOL PER L’INNOVAZIONE

Chi e come deciderà l’assegnazione di questi 10 miliardi di euro? Jacques Lewiner (decano di Paris Science and Letters Research University), Ronan Stephan (direttore scientifico di Plastic Omnium, gigante della plastica nel settore automobili) e Stéphane Distinguin (presidente di Fabernovel, società di consulenza del mondo digital) con il sostegno dell’ispettore generale delle Finanze Julien Dubertret. Il loro lavoro dovrebbe portare a una riprogettazione del sistema di supporto all’innovazione.

VIGILANZA SULLE OPA

Lo stato francese, inoltre, non esiterà a “farsi avanti” per difendere i principali gruppi che potrebbero essere oggetto di offerte pubbliche di acquisto: “Non siamo ingenui e non esiteremo a intervenire se si presentasse una minaccia di Opa per i nostri campioni”, ha detto Philippe. “Mi è stato chiesto se lo shampoo sia strategico. Lo shampoo e lo yogurt potrebbero non essere strategici, ma chi li produce, sì!”, ha detto. In altre parole, tutte le imprese, di tutti i settori verranno difese: “Questa vigilanza non riguarderà solo la difesa o la sicurezza, ma tutti i settori, compresi, ad esempio, l’agroalimentare o i cosmetici, poiché l’ancoraggio territoriale dei gruppi interessati, il loro dinamismo nei confronti dell’export e la loro appartenenza simbolica al marchio Francia lo giustificano”, ha sottolineato. Il riferimento era probabilmente a Danone, che negli ultimi mesi è stata oggetto di voci riportate dalla stampa statunitense e a L’Oreal, su cui si sono riaccese le speculazioni a settembre, dopo la morte di Liliane Bettencourt. 

UNA TASK FORCE DI MANAGER PER RILANCIARE L’INDUSTRIA

Senza un ministro dell’Industria o un segretario di Stato, il governo ha deciso di creare una sorta di pool di super manager in grado di gestire la politica industriale. Jean-Pierre Floris storico vertice del colosso dell’edilizia Saint-Gobain, dovrebbe essere nominato delegato interministeriale per la ristrutturazione aziendale. Missione: prevenire i rischi di chiusura degli impianti e sostenere l’industria di fronte ai cambiamenti nel loro settore, in particolare le pmi. Per quanto riguarda competitività e innovazione, l’interlocutore sarà Philippe Varin. L’ex capo di Psa (Peugeot Société Anonyme) – il gruppo delle automobili che possiede i principali marchi francesi – e attuale presidente del consiglio di amministrazione di Areva verrà nominato da Matignon vicepresidente del Consiglio nazionale dell’industria. E da gennaio prenderà il timone di France industrie, la nuova grande organizzazione degli imprenditori. Di fatto il suo sarà un ruolo chiave, quasi da vice ministro. Un altro top manager di Psa, Frédéric Saint-Geours, ex direttore generale, avrà voce in capitolo e dovrà, secondo l’incarico conferito dal governo, “formulare proposte ambiziose” su “come far emergere campioni europei in grado di competere con i pesi massimi cinesi o americani, senza imbattersi in Bruxelles, che favorisce la concorrenza”.

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