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Tutti i consigli di Gentiloni per la Nato nel Mediterraneo

“Nel Mediterraneo, l’Italia si è presa delle responsabilità e ha ottenuto dei risultati; ora c’è bisogno che questa responsabilità sia condivisa da un impegno comune, dell’Europa e internazionale”. Parola del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che oggi, alla Camera, ha aperto i lavori del Gruppo speciale per il Mediterraneo e il Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della Nato.

SFIDE INEDITE PER LA NATO

“La Nato è una grande alleanza militare, forse la più potente nella storia dell’umanità. Eppure da qualche anno si trova di fronte a sfide in parte inedite”, ha spiegato il premier. “Ciò non significa che le sfide tradizionali si siano esaurite”, ha aggiunto ricordando il contributo delle Forze armate italiane a protezione “dei confini dell’Europa a est e a nord-est”. Oltre al confronto tradizionale però, l’Alleanza Atlantica affronta nuove sfide che “vengono innanzitutto dal Mediterraneo”. Si tratta del fenomeno “della radicalizzazione del terrorismo, sul quale l’impegno della coalizione anti-Daesh ha ottenuto risultati sul campo militare molto rilevanti, che hanno portato fine all’esperienza inedita del controllo territoriale da parte di un gruppo terroristico”. Certo, ha rimarcato Gentiloni, la vittoria sul campo “non ha cancellato i rischi di radicalizzazione e minaccia terroristica nei nostri Paesi”.

L’IMPEGNO ITALIANO E QUELLO INTERNAZIONALE

Al terrorismo si aggiunge, sempre sul fronte meridionale, la minaccia rappresentata dall’ondata migratoria. “L’Italia è molto impegnata contro il traffico di essere umani, e sono molto orgoglioso dei risultati ottenuti”, ha detto il premier ai molti rappresentanti internazionali riuniti a Montecitorio. “Mi auguro che questo impegno italiano coincida sempre di più con l’impegno internazionale nello sforzo teso a stabilizzare la Libia e a contrastare i traffici illegali di essere umani”. L’Italia, ha aggiunto Gentiloni, “si è prese delle responsabilità e ha ottenuto dei risultati; ora c’è bisogno che questa responsabilità sia condivisa da un impegno comune, dell’Europa e internazionale”. Il messaggio del premier alla Nato è chiaro: “se l’Alleanza non guarda verso sud, oggi rischia di ridurre il proprio ruolo alla nostalgia di un tempo diverso e di non essere all’altezza delle sfide contemporanee”. Da alcuni mesi, anche grazie alla pressione politica italiana, l’Alleanza sembra aver recepito il messaggio. L’apertura dell’Hub per il sud a Napoli è però solo un primo passo per una revisione strategica completa.

L’ITALIA È UN PARTNER AFFIDABILE

In tutto questo, l’Italia può e vuole dire la sua, vantando una naturale proiezione geografica, una lunga esperienza maturata nel controllo dei mari, ma anche l’affidabilità dimostrata in ambito internazionale. “L’Italia è un Paese molto affidabile dal punto di vista delle proprie scelte internazionali”, ha detto. “Abbiamo una vita politica vivace con cambiamenti politici frequenti, ma sulla politica estera e internazionale non c’è Paese più stabile dell’Italia”, ha rimarcato il presidente del Consiglio. “Siamo un Paese atlantico, europeista e aperto al dialogo con Mediterraneo, Africa e Medio Oriente e lo siamo da decenni”.

VERSO LA PRESIDENZA DELL’OSCE

Il nuovo impegno della Nato nel Mediterraneo passa, secondo Gentiloni, dalla sinergia con l’Unione europea (si veda la cooperazione tra le missioni Ue – Sea Guardian e Nato – Active Endeavour nel Mediterraneo) e dalla costruzione di “ponti di dialogo”. A tal proposito, il premier ha voluto ricordare che, il prossimo anno, al nostro Paese spetterà la presidente dell’Osce. Un’occasione allettante per sostenere costruire ponti di stabilità: “l’Italia – ha annunciato Gentiloni – cercherà di portare lo spirito di Helsinki (che nel 1975 segnò l’apice della grande distensione durante il confronto bipolare e pose le basi per la nascita dell’Osce, ndr) nel Mediterraneo, con un collegamento speciale tra sicurezza e potenzialità di dialogo”.

IL GSM A ROMA

Il presidente del Consiglio ha aperto così il joint seminar del Gsm e della sottocommissione sulla Cooperazione transatlantica su difesa e sicurezza (Dsctc) dell’Assemblea parlamentare della Nato, organizzato dalla delegazione italiana guidata da Andrea Manciulli che, negli ultimi anni, si è guadagnato un ruolo pivotale nel dibattito sulle questioni attinenti al fronte sud dell’Alleanza. Per il secondo anno di fila, per due giorni, più di cento rappresentati da 35 Paesi (tra membri Nato e Stati del Medio Oriente e Nord Africa) si ritrovano a Roma per discutere di contrasto al terrorismo e stabilità nella regione. I lavori si sono aperti con i saluti introduttivi dei presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, e del presidente dell’Assemblea parlamentare Nato, Paolo Alli, a conferma del ruolo di primo rilievo – contrariamente a quanto siamo soliti pensare – che il nostro Paese ha assunto nelle dinamiche transatlantiche. Tra l’altro, nel corso del seminario, proprio Manciulli è stato eletto presidente del Gsm per acclamazione.

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